che fine hanno fatto i savi?
quelli che sanno, prima che qualcosa accada, quando e come accadrà?
coloro i quali, dato un evento o una notizia, ne sanno decifrare il significato, stabilire l'origine, prefigurare lo sviluppo?
che io ricordi sono stati spazzati via quando sono entrati in scena gli opinion leader.
perché, a un certo punto, sarà sembrato a qualcuno che saggezza facesse coppia con tristezza e tradisse quella libertà di pensiero e di parola che è dovuta a tutti e allora ecco pronta questa figura capace di anticipare le tendenze e al contempo fornire opinioni a chi, per pigrizia o scarsa attitudine, ne è privo.
in ogni caso, e comunque sia, oggi siamo messi che, quando succede qualcosa, troppi dicono (più o meno le stesse cose) del perché, del per come e cosa succede dopo.
ma nessuno azzecca mai nè il perché, nè il per come e nemmeno il dopo.
falso problema, tanto il giorno successivo, chi si ricorda cosa hanno detto?
a esser pignoli, ci sarebbero i video per smentire le asserzioni successive, ma ne vale la pena?
in fondo che ne so se sia davvero come la racconto, e se domani cambio idea?
di certo posso dire che a me per pensare a una cosa da fare ci vuole del tempo e mille volte tanto per concretizzarla.
poi, che la valutazione delle conseguenze è accurata, ma se alla fine qualcosa va storto mi assumo l'onere di raddrizzarla e, quando dovessi fallire, pure quello della mancata riuscita.
e così ci vogliono anni per tendere a qualcosa assomigli alle mie priorità.
in aggiunta c'è anche che mi manca il dono dell'ambiguità e cambiare rotta è anche più faticoso di tenerla in bolla.
insomma, sono decisamente avulsa a un sistema popolato di maghi e fattucchiere capaci di darsi un obiettivo, realizzarlo dal mattino al pomeriggio e la sera girarlo come si fa con le frittate.
ho anche provato ad adeguarmi, ma la mia testa si rifiuta.
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