percepire in tempo reale che il successivo sarà l'attimo di svolta e cogliere l'ineluttabilità di un futuro che da molto prossimo si è fatto presente e voracemente fagocita ogni possibile soluzione alternativa.
un momento preciso di cui è raro accorgersi.
questa volta l'ho beccato.
ovviamente ho reagito, l'ho negato, confutato, rimosso, ma invece le cose sono andate esattamente come facevano presagire.
e per l'ottusa ostinazione che insisteva a minimizzare un'evidenza scomoda e sgradita sono arrivati segnali ben tangibili a cavallo di fantasmi del passato che per tornare hanno scelto proprio un venerdì 17 che di suo basta e avanza per indurre e favorire i peggiori pronostici.
compleanno del fantasma, che quando compare porta sempre sciagure, e insieme anniversario dell'evento che lo ha visto nascere trentatré anni fa.
e poi il numero quattro che, dò ragione ai cinesi, porta sfiga.
dunque la meta è definita, ora manca solo di capire quando verrà raggiunta.
il come ha diverse opzioni, una peggio dell'altra o una meglio dell'altra, se si considera come fortunata l'ipotesi di un accidente improvviso rispetto alla lunga e penosa agonia.
giovedì volevo alzarmi presto, il caso ha voluto che mi riaddormentassi.
quel ritardo ha avviato una serie di sfortunati eventi il cui primo esito è stato appunto quello di segnare l'inizio della fine.
c'era la chance del giorno dopo, venerdì 17, la cosa poteva risolversi a carico della superstizione, invece no e così si resta appesi a una fine certa, benché senza data, nell'incertezza.
il dopo che arriva è inutile oltre che doloroso, almeno sia breve.
ancora meglio sarebbe barattare un datato caso disperato con la vita di un giovane che da qualche parte del mondo sta dicendo addio al proprio promettente futuro, ma son cose che sa fare solo quel noto personaggio di fantasia per cui vengono edificati altari, basiliche e moschee.
Nessun commento:
Posta un commento