.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 11 marzo 2012

Tsumiki no ie

oggi alle 17,03 ho visto i primi rondoni di ritorno da chissà dove hanno passato l'inverno chissà come.
ma ho dimenticato perchè li aspettavo.
è che con l'età si perde la memoria, la tenacia, la fantasia e tante cose si perdono, anche gli spazi si fanno più stretti, i passi più corti, i giorni più brevi, i pasti più miseri, le notti più insonni, i sogni più strambi e le parole bastanti solo per qualche grugnito a se stessi.





"Tsumiki no ie" (La Maison en Petits Cubes) è un corto d'animazione del 2008, vincitore dell'Oscar come Miglior cortometraggio animato nel 2009.


Come si fa a parlare di memoria?
Intanto bisognerebbe averla, la memoria, perchè se l'hai persa, diventa tutto nuovo e anche tu diventi ogni giorno un nuovo te.
Kunio Kato, l'animatore giapponese autore del corto, ha scelto di parlare di memoria attraverso l'uso di musiche e immagini, senza ricorrere alle parole, mostrando la semplice vita di un vecchio che abita in una città in cui il livello dell'acqua cresce ogni giorno così da costringerlo a costruirsi nuovi piani della propria casa che via via si riduce di dimensione portandolo inevitabilmente a scegliere quali oggetti e quali memorie tenere con sè e quali abbandonare. 
Poi, un giorno, una disattenzione fa sì che la sua inseparabile pipa gli cada nell'acqua e sprofondi nei piani inferiori di quelle "case del tempo" e lui decida di immergersi, benchè abbia altre pipe con sè, come fosse una sorta di esercizio di vita, una forma di tenacia e perseveranza, una disciplina del vivere indifferente alla solitudine e all'isolamento; un'affermazione di carattere.
Apparentemente sereno e senza alcuna paura di perlustrare abissi dimenticati e ritrovare quanto ormai ha cessato di esistere sia nella forma umana e sia in quella materiale, si immerge e vive in altra forma da quella che ha conosciuto e dimenticato.
Un'allucinazione in cui percorre la sua vita al contrario, ma lui lo sa che è la sua?
Forse lo capisce al punto più profondo del suo viaggio sommerso, nel punto da cui tutto è iniziato, in un altro tempo e in un altro luogo entrambi scomparsi: un vecchio bicchiere di sua moglie, un oggetto che gli risveglia un ricordo che porterà con sè nell'ultima stanza in cui, ormai solo, brinderà alla vita per quel che è e per quello che lui è nel suo presente.

10 commenti:

  1. bello! ah, costoro hanno quel qualcosa che m'inchioda come un quadro al muro, ma continua a muoversi, a vivere, a spostarsi cosicché quando torno per rimirarli non ci son più.. (Tetsuya Ishida lo conosci?) *
    a un giorno dalla scomparsa di un altro grande penso sempre più intensamente che disegnino con precisione un altro mondo, quello in cui starei a meraviglia /

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tetsuya Ishida ?
      ___ ora che l'ho visto mi sono accorta che lo avevo già visto, e in qualche modo ci sono delle immagini da te che me lo ricordano, ma___ (vabbhè è un discorso lungo, che ho mancato di specificare), ma spero si colga che tutto sto parlare di morti e solitudine per me ha connotati diversi da quelli "depressivi", che per me ha del bello e rasserenante.
      dimmelo tu, che di te mi fido, si capisce vero che per me è una condizione "naturale" e che anzi detesto le lagne e i piagnistei?
      Jean Giraud____ sì, m'ha stupito! giovane per altro, poco più che settantenne.
      però ci sta, nel mio immaginario di coincidenze casuali, ci stà eccome se ci stà!
      e tra le righe sto post è nato da quel fatto, ma mai avrei pensato che qualche altro arrivasse al nesso, neanche per caso. l'ho messo lì come appunto e invece guarda un po':)
      la tua bambola anche ha a che fare con questo post.
      ma se dovessi dirti perchè, avrei commentato, invece ho preferito di no.
      è un argomento che tornerà, la prossima volta, forse.
      è che da bambina avevo solo una bambola perchè poi hanno visto che tanto la ignoravo e hanno smesso di comprarmi giocattoli tanto giocavo solo con l'acqua.

      Elimina
    2. sì, so, ti conosco, per quel po'.. diciamo che le connessioni ci sono. Del resto noi siamo quello che 'cresciamo', si affollano e si ammassano in noi tanti/e noi, frutto e rifiuto di ciò che facciamo e non, pensiamo, sogniamo. La mia bambola era un oggetto immaginario. Anche a me non piacevano! ;) *

      Elimina
    3. al momento la folla è diradata e scruta dalla penombra ghignando:)
      la parte emergente ha deciso che torna a fare l'orto così, tanto per aiutare la mente a tenere il polso alla disciplina e alto l'onore con un po' di onesto e modesto lavoro:)

      Elimina
  2. anche Maupassant scrisse una novella sugli oggetti, e sul loro potere di rievocare ricordi...deve essere una condizione umana ricorrente, e a quanto pare anche i giapponesi non sfuggono a questa malia ... pure Tanizaki ha affrontato questo ttema se pur in modo marginale ... vabbè basta che fa troppo sapientino, vado un pò ot concludendo che qui rondoni ancora niente e che oggi sono sfuggito all'ennesimo elmo di MelinaRiccio sull'amMmore universale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dici a proposito della polvere sugli oggetti e il ruolo della penombra?
      perchè quello è un bellissimo tema che ho in mente da tanto ma manco ancora dell'ispirazione per evitare di farne un sermone:)
      in effetti se vuoi dire del tempo e dei richiami casuali scegliere gli oggetti e di farne metafora rende bene l'idea, la bellezza che ho trovato in questo video è nel renderla leggera e allusiva di altri viaggi, diciamo che il disegno aiuta, lo stesso racconto interpretato da attori avrebbe portato ad altre sensazioni, forse più cupe, mentre i viaggi per loro natura dovrebbero anche essere ameni.
      poi se una (come me) al fondo è buona, anche la melma è dorata;)

      Elimina
    2. si ... della patina che gli occidentali chiamano sporcizia etc etc

      il video è ..lieve concordo.
      e cmq alla faccia sto nonnino fa il sub e si immerge :P gajardo

      Elimina
    3. è tempo che mi dico di comprare qualcosa di roberto peregalli che ha la fissa di questo argomento (anche lui lo conosco per via della trasmissione di fazio) mi è piaciuto come ha allargato questo discorso all'architettura e all'urbanistica oltre che alle forme pittoriche, letterarie e di vita quotidiana.
      sai che anche io al'inizio ho notato la scelta di disegnare con così tanto vigore giovanile l'impresa del vecchietto?
      poi ho riflettuto sul fatto che da una certa età in poi, in effetti, certe discese "negli inferi" siano quasi piacevoli e rivitalizzanti al contrario di quanto avviene in gioventù o alle prime immersioni quando si farebbe a meno di partire e facilmente partono gli emboli:(

      Elimina
  3. è morto moebius oggi lavorerò per 1o

    RispondiElimina