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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 4 gennaio 2020

l'isola che c'è e non c'è

l'ultima volta che mi è capitato è stato qualche giorno prima di incontrare casualmente un blogger attualmente in 'vacanza' (che per precisione non sta a indicare che sia carcerato).
trattasi della prolungata immaginazione di un luogo ameno in cui scambiare pochissime ore di lucidità ed energia fisica con l'opportunità di lavorare quel poco che mi è consentito (per) sopravvivere.
di solito quando l'immaginato comincia a farsi concretamente fattibile, il crollo.
ma andò vado?
torno nell'astrazione e infarcisco l'utopia di particolari: le scarpe, i maglioni, le usanze differenti, l'impressione di essere riuscita finalmente almeno un pò a riemergere ma ancora con il macigno che mi lega coi piedi sul fondo.
dunque un inutile sogno che aveva solo da ribadirmi che le porte intorno a me sono tutte chiuse.
e invece alla coop di piccapietra vengo richiamata da un partente il cui recente vissuto era del tutto identico al preludio dell'immaginazione dei giorni precedenti...
e così mi sono fatta l'idea che quel sonno ipnotico capace di immaginare soluzioni impossibili fosse stato un captare un gong, e riuscire a dargli un significato, tra il concerto di cose che stavano intorno a chi lo stava realizzando.
ancora ho da capire dove sia esattamente, così come credo sia per lui adesso...
nel frattempo potrei cercare un'ambulanza che mi fa un buon prezzo per portarmi ad andare a trovarlo...

(molto triste ridursi a spiare il mondo da una webcam, del resto è risaputo che io sia afflitta da lucida follia)

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