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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 2 ottobre 2011

A&A gli inquilini invisibili e altro (prima parte)

cronaca vera, inquilini invisibili e strani viandanti, ne avevo parlato allora, era il 31 agosto, e infatti al ritorno da Alcatraz, verso metà settembre, avevo poi messo l'inserzione sul web per il monolocale e pochi giorni dopo arrivano due ragazzi che mi sono subito piaciuti per via che hanno un bel viso e decidono di venire a viverci.
da allora inizia la caccia agli inquilini perchè è come non ci fossero.
arrivano verso le dieci di sera, fanno la doccia, credo insieme perchè la calderina si avvia per pochissimo tempo, troppo poco per due docce e se ne vanno verso le 6,30, il tutto nel silenzio più assoluto. la domenica sono in festa e stamattina mi son fatta coraggio e sono andata a chiedere come si trovano.
mi ripugna sempre andare a scocciare gli inquilini quasi quanto mi scoccia essere scocciata da loro, ma potevo finire a credere non esistessero, che fosse una mia fantasia anche perchè ultimamente non so mica tanto distinguere tra quello che ho in testa e quello che ho intorno. complice sto libro che sto leggendo dell'altro Murakami (tokyo soup) che a parte il cazzotto allo sterno iniziale mi piace assai e stanotte è pure passata più tranquilla del solito credo per via che la mente si è spostata da letture mielose e zuccherine verso storie più realistiche e vicine a il mio sentire sempre troppo tragico e un po' pulp. in effetti sto Ryu sembra un po' una sorta di Cioran erotico, mescolato con Tarantino o, come ho letto da qualche parte, una specie di Pasolini giapponese, comunque ne riparlerò.


esce lei e mi dice, "tutto bene, non mettiamo neanche la sveglia, quando passa la corriera ci svegliamo, facciamo colazione e usciamo".
lui sta facendo la doccia ed esce poco dopo, così gli chiedo di fotografarli per metterli qui.
facciamo due chiacchiere, lui si informa se c'è qualche casa in vendita, "qui si sta bene è tranquillo" lei annuisce. poco prima avevo notato un tatuaggio sulla gamba di lei, c'è il nome di lui e ovviamente le dico "bel problema nel caso___ " ma lei risponde "o Albi o nessuno più!"
ha 21 anni, lui 24. le dico "21 anni? allora altro chè se ce ne saranno degli altri!"
ma lei sembra molto sicura del contrario.

Lei è romena lui albanese, si sono conosciuti a Genova dove lui è arrivato ancora minorenne per giocare nella primavera del Genoa, poi un incidente gli ha spezzato il sogno e adesso hanno un bar dalla parte opposta della città.
parliamo con Ivano, il becchino di cui ho detto, quello che abita nel bosco ed è sempre a mezzo e sa tutto di tutti, la sera quando arrivano con il furgone quasi sempre finisce parcheggiato davanti al suo garage perchè stranamente, anche se l'estate è finita, la strada è sempre affollata di macchine.
e così permesso accordato, il furgone può stare sul passo carrabile.
A. mi dice se vado con loro a prendere un caffè, a due chilometri c'è un circolo della croce rossa che fa da bar, ma declino l'invito, sto aspettando una consegna appunto dalla croce rossa.
nelle zone rurali è previsto un servizio di assistenza per gli indigenti e Silvana, la tipa che lo gestisce, mi ha detto che è arrivato formaggio, marmellata, pasta, riso, fette biscottate e altro e che passa a portarmeli.
mi metto d'accordo con loro che gli lascio una busta quando arriva perchè per me è sempre troppa roba. ci ho messo due anni a farmi forza e usufruire di questo sistema di approvvigionamento, poi ho vinto anche quella remora senza per questo sentirmi sminuita o differente da quel che sono. quando l'ho detto ai miei, mia madre a momenti sviene, mio padre no perchè è sordo quindi non so nemmeno se lo sa. quel giorno ero andata a trovarli e gli avevo portato della pasta e del parmigiano, mia madre li ha presi, voleva pagarli.
i miei son così, tutto è solo questione di soldi, il resto non esiste. gli ho detto "ma li ho avuti gratis, cosa vuoi pagare?" e lei "ma se non li avessi avuti e li avessi portati li avresti pagati, e poi se li dai a noi e poi li finisci devi andare a comprarli e quindi___"
"non rompere i coglioni" le ho risposto pensando "ma come cazzo faccio a mangiare in sei mesi 50 kg di pasta?" e la cosa è finita lì.


2 commenti:

  1. le storie degli altri ci accumunano
    Non so ben spiegarti la sensazione che provo
    E' come se ci fosse anche io

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  2. CARTISEA
    forse suppongo quello che intendi, non volevo fare la lagna, anzi.
    qualsiasi sia la situazione in cui ci si trova in qualche modo credo bene tirare fuori le nostre migliori risorse.
    poi c'è da dire che ultimamente vado talmente poco d'accordo con i connazionali, che sto praticando la via clandestina.
    non so, ma sto preferendo avere a che fare con persone venute da fuori. mi sembra che ci si capisca meglio.
    anche sull'autobus, se posso mi siedo con loro e se ho bisogno una informazione la chiedo a loro, mi sembrano più gentili, quasi umani:)
    è un concetto che prima poi tirerò fuori meglio qui o altrove:)
    buona giornata!

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