in un'afosa città ligure dai tratti architettonici normanni, in un appartamento semi vuoto di arredi sono in corso piccoli lavori di riparazione mentre un bambino al di sotto dei dieci anni di età va e viene da una stanza all'altra, ogni volta per raccontare alla madre un episodio vissuto durante la sua lunga assenza.
man mano cresce in lui l'esitazione di chi fatica a trovare le parole, come dovesse inventarle di sana pianta, perché nel dirle sarà la prima volta che le ascolta e da questo nasce l'allarme, prima, e il terrore, poi, della donna che ben presto esaurisce il suo bagaglio lessicale di formule consolatorie e rassicuranti.
il bimbo è sempre più pallido; la bocca è diversa, tirata dal lato destro del labbro inferiore come una cicatrice ancora callosa, ma adesso il problema della giovane mamma è anche un altro.
quell'operaio, rimasto per ultimo nella casa da cui sta per traslocare, inventa pretesti per tardare e le sta troppo vicino, anzi la sta tenendo per le braccia mentre si illude di farle credere che sia solo un gesto di solidale amicizia e conforto.
ogni volta che riesce a svincolarsi e torna dal figlio lo trova sempre più immerso nella ricerca di formulare frasi che le possano spiegare i dettagli della sua paura di addormentarsi e soprattutto quella di tornare al quotidiano vissuto nel recente passato.
'vedi _ le dice mostrandole un premolare _ questo dente è uscito'.
ha pena per la mamma e aspetta che si sia ripresa prima di estrarre anche quello alla sinistra dell'arcata superiore.
nella realtà forse potrei immaginare una risposta o un atteggiamento da prendere, ma negli incubi è quasi impossibile prevedere le reazioni e infatti lei va in bagno e si siede sul water per fare semplicemente la pipì e subito arriva il figlio che pur di starle vicino le chiede di farla con lei quando entra l'intruso, completamente nudo con la pelle cadaverica e i genitali piccoli e glabri a sormontare entrambi e spodestarla dal cesso.
l'urina scende sul pavimento, lei butta un asciugamano così da evitare di finirci dentro con i piedi, prende il bambino ed esce di corsa dalla stanza.
nella realtà l'idea avrebbe potuto essere quella di uscire dall'appartamento a gambe levate, o almeno tentare una fuga, ma i sogni reagiscono quasi sempre sempre diversamente e quando non trovano soluzione ti svegliano e magari tornano o cambiano storia tanto per 'tirare mattina'.
pensavo all'imminente passaggio di un carro dei monatti, ma vedo che hai ripreso l'attività onirica, che sia merito di qualche eccesso di aspirina effervescente?
RispondiEliminaforse delirio febbrile (l'unica cura che applico è dormire)
Eliminaoppure anche i sogni si stanno adeguando alla realtà e, temendo di perdere terreno, ci danno dentro per trasformarsi in incubi.
Oddio Teti capita spesso anche a me di avere questi incubi e spesso mi sveglio per riprenderli dopo. Più che sogni li definirei film interminabili!
RispondiEliminala consolazione è che stamattina c'è il sole, ma tranne questo il risveglio sta diventando peggio dell'incubo...
EliminaAppunto! -_-
Eliminanel frattempo è andato via il sole... si può dire che il clima è pessimo.
Eliminada tutti i punti di vista.