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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 21 ottobre 2013

corte sconta

quadri invece delle foto perché l'elemento che caratterizza la città e la sua laguna è impalpabile e per tanto ho pensato di rappresentarlo cercando di rendere al meglio il paesaggio naturale raccontato con la propria umidità. ogni tela (cliccando sulla foto si ingrandisce) dice di una visione che guarda alla stessa realtà pur essendo diversa per ciascuno e così tanto da cambiare in funzione del tempo della vita in cui s'attraversa.





















Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola, nella cui atmosfera corrotta l’arte un tempo si sviluppò rigogliosa, e che suggerì ai musicisti melodie che cullano in sonni voluttuosi.
Thomas Mann

Patrimonio unesco dal 1987 

11 commenti:

  1. Teti! Hai ragione, il video è stupendo e la musica pure!
    Venezia è bella tutta, anche se, ahimè, molte zone sono veramente trascurate, proprio come scritto su "Corti sconte".
    Cinque giorni non ci sono bastati per visitarla tutta quanta e poi ero insieme ai miei genitori. Mia madre sulla "strada dei ricordi" ci ha voluto portare prima nel luogo dove è nata e cresciuta, poi alla Celestia, dietro l'Arsenale dove ha abitato fino al '62 prima di trasferirsi a Roma, e mentre ci raccontava diversi aneddoti della sua infanzia e della sua giovinezza mio padre, che non si sentiva al centro dell'attenzione di figli e nipoti, siccome non si parlava di lui cercava di depistarci dandoci indicazioni sbagliate o suggerendoci di andare a visitare altri posti. Una comica insomma!

    Venezia...patrimonio unesco dal 1987...povera Italia che sta andando in malora!

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    1. per me girare con un nativo è la cosa migliore di cui approfittare quando ci si trova a visitare una città...
      mai come in questo caso, i patrimoni sono insieme croce e delizia.
      e sono davvero pochi quelli in cui si può godere dell'atmosfera originaria come la si intuisce nelle pitture... sovrastrutture, turisti e ambulanti soffocano e intralciano (oltre che lordare).
      ovvio ben vengano i visitatori ma per come son fatta, forse preferisco goderne da casa attraverso le cornici artistiche e musicali messe a disposizione dal web perché troppo spesso guardando le foto dei viaggi altrui vedo solo piccioni, bancarelle e cicche per terra su sfondi sfocati e indistinti...
      e così sei per metà veneziana...
      bello, mi piace!

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    2. Metà veneziana e metà cagliaritana, nata a Roma e residente a Greccio!
      Ma dimmi te!
      I turisti sporcano è vero, ma non tutti e i veneziani non sono da meno. Se giri nelle zone poco battute dalle orde di turisti, trovi calli, callette, ponti e sottoportici piene di cacche di cane belle spalmate...che schifo! E le cicche i veneziani le buttano direttamente nel canale, mentre ho visto turisti spegnerle per terra e buttarle dei cestini dei rifiuti. Diciamo che la coscienza dovrebbe renderci più rispettosi dell'ambiente a prescindere dall'essere turisti o residenti! Riguardo i piccioni adesso pare sia vietato dargli da mangiare, almeno a Piazza San Marco dove è anche vietato mangiare seduti. -_-
      Palazzo Ducale stupendo!
      A Venezia tornerò!

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    3. A proposito delle mie origini...5 figli, i primi due nati a Venezia e gli ultimi tre a Roma. Mio padre, parlando con alcune signore del posto, indicando mia sorella maggiore ha detto: "Lei è nata qua alla Celestia, è di Venezia, invece QUESTA (indicando me) è burina, è nata a Roma". Che sagoma mio padre! Ancora lo prendo in giro!!!

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    4. le cicche sono un flagello e imperversano ovunque.

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  2. Da: Italo Calvino, Le città invisibili, 1971.

    -Ti è mai accaduto di vedere una città che assomigli a questa? - chiedeva Kublai a Marco Polo sporgendo la mano inanellata fuori dal baldacchino di seta del bucintoro imperiale, a indicare i ponti che s'incurvano sui canali, i palazzi principeschi le cui soglie di marmo s'immergono nell'acqua, l'andirivieni di battelli leggeri che volteggiano a zigzag spinti da lunghi remi, le chiatte che scaricano ceste di ortaggi sulle piazze, dei mercati, i balconi, le altane, le cupole, i campanili, i giardini delle isole che verdeggiano nel grigio della laguna.

    L'imperatore, accompagnato dal suo dignitario forestiero, visitava Quinsai, antica capitale di spodestate dinastie, ultima perla incastonata nella corona de Gran Kan.

    - No, sire, - rispose Marco, - mai avrei immaginato che potesse esistere una città simile a questa. L'imperatore cercò di scrutarlo negli occhi. Lo straniero abbassò lo sguardo. Kublai restò silenzioso per tutto il giorno.

    Dopo il tramonto, sulle terrazze della reggia, Marco Polo esponeva al sovrano le risultanze delle su, ambascerie. D'abitudine il Gran Kan terminava le sue sere assaporando a occhi socchiusi questi racconti finché il suo primo sbadiglio non dava il segnale al corteo dei paggi d'accendere le fiaccole per guidare il sovrano al Padiglione dell'Augusto Sonno. Ma stavolta,

    Kublai non sembrava disposto a cedere alla stanchez­za. - Dimmi ancora un'altra città, - insisteva.

    - ... Di là l'uomo si parte e cavalca tre giornate tra greco e levante... - riprendeva a dire Marco, e a enu­merare nomi e costumi e commerci d'un gran numero di terre. Il suo repertorio poteva dirsi inesauribile, ma ora toccò a lui d'arrendersi. Era l'alba quando disse: -Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco. - Ne resta una di cui non parli mai.

    Marco Polo chinò il capo. - Venezia, - disse il Kan.

    Marco sorrise. - E di che altro credevi che ti par­lassi?

    L'imperatore non batté ciglio. - Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome.

    E Polo: - Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia.

    - Quando ti chiedo d'altre città, voglio sentirti dire di quelle. E di Venezia, quando ti chiedo di Venezia. - Per distinguere le qualità delle altre, devo parti­re da una prima città che resta implicita. Per me è Venezia.

    - Dovresti allora cominciare ogni racconto dei tuoi viaggi dalla partenza, descrivendo Venezia così co­m'è, tutta quanta, senza omettere nulla di ciò che ri­cordi di lei.

    L'acqua del lago era appena increspata; il riflesso di rame dell'antica reggia dei Sung si frantumava in ri­verberi scintillanti come foglie che galleggiano.

    - Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano, - disse Polo. - Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O forse, parlando d'altre città, l'ho già perduta a poco a poco.

    :)

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    1. grazie, ci sta eccome!
      ci sono pochissime citazioni su venezia, quasi tutte dicono lo stesso.
      tutto la racconta e niente la può raccontare.

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    2. Grazie a te per questo elenco di bellezze!
      Allora al prossimo post?!
      Buona giornata! :)

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    3. ci sto lavorando... ormai sono partita per la tangente... tra un po' arriva equitalia...!

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  3. ostregheta ... potrebbe essere la città più dipinta della storia, persino più di Parigi. Sei riuscita a non parlare del Mose :) che la farà sommergere definitivamente .. molto pittoresco.

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    1. hai centrato il punto.
      ci facciamo belli con le vestigia del passato e, oltre a edificare quasi unicamente brutture, facciamo di tutto per degradarle... e mortificarle.
      (penso in particolare a un sindaco che affitta pezzi di centro storico...)

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