è un giallo appassionante e insoluto: chi tra i due coniugi ne 'patisce' facendo subire all'altro le ristrettezze del vivere in ambienti stipati di ricordi tangibili fatti di ritagli di giornali, scarti dei giorni trascorsi, frammenti inutilizzati e inutilizzabili accatastati senza cura in un disordine perfettamente orinato per il disposofobico?
sembra qualcosa che arriva da un giorno all'atro, ma mi chiedo quando inizi e come mai a un certo punto 'la famiglia' eviti di alzare la bandierina e segnalare il problema.
vero è che poco si può fare, soprattutto quando viene alla luce in persone avanti con l'età.
esternamente nessun segnale apparente può rivelare problematicità nel soggetto, tranne forse il fatto che nessuno è mai stato mai invitato a mettere piede in casa sua.
ma ci sta..., soprattutto perché D. è sempre stato ed è presente e disponibile per tutti quindi, una volta tra le pareti domestiche, ha tutto il diritto di respirare in pace.
e invece quelle pareti sono ristrettissime, soffocanti, ormai invisibili come pure il pavimento e gli arredi.
l'uscio di apre solo quel tanto che basta all'accesso e alla sposa resta solo una sedia su cui trascorrere le ore domestiche.
ha sempre taciuto, solo adesso si è scoperto il segreto da alcuni che hanno ricevuto con quello l'onere della complice omertà.
e io faccio un po' fatica a ricordare con chi posso oppure no scambiare un parere sul dopo.
presto i due infortunati saranno dimessi e da qualche parte dovranno tornare.
l'ipotesi più quotata è fargli cambiare casa con la scusa di avvicinarsi a quella della figlia, ma è proprio lui il più recalcitrante e chi è allo scuro è stupito e incredulo.
il quesito è: uno sradicamento da quella memoria così totale e assoluta cosa comporterà nel fobico?
a naso direi niente di buono e penso al senso, meglio al non senso, di invecchiare a oltranza.
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