La cattiveria nasce da sentimenti negativi come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Viene da un vuoto dentro di te che sembra scavato con il coltello, un vuoto in cui rimani abbandonato quando qualcosa di molto importante ti viene strappato via.
(Ryu Murakami)
son mica d'accordo, io.
ci sono aspetti del pensare che sono sempre stati uguali, anche se per molti anni non ho potuto ragionare più di tanto sulla loro entità e risonanza.
mica è semplice sentire qualcosa che a dirlo ti mettono in manicomio!
del resto tu lo sai che ce l'hai e mica è giusto ignorarlo o contrastarlo!
quindi sapevo che prima o poi avrei trovato il tempo e il modo di indagare sulle facoltà invisibili (e anche spesso ritenute inutili) e da quando mi sono ritirata dal mondo (o è il mondo che si è scansato? non so) ho riconosciuto, allenato e applicato alcune forme di pensiero che avevo trascurato (stando però attenta a conservarle).
sono parti di me che possono cavarsela molto bene da sole, sono le più acide e malvagie, quelle altre quelle amorevoli vengono fuori solo se incontro qualcuno che mi apprezzi, cosa che non accade da un bel po' di anni.
quando si crea confusione capita che a letto la sera mi senta tremare, ma non come avessi freddo. come se il sangue andasse a scatti. una brutta sensazione che potrebbe sfociare facilmente nel panico se non sapessi che basta poco per farla passare. basta respirare immaginando che il respiro invece che dal naso ai polmoni faccia il giro nelle arterie e nel sangue fin nel capillare più cavilloso e passa. qualche minuto e mi addormento.
tuttavia di giorno non è che sono proprio contenta di questo fenomeno che ha a che fare molto spesso con un senso di mancanza di vicinanza e frustrazione dovuta al conflitto per qualcosa che per me dovrebbe manifestarsi in questa vicinanza, ma che non è condivisa anzi è osteggiata dalla controparte.
questo è quello che mi fa tenere a distanza l'amore e vivere più agiatamente nel resto dei sentimenti; è questo che mi rende apparentemente cinica, sarcastica, impermeabile, fluttuante.
non credo che riuscirò mai a invertire questo meccanismo.
anche solo immaginare di aggiungere uno sforzo verso la bontà o l'essere amorevole, mi manda in bestia.
e così come dicevo nel post precedente, mi rassereno nelle storie torbide, nei gesti estremi, in una violenza mentale che mai potrei rendere reale, ma so di avere ed è quello che vorrei condividere o che venisse accettato e invece è spesso interpretato come aridità o durezza d'animo invece che come sfida e cioè come quello che è stato per me. una sfida.
evitare di fare del male anche sapendo di esserne capaci, comprendendo nel mio modo di essere anche i difetti e i cattivi sentimenti.
non so dove andrò a finire con questa mania di indagare e pescare nel torbido dei confini invisibili.
a volte per evitare di dire tiro fuori il feng shui, insomma cambio argomento, infatti mi stupisce che da giorni penso di scriverne anche sapendo che non ne sono capace. non riesco a rendere l'idea dei meccanismi che fanno sì che alcuni si sentano sereni pensando e facendo qualcosa che i più reputano disdicevole, malvagio, terrificante (non mi riferisco a chi soffre di patologie conclamate, mi ritengo una donna normalissima, cioè, non patologica, almeno per ora).
voglio dire che so che molti sanno di essere anche posseduti da cattivi sentimenti, ma che io sappia non ci sono eremiti o contemplativi che evitino come la peste l'amore, di solito è quello il fine. beh, per me no.
mi sa che dovrò riprenderlo sto concetto, ma per ora mi fermo qui.
neanch'io sono d'accordo con Murakami Ryu, ma semplicemente perchè sono convinta che sono si possa andare contro la propria natura. insomma, tra solitudine, tristezza e rabbia, io allora dovrei essere una stronza al cubo. invece, anche se quando mi va giù la catena faccio discorsi del tipo "da adesso in poi penso solo a me stessa e al mio interesse, al diavolo gli altri, ecc.", finisce comunque che non ci riesco. questo non per dire che sono buona, difatti sono solo cogliona, ma questo è un altro paio di maniche.
RispondiEliminaGUCHI
RispondiEliminaben tornata, la risposta (ammesso ci sia) credo sia nel post successivo.
cazzate, Murakami non capisce una fava. Le persone (alcune) sono cattive per il gusto di esserlo.
RispondiEliminaPIER
RispondiEliminaalcune, sì.
e le altre?