Non so più dove sono. Sono dove un posto vale l'altro.
Come sbarcata, naufragata o catapultata su una riviera.
Riviere, quelle fedine tempestate di diamanti che arrivano da dove partono le barcarole di oggi.
Quei barcaroli stanchi che viaggiano "lungo Tevere controcorrente".
Correnti povere di speranze deliranti irrealizzate.
Ricche di niente nel fondo delle pupille nere e dei denti avorio.
Zanne e ossa sbiancate nei fossi.
Via vai, vai e vieni di carne di tutti i colori e cultura.
Come formiche camminiamo con in bocca il bagaglio, le provviste, l'ultimo boccone.
Addosso qualcosa che ci distingua gli uni dagli altri.
Piedi scalzi, la gola che vibra suoni diversi di canti e significati.
A gesti ognuno come meglio riesce, dice all'altro che vuole qualcosa.
E tutti che vogliono lo stesso, un posto dove sedersi e stare.
Chi già c'era era sbarcato prima di adesso e all'inizio pensava di essere arrivato.
Ora non ha più spazio, non sa dove andare, ma sa che dov'è stato non può restare.
Fa spazio a chi arriva, lo offre o se lo fa rubare.
Evado mi espando, metto a frutto il mio sapere inutile.
Focalizzo l'attenzione, investo l'energia, mi abbatto e m'incoraggio.
La differenza tra me e un altro è solo nell'identità che mi attribuisco.
Nella mappa del pianeta o da un treno in corsa, non si nota differenza.
Io o chiunque altro siamo come zingari vaganti.
Inseguiti, braccati, avvelenati, condannati a errare.
Mi sento uno sbaglio che fa finta di essere giusta.
...credo che siam sempre giusti o sbagliati nello stesso tempo...poi riferito a chi che cosa???? riciao giò
RispondiEliminaGIO'
RispondiEliminaa beh, ma lo so che chi mi legge qui mi trova assolutamente adorabile e perfetta;)
ci mancherebbe solo che fosse il contrario!!!
^__^
BIMBOVERDE
RispondiEliminabuona parte di quelli/e che conosco direi di sì:(
Bam!