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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

mercoledì 13 aprile 2016

l'età delle cose

varia seguendo la tua
anzi va oltre

e qui ho detto tutto sull'argomento, ma per conoscere il percorso che ha portato all'estrema sintesi dell'haiku, volendo, si può continuare passando dal 'c'era una volta...

lasciando perdere quello che era al mondo prima di me: dai parenti alla casa dove abito che però è 'mia' solo da tempi recenti, ciò che è maggiormente datato sono i primi ricordi scampati all'oblio e, più o meno dello stesso periodo diciamo i primi anni '60 del secolo scorso, un salvadanaio di ferro smaltato di blu, con una chiavetta che porto nel mazzo anche se è sempre stato vuoto.
un biennio più tardi il primo libro, le pagelle scolastiche, qualche disegno del liceo e poi le cose vendute, barattate, buttate ogni volta che decidevo di cambiare rotta o cambiavo residenza (spesso).
dunque un andirivieni indistinto di 'proprietà' momentanee e fittizie di cui resta qualche traccia nell'armadio o in fondo ai cassetti che sono passati di casa in casa senza mai venire svuotati, ché tanto sapevo che mai avrei avuto il cuore di liberarli.
la raccolta dei cimeli più recenti è in soffitta riparata in due solidi contenitori ricoperti di polvere e ragnatele: l'archivio dei lavori e quello con i primi disegni di mio figlio.
rapporti umani, esclusi quelli 'obbligati', pochi.
ne conservo ancora (più per merito suo che mio) con una conoscenza dei primi anni '70 e allo stesso periodo appartengono oggetti che ancora utilizzo stupita della loro resistenza e integrità.
due caratteristiche che riguardano anche me nonostante gli attentati ai loro aspetti sia fisici e sia psichici.
i primi portano date precise, i secondi sono probabilmente nati con me ed evolvono, anzi devolvono a loro piacere e mio sgomento.
morale della favola: se all'inizio della vita capita di avere per le mani cose che arrivano dal passato e poi sei tu che scegli quali portare con te, a un certo punto, anche se ti sei liberato di quasi tutto, torni in possesso di beni, ricordi, oggetti variamente vetusti di altrui persone, e torni punto e a capo.
perché invecchiando comprare perde fascino, diventa una costrizione. 
se è proprio necessario, se bisogna, altrimenti se ne fa a meno pensando che 'ormai per quello che resta, non ne vale la spesa'.
come se tutto finisse con te, ti dici che presto te ne andrai definitivamente dai tuoi luoghi senza tener conto che qualcosa lasci. 
ti sopravvivono un sacco di cose, soprattutto minuzie, ritagli, piccoli oggetti che rendono la casa simile a una spiaggia dopo che una tempesta ha portato a riva i resti raccolti e strappati durante la sua folle corsa, a cui è difficile trovare una spiegazione durante il ritrovamento.
senza l'emozione e il sentimento che è stato abbinato a quel frammento indistinto viene ammassato nel cumulo 'masserizie' e poi scade a mera spazzatura a cui attribuire l'esatta collocazione in un cassonetto a meno che accada, e accade, che quello che hai in mano ti parli e sappia raccontarti storie che ti fa piacere ascoltare e che desideri tenere con te anche fosse nel buio di una scatola, sepolta chissà dove, ad aspettare la carezza di altri occhi curiosi... nei secoli dei secoli.

sullo stesso argomento, ci siamo messi in due, click, ma per gli appassionati del genere consiglio un libro di Beatrice Solinas Donghi, L'uomo fedele (senza farsi troppo suggestionare dal titolo).

8 commenti:

  1. "..accade, che quello che hai in mano ti parli e sappia raccontarti storie" ecco è tutta in queste parole la chiave di speranza, la speranza che "l'età della falce" non azzeri con noi anche gli oggetti, i ricordi, che qualcosa ci sopravviva, foss'anche al buio di una scatola.
    massimolegnani

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    1. bella la falce... ma più faticosa del decespugliatore.
      peccato che qui siano restati in due o tre altrimenti sarebbe stato da ripetere in gruppo... ai tempi d'oro del blog si giocava in una trentina e ne uscivano sempre belle storie...

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  2. forse tutti ci passano prima o poi, da questo pensiero!

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    1. mah! mi fai pensare a mio figlio, che secondo me quando muoio brucia tutto... infatti gli ricordo spesso che tra le cianfrusaglie c'è qualche prezioso, che magari se lo vende ci ricava pure qualcosa... ma se duro ancora ancora un po' prima o poi glielo regalo, così gli tolgo anche quel pensiero:)

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  3. Teti! Sei troppo tetra ultimamente! Perché?

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    1. si invecchia, cara, si invecchia...

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    2. tetra tetris? ma se sta una favola :) nulla a confronto di quando era Tetris catastrofica

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    3. vero... (ho aggiunto una nota in fondo al post... dai un'occhiata, che forse potrebbe piacerti)

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