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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 9 febbraio 2012

L'invalicabilità dei confini invisibili


La città è grande, le vie sono ampie abbastanza da far incrociare due calessi che i suoi abitanti credono amore e invece sono carrocci.
Sui muri invisibili invece dei nomi delle vie sono appesi dei quadri e nelle piazze delle statue e così, passando da una strada all'altra si entra nei mondi che appartengono all'età in cui le opere sono state dipinte o scolpite prima che il mondo diventasse invisibile.
Siccome tutto è invisibile c'è la musica che aiuta a riconoscere il percorso e così da bambini si va a scuola molto piccoli perchè ci sono un bel po' di cose da imparare per poter vivere in quello stato a partire dalle vibrazioni che colori e forme emanano nello spazio.



La città è come tutte all'interno di confini che però e come lei sono invisibili.
Tuttavia lo senti sotto ai piedi che c'è una impercettibile sconnessione che va a cadere in modo da darti l'impressione di inciampare o cadere perché, non vedendola, il piede la prende a caso e facilmente in modo che gli occhi strabuzzano, le braccia si alzano e l'altro piede si chiede, annaspando nell'aria: "e adesso? dove vado?" e intanto tu pensi "cado!"
Sono una esperta di cadute. Le sento come un rabdomante sente l'acqua passeggiando per un campo.
Potrei fare un sacco di cose tra quando sento che cado e quando sono per terra.
Fermarmi, controbilanciarmi, allungare le mani, parare la caduta e invece sembra un destino affascinante e ineluttabile, mi osservo che cado come cadessi morta dopo che un fulmine mi ha colpito.
Comunque, non era di questo che dicevo quanto dei confini invisibili.
Anche le persone li hanno, ma non si sentono con i piedi o con i sensi, a meno di avere ben sviluppato anche il sesto.
Allora la città invisibile esiste entro un proprio ambito, spesso diverso da quello originale perché per tanti motivi o come avveniva durante gli assedi nelle guerre di tanto tempo fa, gli assalti dei rivali confinanti o l'aumento demografico o la pressione esterna li hanno via via ristretti e oltre non si può.
Viceversa per ragioni di altra natura, per esempio la presenza di fiumi o pianure, alcuni passaggi ristretti o aree depresse sono state colonizzate e così la superficie persa in un modo è stata recuperata altrove.
All'interno della città invisibile ovviamente si è invisibili e così quando all'improvviso si sconfina, tante cose a partire da se stessi diventano evidenti.
Infatti in certe condizioni di luce si vede da lontano un brillio come quello intorno alle nuvole quando il sole tramonta. Sono le ombre degli invisibili che compaiono e scompaiono quando inavvertitamente o volontariamente passano il limiti della città.
A volte i bambini giocano sul bordo a chi ha l'ombra più lunga, ma i grandi non vogliono perché a volte l'ombra può venire inghiottita dal buio e trascinarsi dietro anche il bambino.
Perché, gli invisibili, li hanno tutti gli altri sensi, a parte quello della vista che è molto poco sviluppato dato che tutto è invisibile.
Provano emozioni, paure, piacere come fossero visibili e non gradiscono le incursioni perché le persone che entrano nella città invisibile neanche lo sanno che ci sono dentro dato che a loro mancano il buon senso e quello dell'ironia, la fantasia e l'immaginazione.
Entrano e avvertono piacere, chiamano quel luogo magico, ma non sanno che magari sono nel cesso di una casa invisibile della città invisibile mentre la persona invisibile non è certo contenta di venire disturbata al cesso da un energumeno che occupa un sacco di spazio e se ne va in giro beato come fosse in vacanza.
Forse bisognerebbe delimitare visivamente, con dei paletti, i confini, ma così diventa come una prigione.
Allora bisogna stare attenti. Quando si vede l'ombra vuol dire che si cammina sul bordo e a forza di tentativi, poi impari a sentire dov'è l'impercettibile differenza tra i due mondi e dove sia il centro del tuo.

La lezione è finita _ dice la maestra invisibile ai bambini increduli_ ci "vediamo" domani che vi interrogo.

da parallelamente, 28 agosto 2011


4 commenti:

  1. Si,ma poi si è persa anche lei nei meandri del profitto,non ti preoccupare,la natura dell'uomo,è la stessa natura del cancro.
    Mi dispiace essere così stronzo ma che ci posso fare se l'umanità è il male del corpo vivente della terra?

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  2. Hey! mica male questa definizione!
    vediamo, come potremmo rigirarla in forma di haiku? proviamo:

    persi nei meandri
    cancro e umanità
    simil natura

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  3. profitto dell'uomo
    male della terra
    essere stronzo

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