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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 4 aprile 2011

notext



stasera sono un po' così, il testo (forse) lo metto dopo, oppure metto quello che scrivete voi
(che forse è meglio)

CAROLINA anche questo sotto non è male:)


Invece questo mi è venuto in mente leggendo il commento di SIMURGH


"Filo rosso" è un'espressione che si usa nel significato di "filo conduttore" e riproduce la forma francese "fil rouge" che Freud utilizzò per definire l'inconscio.
Deve la sua fortuna a una frase usata da Goethe nel romanzo Le affinità elettive"Wahrig" è infatti la locuzione usata con il significato "Leitmotiv" dallo scrittore tedesco nel suo romanzo "Die Wahlverwandtschaften" che fu pubblicato nel 1810.
A proposito della locuzione "fil rouge", essa fa parte del linguaggio familiare anche in Scandinavia dove si dice "rød tråd", e in Germania: "roter Faden"
La sua origine è marinara: per districare le gomene di una nave si seguiva un filo rosso che rendeva possibile separare l'una dall'altra le corde aggrovigliate.
Oppure, nel cordame della marina militare inglese era intrecciato un filo di lana rossa, come misura antifurto. Il colore rosso significava che il cordame era proprietà della 'Corona'.
In Giappone si dice che ogni persona quando nasce porta un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Seguendo questo filo, si potrà trovare la persona che ne porta l'altra estremità legata al proprio mignolo: essa è la persona cui siamo destinati, la nostra anima gemella.
Le due persone così unite, prima o poi, nel corso della loro vita, saranno destinate ad incontrarsi, e non importa il tempo che dovrà trascorrere prima che ciò avvenga, o la distanza che le separa, perchè quel filo che le unisce non si spezzerà mai, e nessun evento o azione potrà impedire loro di ritrovarsi, conoscersi e innamorarsi.
Tuttavia questa leggenda non è giapponese, bensì cinese.
Pare, infatti che durante la Dinastia Tang sia esistito un uomo di nome Wei che, una volta diventato grande desiderava ardentemente sposarsi e avere una famiglia, ma purtroppo, per quanto la cercasse, non riusciva a trovare una moglie.
Durante un viaggio trovò alloggio in una locanda a Song dove incontrò un tale al quale, chiacchierando, espose le proprie difficoltà. L’altro gli disse che la figlia del governatore della città sarebbe stata un buon partito per lui e si offerse di parlare con il padre della ragazza.
Dopodiché i due decisero di rincontrarsi il mattino dopo di buon’ora davanti al tempio vicino alla locanda.
Wei giunse al tempio prima dell’alba, quando la luna era ancora alta in cielo. Sui gradini del tempio, appoggiato con la schiena a un sacco, sedeva un vecchio, intento a leggere un libro alla luce della luna.
Avvicinatosi e data un’occhiata alle pagine da sopra la spalla del vecchio, Wei si accorse di non poterne leggere neppure una parola e allora, incuriosito, gli chiese: “Signore, che libro è quello che stai guardando? Fin da bambino ho studiato parecchie lingue e conosco molte scritture, ma mai in vita mia ho visto un libro simile.”
Il vecchio rispose sorridendo: “E’ un libro proveniente dall’Aldilà”.
“Ma se tu vieni da un altro mondo, che ci fai qua?” chiese Wei.
Prima di rispondere il vecchio si guardò attorno, quindi disse: “Ti sei levato molto presto. Di solito non c’è in giro nessuno, tranne quelli come me. Noi dell’Aldilà, incaricati di occuparci delle faccende umane, dobbiamo andare qua e là tra gli uomini e spesso lo facciamo nella luce crepuscolare dell’alba”
“E di che ti occupi?”
“Dei matrimoni” replicò l’altro.
Allora Wei gli aprì il suo cuore: “Sono solo al mondo fino dall’infanzia, e da molto tempo avrei voluto sposarmi e avere una famiglia. Per dieci anni ho cercato invano una sposa. Adesso spero di sposare la fanciulla del maresciallo. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?”
