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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

martedì 27 marzo 2012

da una giungla all'altra



e così, si stava dicendo di come a volte si fanno programmi che poi vengono stravolti soprattutto per la capacità immaginativa dell'individuo umano mentre, nel resto del regno animale, si segue una "logica" in cui mancano i diversivi, le complicazioni interpretative e, forse, su tutto manca il senso del tempo futuro.
saltando alle conclusioni, sembra che a guastare le cose siamo proprio noi e la nostra intelligenza, facile preda dei rapimenti scimmieschi e goffi di chi promette chissà cosa e in cambio ci toglie tutto.



in questa danza elegante l'intento è quello di spezzare il collo all'avversario a cui si contende l'esemplare femmina.
e così via in ogni specie animale vi è questa sorta di catena della sopravvivenza indispensabile a conservare equilibri che comprendano la presenza di ognuno con pari dignità e valore.
perchè la natura abbia dotato di sole sette vertebre un collo così lungo è un mistero.
mi affascinano le giraffe, mantengono questo sguardo così simile a quello dei cerbiatti qualsiasi cosa stiano facendo.
anche se incazzate nere, restano eleganti, distaccate. ho visto dei video dove leoni e leonesse tentavano di mordere il sedere a una di loro che per proteggere il suo piccolo reagiva con dei pestoni fenomenali, tanto che ne fa fuori uno e gli altri scappano.
anche il parto è vissuto in modo assolutamente dignitoso, sembrano essere davvero al di sopra di tutto.


penso che anche gli umani dovevano essere in parte simili e in parte lo siano rimasti, fatte salve le "sovrastrutture" e il "logorio della vita moderna", infatti c'è da chiedersi se sia possibile vivere senza agi, comodità e denaro nella giungla di cemento e asfalto, borsa e mercati, politica e ingiustizia sociale.
e soprattutto, come si vince la discriminazione e il pregiudizio di una scelta o di una condizione forzata in cui si rinunci in tutto o in parte a tutto quel ben di buddha a cui siamo tanto abituati?
da diversi anni esistono esempi eroici di persone che tentano questa esperienza, tra loro Mark BoyleRaphael Fellmer e Nieves Palmer ma la più famosa e forse l'antesignana di questo "metodo" è Heidemarie Schwermer (esule prussiana nella Germania occidentale nei primi anni '40), che dalla metà degli anni '90 ci sta riuscendo, e ci racconta come, in un libro appunto intitolato Vivere senza soldi.
beh, in parte il suo percorso è stato un recupero delle priorità  essenziali capaci di renderla felice, quindi la sua è, come lei stessa ammette, una soluzione ideale per sè.
tuttavia con il suo esempio intende promuovere la possibilità che ciascuno possa riuscire a "togliere valore ai soldi", o quanto meno ad alleggerire le sovrastrutture che derivano dal dominio del dio denaro sulle nostre coscienze oltre che delle nostre menti.

"Quando l'accumulazione di ricchezza non rivestirà più un significato sociale importante, interverranno profondi mutamenti nel codice morale.
Dovremo saperci liberare di molti principi pseudomorali che ci hanno superstiziosamente angosciati per due secoli, e per i quali abbiamo esaltato come massime virtù le qualità umane non piacevoli.
Dovremo avere il coraggio di assegnare alla motivazione "denaro" il suo vero valore.
(John Maynard Keynes, pagg. 175)

il fatto che la sua formazione e professione siano state attinenti alla psicologia segnano e facilitano la realizzazione di una condizione che ha molto a che fare con le esperienze traumatiche che ha vissuto nei primi anni di vita durante le discriminazioni di cui fu vittima la sua famiglia e anche da una forte componente politica e di uguaglianza sociale, ma il suo discorso appare lucido e plausibile proprio perchè si sviluppa come percorso di crescita, responsabilizzazione e consapevolezza di quanto davvero sia all'origine della felicità personale senza che nulla di quanto si fà possa in alcun modo ledere al prossimo o all'ambiente.
il fatto che sia anche riuscita ad avere "successo" sembra smentire il luogo comune per cui alcuni (molti) pensano che determinate scelte debbano necessariamente rendere estraneo o alieno al mondo civile chi le predilige, di fatto etichettandolo come barbone o, peggio, parassita.
in realtà il suo modello consiste nello scambio di prestazioni e nell'atto generoso e umano di donare secondo una scala di valori slegata appunto dal denaro e, pertanto, "valevole" sul piano della competenza, della capacità di svolgere un ruolo o una mansione e del piacere insito in ciò che si fa.
Heidemarie ama il prossimo, è una operatrice sociale, e anche per questo riesce nei suoi intenti eppure ha dovuto vincere paure, insicurezze e pregiudizi insiti in se stessa, spogliarsi e rivestirsi di strati e strati di pudori, vergogna, tenacia, cadute, incertezze, successi, delusioni, incontri, occasioni, tentativi per arrivare alla sua idea e trovare un suo spazio in cui sentirsi al meglio, benchè intorno a lei la giungla sia ancora un ambiente del tutto inospitale a questo genere di esemplare umano.

