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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 28 maggio 2011

Un libro tira l'altro

Sto rileggendo i miei libri, tanto perché non me li ricordo, poi perché li vedo li intorno a me invecchiare, alcuni hanno quasi quarant'anni. Il più vecchio è di quando avevo 8 o 9 anni, non è neanche un libro è un ciclostilato delle elementari fatto dalla maestra della sezione maschile che aveva ospitato in via eccezionale una mia poesia di cui ho messo qui da qualche parte il manoscritto.
Dentro ai libri ci sono una infinità di cose: ritagli di giornale, appunti, pezzi di carta riciclata da appunti o stampati, cartoline, biglietti del treno, fotografie, dediche, scarabocchi, appunti, numeri di telefono insomma invendibili.

Ieri leggo di un post sulle automobili, apro uno dei libri messi fuori dallo scaffale dei preferiti per rileggerlo e a caso trovo proprio un brano sul tema.
Peccato, penso, potevo usarlo come commento. Poi scorro ancora a caso qualche pagina e trovo un titolo, mi alzo e mi dirigo decisa verso un dato settore in una data mensola e lo trovo.
Ne parlerò giovedì. Ora non è per svelare quale sia quel volume che volevo dire ma trascrivere due cose da Fuochi blu di James Hillman (___ "un pittore, un musicista più che un sociologo, un alchimista più che un filosofo tradizionale, un artista della psicologia").


"Una città che trascura il benessere dell'anima, spinge l'anima a cercarselo in maniere degradanti e materiali, nelle zone d'ombra dei suoi grattacieli scintillanti. E questo fenomeno, tipico dei quartieri degradati, non è solo un problema economico e sociale, è soprattutto un problema psicologico. L'anima deprivata di cure (nella vita personale come in quella collettiva) si trasforma in un bambino pieno di rabbia".
(…)
"Il diciottesimo secolo andò incontro in maniera ingegnosa a questo bisogno di vie indirette che l'anima ha. Le zone per il passaggio erano delimitate da opere comunemente chiamate "ha ha": steccati incassati, siepi nascoste, fossatelli di confine che si paravano innanzi all'improvviso, facendo esclamare un "ha ha" di sorpresa, e arrestavano il progredire del cammino, obbligando il piede a cambiare direzione e la mente a riflettere.
Per noi oggi questo sarebbe inconcepibile: come se, percorrendo a piedi il tratto della macchina parcheggiata al nostro obiettivo visivo, fossimo bloccati da uno scavo per le tubature o da una catena di sbarramento che non avevamo visto. Il nostro sarebbe un "ha ha" di furore: faremmo un esposto, sporgeremmo denuncia. Noi oggi, quando andiamo a piedi, camminiamo più che altro con gli occhi. Labirinti e intrichi intriganti non fanno per noi. Abbiamo sacrificato il piede all'occhio. Spesso, un tempo, le città crescevano intorno alle orme dei piedi: sentieri, angoli e confini, crocevia; e si sviluppavano seguendo il tracciato percorso dai piedi anziché le mappe disegnate con l'occhio".
(ecc, ecc…)


6 commenti:

  1. la prima parte, quella sull'anima, è terribilmente vera.

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  2. GUCHI
    Buon giorno, quasi buon pranzo:)

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  3. Certe città soffrono le scelte non sufficientemente lungimiranti da parte dell’amministrazione locale durante gli anni passati. E’ estremamente importante vedere oltre la situazione attuale, avere una visione più ampia per il bene della comunità negli anni che verranno. Gli interessi e gli investimenti pilotati creano non pochi danni, come la superficialità ed il disinteresse. Ma forse sono solo parole utopiche le mie.
    si può postare con il nick ma è cambiato il modo di leggere i commenti... che ne pensi di questa variazione?

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  4. CARTISEA
    il cambiamento è volontario, pare che così possano commentare anche i blogger momentaneamente disagiati:)
    per la prima parte pur dandoti ragione, la vedo dura che la situazione possa venire recuperata:(

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  5. Si bambine-i pieni di rabbia concordo pienamente e aggiungo che anche le violenze reiterate e continue che oggi appaiono come "normali" hanno il medesimo effetto, poi quella rabbia cresce, si alimenta, aiuta a vedere meglio la realtà anche e ad amare la solitudine.
    Ciao teti.

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  6. ECATE_CASSANDRA
    beh a esserne consapevoli concordo che rabbia e/o ansia quando sono ben gestite siano alleate:)

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