tra nuvole e rovine

breve escursione mattutina in un tratto dell'antico acquedotto genovese mentre il cielo come preannunciato si rannuvola.

non serviva neanche l'acqua e menta che avevo fatto ghiacciare per Carlo e per me, fa quasi freddo, il paesaggio è del tutto identico a quello di una passeggiata nel bosco fino al punto in cui il sentiero si interrompe appena dopo la ex chiesa di san rocco.

c'è ancora qualche raggio di sole a fare capolino tra le pietre, le foglie e il mio umore che definire pensieroso è fargli un complimento.

penso ad alta voce che quello è un bel posto per perdersi il giorno che deciderò di farlo e Carlo (stranamente) sente e ghigna bofonchiando "ahh già, vero che tu sei una di quelle che andranno a perdersi come gli indiani o gli elefanti!"

ci sono altri luoghi abbandonati nei paraggi e decidiamo di andarci la prossima settimana, con i viveri che la strada sarà più lunga e impegnativa.

Carlo è un Mechese come me importato, ma ci abita da tanto. Un'orso di paese, ma spesso mi da passaggi quando scendo perchè al mattino abbiamo più o meno gli stessi orari. Quanti anni potrà avere? Più o meno come me, suppongo. Ma avremo scambiato si e no quattro parole, tanto andremmo d'accordo su tutto, dalla politica al resto, che si parla a fare?

Poi a lui piacciono giovani e a me magri, quindi il reciproco interesse è solo per via dell'assoluta assenza di reciproco interesse personale.

Bisogna lo inviti a cena una sera, per sdebitarmi che la mattina mi compra sempre la focaccia anche se non ne ho voglia e non c'è mai verso di pagarla.

Gli ho chiesto cosa volesse o gli piacesse mangiare. Mi ha detto se gli faccio il minestrone. Gli ho detto che non ci penso proprio a spignattare tutto il pomeriggio del giorno prima. Allora mi ha detto, ammiccando: "polpo con le patate?"

Gli ho risposto di sbieco: "assorarata!"

E ci siamo fatti una risata alla genovese (1).

(1) “Son zeneize, a riso raeo/strenzo i denti e parlo ciaeo”

(son genovese, di riso raro/stringo i denti e parlo chiaro)