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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 12 maggio 2011

Ripescaggio

Una storia come un sogno...


Stavo pensando al nuovo anno che stava iniziando quando indecisa sull’argomento e sul tema decisi di fermarmi un attimo in un angolino riparato e dare un’occhiata ai paesaggi che abbiamo visto o immaginato e che se ne stanno li nella nostra mente a ricordarci non solo i colori, i rumori e i profumi della vita, ma anche chi siamo e come siamo stati, quando in un punto nascosto, vedo una figura che non ricordavo di avere mai notato in quel posto.

Lentamente metto a fuoco l’immagine e come in un film inizio a vedere le scene della sua vita.

Lui mi sorride tranquillo e mi invita ad accompagnarlo. Io non ho mai udito o visto un racconto come quello. Un racconto non fatto di parole, come se io fossi il protagonista eppure vedessi lo scorrere dei fatti dall’obbiettivo di una telecamera.

All’inizio mi sento un po’ angosciata, forse è il ricordo dei pensieri che stavo facendo prima di incontrare quell’uomo, non so.

Ero dentro a una montagna e scavavo, o meglio vedevo il mio compagno che scavava una montagna e contemporaneamente era come se fosse immerso nelle profondità del mare.

Mi chiedevo come fosse possibile scavare una montagna e nello stesso tempo essere immersi nelle profondità di un oceano e senza bisogno di chiedere niente ecco che attraverso la sua mente e i suoi ricordi mi trovo in un tempo passato. Tutte e due più giovani.

In quel tempo aveva deciso che avrebbe cercato un tesoro all’interno di una montagna, una miniera d’oro che secondo lui gli avrebbe reso possibile vivere tranquillamente e agiatamente la sua vecchiaia. La montagna era durissima e il lavoro procedeva molto lentamente. Gli inverni erano lunghi da passare e il freddo e il buio della montagna gli erano parsi un sacrificio eccessivo per le sue forze. Oro non ne trovava e aveva freddo, si sentiva solo. Cominciò a pensare al caldo del sole, alla morbidezza della sabbia, alla sensazione delle onde sulla pelle, al sapore del pesce appena pescato.



Pensò che una breve vacanza non avrebbe compromesso il suo lavoro e si avviò verso la pianura.

Rimase più tempo del previsto sulla spiaggia, imparò e trovò gusto a immergersi e scoprì quante cose giacevano nei fondali. Allora pensò che forse il tesoro che stava cercando non era nascosto in una montagna ma in fondo al mare.

Mi sentivo, nell’ascoltare quella storia, anch’io combattuta nella scelta.

In quel momento del racconto si avvertiva la confusione, l’incertezza. Aveva investito molto sulla montagna, aveva lasciato a metà il suo lavoro, lassù c’era una parte importante di lui, allo stesso tempo capiva di non poter fare a meno del mare, della sabbia...

Tornò alla montagna e gli sembrò di dimenticare il sole, il mare. Era di solidità e di aria pura che aveva soprattutto bisogno. Ricominciò a lavorare di buona lena ma aveva davanti agli occhi un paesaggio diverso dalla realtà. Anche gli odori della montagna così diversi, gli ricordavano gli spruzzi d’acqua e le onde e quando alla fine trovò il tesoro, la prima immagine che la sua mente gli mostrò fu una grotta in fondo al mare che aveva notato un giorno proprio per la sua lucentezza.

Tornò immediatamente a valle, si tuffò e subito ritrovò la grotta. Entrò e vide un tesoro altrettanto bello e prezioso di quello della montagna. Si sentì ricco e appagato ma subito dopo riecco l’atmosfera angosciante, il senso di incompletezza.

Entrambi i tesori erano a lui utili, indispensabili, ma intrasportabili.

Il suo lavoro, le sue emozioni, le sue aspirazioni rendevano preziosi quei tesori, se li avesse sottratti alla montagna o al mare li avrebbe persi. Avrebbe perso il piacere, la felicità di goderne e di godere insieme del tiepido mare e della dura e fredda montagna.

