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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

martedì 3 dicembre 2013

patrimonio condiviso

Si può dire che il Monte San Giorgio sia il più antico sito italiano tra quelli Unesco. 
Il versante svizzero è inserito nell'elenco dal 2003, quello nazionale dal 2010, ma prima di parlare dei motivi che rendono speciale questo rilievo occorre andare indietro nel tempo, fino al Triassico.
Duecentocinquanta milioni di anni fa, la Terra, era ancora riunita in un unico grande super continente a forma di 'C', detto Pangea.
A nord le grandi masse continentali dell'Eurasia e dell'America settentrionale, a sud l'Africa e il Sudamerica ancora unite a India e Australia.
Al centro della Pangea un golfo, la Tetide, e tutt’intorno un oceano, Panthalassa.
Al centro della Tetide una serie di grosse isole tra cui spiccava il Mega Lhasa Block (l’Himalaya di oggi) e altri gruppi di terre emerse dove oggi è il Canada.
L’Italia al tempo del Triassico, si può dire inesistente.
Affioravano a mala pena le Prealpi lombarde, le Dolomiti, le Prealpi carniche, l’Appennino ligure, quello tosco-emiliano, il campano, il lucano, i monti Peloritani in Sicilia e alcune piccole aree della Calabria e della Sardegna.
Più tardi, nel Giurassico (da 200 a 145 milioni di anni fa), in una porzione della Tetide, si formerà un oceano che prenderà in nome di Oceano ligure piemontese.

L'Italia dall'Era Primaria (da 542 a 251 milioni di anni fa) al Pliocene (da 5,3 a 2,5 milioni di anni fa).

Ma torniamo al Monte San Giorgio che, al tempo del Triassico, era il fondale di una laguna dal clima tropicale, ubicata ai margini dell'oceano Tetide. 
Protetta e, parzialmente, separata dal mare aperto da una sottile barriera corallina. 
Il fondo marino stagnante e povero di ossigeno favorì la conservazione dei resti degli animali che vi abitavano, sia dentro e sia fuori dall'acqua e i diversi sedimenti oggi emersi costituiscono una testimonianza estremamente significativa e utile allo studio dell'evoluzione delle specie in relazione ai cambiamenti geoclimatici in un arco di tempo di oltre quindici milioni di anni.
Gli esemplari rinvenuti ammontano, ad oggi, a circa ventuno mila, fra cui trenta specie di rettili, ottanta di pesci e circa cento di invertebrati. 
Molti di questi reperti, oggetto di studio in Italia (prima) e in Svizzera (poi) dalla metà dell'800, sono esposti e conservati, in territorio italiano, nei musei di Besano, MerideMilano.

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