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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

mercoledì 5 marzo 2014

Che tu possa arrivare in paradiso mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto.

...recita un antico proverbio irlandese.
più o meno è quel che si augura chi, avendo fede, pospone lo stato di grazia e beatitudine in un futuro ben più incerto di quello fisico in cui il suo corpo è al momento relegato.
chi subisce e sopporta rincuorato dalla speranza che, anzi, maggiore è la sofferenza in terra e maggiore sarà la felicità nei cieli.
chi crede e chi no.
e a chi no, cosa resta altro che tutto quello che c'è?


traduzione

in ogni caso, per tutti viene il giorno che finisce 'quel che c'è' e quando accade mica è detto che si abbia il tempo di accorgersi di avere già un piede dall'altra parte.
la sera a letto penso spesso all'eventualità che al mattino sia tutto finito e, benché a fatica, sono arrivata alla conclusione che l'unica persona a cui la cosa sarebbe del tutto indifferente sarei io stessa.
ci penseranno gli altri a sfondare la porta, trovarmi e scartabellare alla ricerca delle tracce da seguire per sbrogliare le noiose burocrazie, ecc. ecc.
quel che invece mi spaventa ancora è il malanno, l'accidente che ti lascia lì a ebetire, incapace di chiedere soccorso, soprattutto se accompagnato da atroci dolori e sofferenze per settimane.
anzi, settimane no. giorni.
tre, quattro?
diciamo anche cinque o sei, dato che in stato vegetativo, secondo me si resiste anche senza acqua.
mettiamo che i primi due, benché immobilizzata, io sia ancora in qualche modo cosciente...
ecco, questa cosa qui fatico a digerirla.

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