n.p.
come la temperatura di Potenza: non pervenuta.
ma nemmeno una, neanche per sbaglio.
le uniche buone sono quando quelle orrende si rivelano brutte.
eppure nel mio piccolissimo mondo tutto procede al meglio.
e chissà per quanti si può dire lo stesso.
ciò nonostante fuori dal piccolo mondo individuale il quadro è sempre più desolante e irrimediabile.
mi sento un po' come l'ultimo dinosauro che osserva impotente la moria della sua razza e del suo ambiente, stupito di trovarsi in un piccolo eden provvisto di quel che gli è necessario per sopravvivere.
eppure si era sempre lamentato che l'erba fosse troppo bassa, le prede troppo veloci, la pioggia e il freddo responsabili di qualche reumatismo o il troppo caldo dello scioglimento dei ghiacciai e delle sue cadute di pressione.
niente a confronto di quel che osserva in molti dei suoi consanguinei, tanto che quasi si sente in colpa per il suo destino apparentemente più fortunato.
vorrebbe trovare le parole per descrivere l'estinzione della sua specie, ma sarebbero solo racconti di echi che restano stranamente lontani dal suo quotidiano e gli sono vicini solo per quel po' di empatia che ha ereditato dai suoi saggi predecessori.
si consola al pensiero che la sua morte segnerà la fine di quell'ingiusto pianeta.
purtroppo era dotato dell'intelligenza di un semplice benché mastodontico dinosauro, e infatti sbagliò previsione.
da quella fine del mondo ne risorsero uno dopo l'altro ulteriori e via via sempre peggiori.
si dovette attendere l'arrivo di una mente ben più eccelsa di quella di un dinosauro per sfiorare la totale estinzione.
la bella notizia è che questa volta è davvero la volta buona.
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