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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 22 luglio 2013

escalera de caracol

dove caracol sta per lumaca, ma rende la sensazione di precarietà 
che a molti procura l'avvitamento
delle scale a chiocciola o elicoidali.








più ancora che nei casi precedenti delle scalee e delle rampe interne
è (a me) evidente quanto, col passare del tempo,
l'uomo, alla ricerca dell'innovazione abbia
sacrificato la magia della forma
e la sua integrazione a favore di un 
minimalismo scarno e glaciale in cui l'unico elemento
di raccordo è la scomodità di questo strumento di collegamento
tra un di sopra e un di sotto.








sono cambiati i parametri estetici e del gusto.
in alcuni casi la scelta è più felice che in altri,
tuttavia pare prevale, a mio avviso in modo eccessivo,
la pretesa di un rigore formale
che sa più di sfizio per viziati e annoiati ricconi 
o, peggio, arricchiti.



una scala è una scala, come ogni oggetto funzionale 
dovrebbe innanzi tutto servire al suo scopo.
consumismo e agiatezza hanno 'viziato'
gli usi e costumi e aggiunto un surplus di inutilità a
maggior costo ai manufatti di ogni genere.
credo bene far a meno degli inutili fardelli e recuperare
un po' di sana austerità, tanto è sicuramente escluso che
il prossimo esempio, come tanti altri che imperversano
nelle vetrine, entrerà o entreranno mai a far parte del
patrimonio dell'umanità.


2 commenti:

  1. tetris ... e quella del mercato orientale?

    Ps. Il romanzo familiare dei nevrotici di Freud mostra la strada per trasformare, attraverso la scrittura, la «foresta di sogni» di paure e misteri. :)

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    1. ti aveva colpito, eh?
      in effetti potrebbe esserci una concomitanza tra le scale e i sogni, finito il focus scaligero, vedremo se ne arrivano di più comprensibili...

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