Il vecchio guardò il libro e rispose: “No. Non è la persona a te destinata. In questo momento quella che sarà tua moglie ha solo tre anni, e la sposerai quando ne avrà diciassette.”
Deluso dall’idea di dover aspettare tanto, Wei notò il sacco cui il vecchio si appoggiava e gli chiese cosa contenesse.
“Filo rosso per legare i piedi di mariti e mogli. Non lo si può vedere, ma una volta che sono legati non li si può più separare e non conta la distanza che li separa, né l’accordo delle famiglie, né la posizione sociale: prima o poi si uniranno come marito e moglie. Impossibile tagliare il filo. Sicchè, visto che sei già legato alla tua futura moglie, non c’è niente da fare” rispose il vecchio.
“Posso vederla?”
“Se davvero lo desideri, te la mostrerò, ma ricordati che il tuo futuro non cambierà.”
Ormai l’alba era spuntata e, visto che l’uomo che attendeva non si vedeva, Wei seguì il vecchio al mercato.
Dietro la bancarella di frutta e verdura stava una povera vecchia cieca da un occhio, con una bambina di circa tre anni in braccio.
“Ecco tua moglie” fece il vecchio indicando la piccina, e Wei replicò “E se io la uccidessi?”
“E’ destinata a portare ricchezze, onori e rispetto alla tua famiglia. Qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino” e così dicendo il vecchio scomparve.
Profondamente deluso e incollerito con il messaggero dell’oltretomba, Wei lasciò il mercato con intenzioni omicide. Trovato un coltello e resolo affilato come un rasoio, lo diede al suo servo dicendogli: “Hai sempre eseguito i miei ordini. Adesso và a uccidere quella bambina, e io ti compenserò con cento pezzi di rame.”
Il giorno dopo il servo, nascosto il coltello nella manica, andò al mercato e, celato tra la folla, si fece strada fino alla vecchia e alla bambina. Di colpo cavò il coltello, colpì la piccola, si voltò e scappò via, confondendosi con la folla strillante in preda al panico.
“Ci sei riuscito?” gli chiese Wei quando il servo si presentò.
“Ho cercato di colpirla al cuore, ma invece l’ho colpita tra gli occhi”
Il ragazzo ricevette il compenso pattuito e Wei, sollevato all’idea di essere libero di sposare chi volesse, continuò la sua solita vita, e col tempo si scordò dell’intera faccenda.
Tuttavia i suoi tentativi di trovare moglie furono vani, e così trascorsero quattordici anni. A quell’epoca lavorava in una località chiamata Shiangzhou, e le cose gli andavano molto bene, tanto che il suo superiore, il governatore locale, gli offrì in moglie la propria figlia. Così finalmente Wei ebbe una moglie bella e di ottima nascita, una diciassettenne che amava moltissimo.
Non appena la vide Wei notò che la ragazza portava sulla fronte una pezzuola che non si toglieva mai, neppure per lavarsi e dormire. Non le chiede nulla, ma la cosa non cessava di incuriosirlo. Poi, parecchi anni dopo, si ricordò all’improvviso del servo e della bambina al mercato, e decise di chiedere alla moglie la ragione della pezzuola.
Piangendo lei gli rispose: “Non sono la figlia del governatore di Shiangzhou, bensì sua nipote. Un tempo mio padre era il governatore di una città di nome Song, e là morì. Ero ancora piccola quando morirono anche mia madre e mio fratello. Allora la mia governante, la signora Chen, ebbe pietà di me e mi prese con sé. Avevo tre anni quando mi porto con sé al mercato, dove un pazzo mi accoltellò. La cicatrice non è scomparsa, e per questo la copro con una pezzuola. Circa sette od otto anni fa, mio zio ritornò dal Sud e mi prese con sé, per poi maritarmi come se fossi stata sua figlia.”
“La signora Chen era per caso cieca da un occhio?” chiese Wei.
E la moglie stupita: “Sì, ma come lo sai?”
“Sono stato io a cercare di ucciderti” spiegò Wei profondamente commosso “Com’è strano il destino!”


