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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 19 novembre 2015

2) l'interpretazione dei sogni

stessa notte, in un'afosa città ligure dai tratti architettonici normanni, torna a farmi visita un ex (ma ex, ex), intorno al quale cadono come birilli amici e conoscenti vittime di omicidi misteriosi e spiegabili solo con l'appartenere alla sua cerchia che invece di diradarsi o darsi alla fuga si stringe sempre più intorno a lui come scudo e bersaglio.
strano perché il soggetto è un raro esemplare di egoismo e stronzaggine che approfitta della mischia per nascondersi e celare gli abietti motivi causa di numerosi decessi.
se nella piazza ci sono quaranta gradi puoi star certa che l'unico riparato nel solitario cono d'ombra e frescura sia lui, mentre i restanti boccheggiano la loro preoccupazione sudando e sbuffando nelle varie postazioni di controllo del bruto assassino.
finalmente l'eroina di turno scopre la sua identità e decide di andargli a parlare.
tutto ruota (ovviamente) su un'eredità traditrice, usurpata, acquisita illecitamente.
un palazzo, più arabo che normanno, semi sbriciolato dall'incuria umana più che da quella del tempo passato tra il suo splendore e l'attuale abbandono.
del tutto onirico e, quindi, irrazionale pensare che colpire gli affetti di un anaffettivo possa servire a indurlo a riconoscere la colpa della sottrazione di un bene al sedicente avente diritto; impraticabile la via di persuadere entrambi di aver ecceduto a prescindere.
grazie a un faticoso gioco di astuzie la piccolissima chiavetta che apre l'enorme portone del maniero è consegnata all'improvvisata mediatrice che ha il compito di duplicarla e consegnarne copia all'usurpatore quale segno di pace e unita all'impegno di sospendere le esecuzioni.
un iter assurdo che da svegli appare più un controsenso che altro, ma è andata così.
le ali di folla si aprono e dalla scalinata scende svelta la valorosa protagonista diretta a conferire con l'amato indifferente e svagato tra la sua corte.
il clima cambia di colpo.
dal successo sperato si passa al disastro totale.
ciambellani e cortigiane hanno ordito vendette spietate sul misterioso e, fino a quel momento, sconosciuto blasfemo che ha osato sfidare il loro guru spirituale (nel senso di etilico).
il vate compiaciuto e beffardo rivela di aver sempre saputo chi, come, quando, perché e come dei fatti trovandoli molto divertenti oltre che ideali per rendere meno monotone le sue giornate e che mai avrebbe contribuito a rendere possibile la loro interruzione.
quel rudere aveva per lui la sola funzione di tener viva la disperazione di un uomo per ottenerne piacere e adesso che qualcuno aveva 'scoperto i giochi' restava solo da godere della sua sofferenza fisica per le torture arrecategli dal suo barbaro codazzo.
in quell'unico momento finivano insieme: un amore, una carriera diplomatica e un sogno.

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