A quel punto del racconto ero triste, capivo che aveva ragione, sentivo anch’io che il suo desiderio di trovare la felicità con il suo tesoro era impossibile. Solo insieme i due tesori rappresentavano per lui la realizzazione del suo sogno. La soluzione di scegliere uno dei due era la meno praticabile e senza chiedermi come avesse risolto il suo problema ecco davanti ai mie occhi la soluzione...

Il suo sorriso mi fece capire che non mi ero sbagliata.


1 commento:

  1. @ PIER
    uhm tutti a scrivere racconti ... quasi quasi ...
    TETI
    (roba vecchia di una ventina d'anni;)
    comunque se vuoi una socia per un racconto anomalo, conta su di me!

    @ GUCHI
    bel pasticcio, insomma. ma non è che ero io quello? che vado sempre di qua e di là e non trovo mai il tesoro giusto e che, quando credo di averlo trovato, capisco che invece quello giusto era dall'altra parte?
    (problema risolto, ignora la mia lamentela precedente via mail)
    @ TETI
    beh, quando lo avevo scritto era riferito metaforicamente al fidanzato di allora che non sapeva scegliere tra due compagne, ma adesso che quella storia è svanita in effetti può avere infinite chiavi di lettura e soluzioni.
    comunque come il racconto del loop sono cose vecchie che ronzano sempre e allora le ho messe qui nella speranza di voltar pagina:))

    @ KONTYKY
    ...ed io che pensavo al lavoro ed ai suoi impegni ed all'amore ed ai suoi tempi....ho in mente una battutaccia ,ma non la scrivo :))) ciao giò
    @ TETI
    ewwiwwa!!! ben ritrovato!
    (che battutaccia? dai che puoi;)

    @ ANONIMO CIP
    ah sì, c'è la soluzione? eddiccela cippresto :)
    @TETI
    Una????? hai voglia ce n'è ben più di una!!!
    dipende come la leggi e cosa abbini alla montagna al mare ai tesori all'uomo alla donna ecc ecc, apposta è lasciata così:)
    anche se in effetti qualche anno dopo averla scritta mi capitò di leggere:

    Secondo una leggenda di Brahma, l’uomo un tempo era divino ma siccome si insuperbì gli dei si arrabbiarono molto e decisero di togliergli la divinità. Da quel momento l’uomo la va cercando, perché sa il bene che ha perduto... Ma gli dei, riuniti in gran consiglio, dissero a Brahma, poiché questa é una legge indù “Dove possiamo nascondere questa divinità, perché l’uomo non la prenda più e per punirlo?” e Brahma disse: “Bisogna trovare un posto che l’uomo non sappia trovare” e allora gli dei minori gli dissero: “Lo nasconderemo in fondo al mare”, ma Brahma rispose: “No, non é un posto sicuro perché l’uomo scenderà nel fondo dell’abisso e scaverà nel profondo del mare e prima o poi riuscirà a trovarlo e se ne approprierà”, allora gli dei gli dissero: “Lo nasconderemo nelle viscere della terra”, e Brahma rispose: “No, non é possibile perché anche lì l’uomo scaverà e vorrà trovarlo e lo troverà e lo r iprenderà ancora”, allora gli dei dissero: “Anche sui monti lo troverà, certo, allora non sappiamo dove nasconderlo” e fu così che Brahma rispose: “Io vi dico dove nascondere il divino nell’uomo, nel posto più sicuro in cui lui mai andrà a cercarlo. Lo nasconderemo dentro di lui”...”... E da quel giorno l’uomo ha .scalato le montagne, è sceso nel profondo degli abissi, è sceso nelle viscere della terra per cercare qualcosa di estremamente prezioso che ha dentro di se... (Da “L’avventura del comunicare” di Laura Cuttica)

    ma è una interpretazione univoca, mentre come dicevo io preferisco lasciare aperte le varie possibilità di lettura e soluzione:)

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