21 commenti:

  1. copio e incollo la descrizione:

    Una personale video/grafica volutamente minimale e descrittiva dell'evoluzione umana a partire dalla genesi, utilizzando i segni +/- e l'alfabeto visivo dell'artista Felix Policastro, toccando i luoghi del potere attraverso il pensiero sovrano. Realizzato da Giacomo Savio per la mostra intitolata NOTEXT, evidenzia, definendo gli elementi di un racconto inteso come condizione ineluttabile di finitezza e promessa di una realtà distopica.
    Accanto a una tale connotazione di conoscenza e scoperta si configura, quindi, un luogo di mediazione tra ciò che si offre ai sensi e il concetto, ma anche, invertendo la direzione, come passaggio dall'invisibile al visibile.
    Nel loro svelamento, le figurine sono capaci di costruirsi una temporalità paradossale che gioca sul piano di una memoria virtuale.

    https://sites.google.com/site/saviogiacomo/
    http://www.premioterna.it/pt/opera/notext

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  2. BIMBOVERDE
    bastava dirlo che non vi piacciono i miei post!
    ___ :(

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  3. Cosi, quasi il peso fosse polvere
    nell'orlo di una feditura di luce
    che s'incunea tra i balconi, immobile
    mostra il pulviscolo leggero danzare
    in un pomeriggio d'estate, c'è il mare
    con lentezza esasperarte cercar di cadere
    Mi vien da baciare un'amata dietro l'altare
    Non sò perchè, ne che c'entri la polvere
    ma neanche il senso di fame o di sete
    Mi verrebbe da star li come l'omino
    del video a giocare
    a far quei tuffi e sparire oltre una linea
    Che ci sarà di la della linera? Che cosa?
    Ci vivo io oltre la linea, e anche voi và
    Non so magari chiediamo se ci lasciano entrare

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  4. Trovo meravigliosa questa rappresentazione/idea del "passaggio dall'invisibile al visibile": se potessimo davvero essere una metamorfosi continua di fluida coscienza dall'invisibile al visibile.

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  5. [ma per nostra fortuna esiste l'arte]

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  6. per me il vero mistero e ciò che suscita stupore è la domanda "ma dove te li vai trovare?"

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  7. CAROLINA
    me li prendo nei fondi di magazzino che mi lascia il socio (simurgh) che ultimamente sembra mi abbia messo una cimice in casa:(
    arriva sempre prima di me:(
    ne ho messo sù un'altro di sto felix___ credo sia napoletano, ma l'ho trovato cercando artisti sardi, puro caso di serendipity:))

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  8. EMMEDIVI
    (scusate ho fatto casino con le mail, non so se avete ricevuto__ poi ho visto l'indirizzo e ho proceduto con l'inoltro:))

    comunque questo strano passaggio sarà esattamente quello che ci troveremo a fare se avremo la fortuna di portare pazienza qualche anno.
    secondo il parere di alcuni infatti presto avremo accesso alla 4a e alla 5a dimensione.
    non lo dico per fanatismo ma per disperazione.
    credo sia l'unica possibilità che abbiamo di uscire da questo stallo orrendo.
    (stasera sono più apocalittica del solito)

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  9. PIER
    mi sa che sei capitato in una fase evolutiva:))
    ho un po' cambiato il post nel frattempo:))
    dici che metto su anche un pezzo di godot?
    guarda che non ci metto mica niente, sai?
    è un attimo!! ^__^

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  10. SIMURGH
    mi hai dato il là per riproporre un post che non si era filato nessuno ai tempi di libero:(
    ma non serve che leggi tutto:))
    è che mettere solo il video era un peccato e allora___ :))

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  11. naturalmente conoscevo la leggenda cino/giappa, tra l'altro viene citato spesso anche negli anime e nei manga la faccenda del filo rosso. ricordo in particolare un bell'episodio di Ranma 1/2 che era appunto costruito tutto intorno al filo rosso.

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  12. CAROLINA
    che resti tra noi (ma io adoro questa leggenda:)) e ci credo fermamente!!! peccato che si siano dimenticati di mettermi il filo rosso, ma poteva andarmi peggio, potevo nascere senza mignolo:(

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  13. mi piacciono i fili, ancor più se di colore rosso. Meraviglioso film di Kitano mi ipnotizzò anni fa e ancora ne porto i segni lungo il tracciato (sempre rosso) che va dai miei occhi fino alle estremità tattili delle mie dita: ce l'ho come segnalibro nella memoria, tiro o mi tira. Io e la cultura cinese a multiplo nodo legati! ;) *

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  14. PETROLIO_MUSO
    ___ finalmente un commento erotico!
    cioè___ io lo percepisco erotico, ma non chiedermi perchè, però, ne sono contenta:))
    (lo so benissimo perchè ma non lo dico:)
    grazie!

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  15. ma quando arriva l'apocalisse? che io devo fare lo sporcaccione con raul bova!

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  16. AMOON
    fossi in te prenderei i primi contatti il prima possibile:))

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