6 commenti:

  1. credo che sarebbe necessario per tutti ripensare il concetto di denaro. fu inventato come mezzo, ma da tempo ormai è diventato un fine, ed è esattamente questo "errore" che ha portato a tutti i problemi che stiamo avendo. penso che un sistema ibrido denaro-baratto potrebbe essere fattibile e dovrebbe essere auspicabile: chi sa fare utilizzi le sue capacità, e chi non sa fare paghi (a parte che chiunque sa fare qualcosa e le cose che si possono fare sono moltissime, anche se, ancora una volta, si ricade nell'errore di "dare un valore" a tutto e così certe cose vengono considerate di minor valore di altre quando caso mai dovrebbe essere il contrario).
    la vera domanda comunque è: ha senso che io stia qui a esprimere la mia opinione? in questo periodo la tentazione della grotta si sta facendo forte.

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    1. ho letto solo l'incipit del tuo post sulle notifiche, e mi è sembrata una buona risposta alla tua domanda.
      la mia impressione è che tu viva al momento il tuo sapere e i tuoi valori in modo astratto e, pertanto, prevedibile per chi un po' ti conosce.
      i tuoi commenti appaiono quindi "scontati" almeno tanto quanto i miei post (mi dico io).
      spero che anche tu ti diverta nel scriverli così come è per me quando confeziono i post.
      perchè una possibile differenza che potrebbe dare senso, significato e motivazione a commentare e scrivere potrebbe essere appunto quello di "formulare" e "comunicare" qualcosa che per noi ha senso e nello stesso lasciare agli altri la possibilità di leggerci quello che pare a loro.
      cosa che però ultimamente, secondo me ti è venuta a mancare (salvo che per quanto riguarda i racconti).
      personalmente ti trovo un (tanto) "fredda" nell'esprimerti, anche quando parli di viaggi e (appunto) esperienze. tutto sembra disgustarti profondamente e dirlo elegantemente credo basti poco a incoraggiare il dialogo.
      è un errore che è anche mio e che tento di limare con i mezzi che ho e che come sai prescindono dal denaro che ho in misura più o meno pari a quanto costa andare un paio di volte al mese da roma a torino con un treno veloce.
      quindi vedi bene che se avessi trascurato le ovvie considerazioni sul senso del denaro o mi limitassi unicamente a darle per assodate, farei davvero poca strada e probabilmente vivrei ancora più avvelenata di quanto sono.
      il problema è: perchè nonostante tutto quel che so e che ho imparato sia ancora e troppo spesso avvelenata? con chi ce l'ho?

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    2. (segue)

      e la risposta attuale è che ce l'ho con chi sapeva bene chi sono, come vivo e cosa chiedo e lo ha bellamente ignorato facendomi sentire esattamente come fossi una qualsiasi merce di scambio il cui scarso valore comporta però la semplice dismissione e remissione in discarica.
      dunque vedi che dietro al post c'è qualcosa di molto personale che prende a spunto e pretesto qualcosa di condivisibile o meno dal prossimo, ma che ha un suo perno di ragionamento e sentire intorno a cui giro da mesi e che mi appare ancora molto lontano da una sua conclusione.
      insomma, voglio dire, il cervello umano che pure ha portato e porta complicazioni alla semplice vita "animale" è sia croce e sia delizia della nostra vita.
      c'è e quindi perchè rifiutarsi di "usarlo" per rendere migliori noi stessi e il mondo?
      perchè altri o tutti gli altri pensano diversamente?
      ma, alla fin fine, chi se ne frega!
      soldi o non soldi c'è una dimensione personale e soggettiva di "felicità" (intesa come soddisfazione di sè, stima, senso di pace, amore, chiamalo come vuoi) che è sacrosanto ricercare a prescindere che la ricerca abbia o meno un buon esito o che sia immediato.
      ovvio che limitarsi a riepilogare decaloghi di saggezza blocca i processi e conduce verso l'eremo (o la grotta) il che anche va benissimo!
      quanti ce ne sono stati e ce ne sono che fanno quella scelta?
      tantissimi!
      e credo facciamo soprattuto a meno del web!
      insomma, pur capendo il tuo punto di vista, mi dico: ma se è davvero applicare ciò che professi la cosa a cui tendi, ma perchè insisti e persisti nell'apparire così assuefatta e dipendente da un sistema che osta al raggiungimento del tuo obiettivo?
      e siccome però ho anche io le mie gatte da pelare, attendo di osservare quali sviluppi si verificheranno sempre sperando che siano quelli auspicati per te o per chi sta "lavorando" per raggiungerli.
      ognuno trova la sua strada, se la cerca e se quando la trova la percorre, altrimenti tutto resta un puro esercizio linguistico e mentale o la manifestazione di una profonda incongruenza tra ciò che si dice e ciò che si fa e quindi sintomo di un conflitto interiore, di un blocco e così via, potrei andare avanti per ore in questo delirio, l'ho già fatto e con te non ha funzionato, segno che la tua strada è diversa dalla mia.
      una o l'altra o un'altra ancora sono giuste solo se funzionano.
      quindi anche chi se lo compra il rolex ed è felice, per me va bene anche se per me è diverso, son contenta per lui/lei. e tiro avanti a modo mio diceva una canzone della patti (pravo, no smith)

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    3. per carità, conosco un sacco di gente felicissima di avere un Rolex. che se lo tenga stretto con la mia benedizione.

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  2. e che strano, avevo/sto pensando ad un post sull'autorealizzazione ...

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    1. invece io a mezzanotte ne metto uno che si intitola: PierTetica_mente:)
      e ovviamente evito di dirti di che parla, tanto lo sai o lo immagini:)

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