* (ovvero)
capita ed è capitato che dopo una discussione mi venisse detto: "con te non ci parlo più, ogni cosa che dico me la ritorci contro"...
poco è servito far notare che mi limito a tener conto di quanto detto in precedenza.
un po' come se mi mancasse la capacità di discernere tra dichiarazioni veritiere e il parlare a vanvera, infatti una volta " dicevo tanto per dire", un'altra "ero arrabbiato/a", oppure: "ma si potrà cambiare idea!", fino a negare di aver mai detto qualcosa o di averlo dimenticato.
comunque sia, quando mi viene detto "con te non parlo più" evito di farlo e diventa che sono io che mi rifiuto perché l'altro/a diceva così tanto per dire, come capita un po' a tutti.
insomma sbaglio io a prendere 'certe cose' troppo sul serio probabilmente perché mi sfugge quali siano esattamente quelle 'certe cose' che dovrei ignorare o tenere in poco conto.
serve a niente implorare di limitarsi a dire solo ed esattamente ciò che si ritiene utile e imprescindibile per farsi intendere perché lo strafalcione arriva sempre e comunque e si ricomincia da capo.
'allora se ho capito bene hai appena detto: ecc. ecc.'... risposta "ma no, vabbhè, dicevo tanto per dire come sei rigida!"
comincio a pensare che il più delle volte quando si discute con qualcuno in realtà si contribuisca unicamente a far litigare tra loro le personalità contrapposte che albergano nell'interlocutore e viceversa.
e l'impressione è che stia aumentando la tendenza a far prevalere gli impulsi di un istinto primordiale al comprendonio tanto che a chi ce l'ha ancora, per dimostrarlo, resta di tacere o di parlare solo in presenza del suo avvocato.
E'una sottile differenza tra i cazzari, i confusi e gli incoerenti... tuttavia poco importa scorgerne lo spessore.
RispondiEliminaIl fatto che non parlino più potrebbe essere un vantaggio per le orecchie.