passano gli anni ma i protagonisti delle vicende oscure del passato, aspettano l'esito giudiziario con il volto dell'età in cui ne sono rimasti vittima.
intorno a loro i visi invecchiati di chi li rappresenta con tenacia e dignità e quelli di chi assiste solidale alla loro inutile battaglia.
Ilaria Alpi avrebbe oggi più o meno l'età di sua madre ai tempi dell'attentato e, Luciana, ha oggi più o meno gli anni di una nonna, forse di una bisnonna, invece è rimasta sola ed è stanca di lottare per la verità e delusa per le sconfitte che ha dovuto contare in questi ventitrè anni di accampati pretesti e improponibili depistaggi.
in questo, come negli altri casi in cui le origini del fatto hanno a che fare con i poteri forti, la giustizia umana attende implacabile che l'ultimo paladino della verità venga a mancare per insabbiare definitivamente il caso così che le tracce si perdano nella memoria dei più o ne restino, di appena accennate, nei faldoni di una enciclopedia dei casi irrisolti che nessuno ha però ancora mai scritto.
perché se qualcuno scrivesse o dicesse il racconto verosimile di quelle storie si beccherebbe una denuncia e probabilmente una condanna, ma chi ha un po' di sale in zucca, sa benissimo come e perché le cose sono andate così e ha un'idea, anche vaga, di chi ha voluto che succedessero.
questa è l'unica verità e giustizia di cui ci si può accontentare e su cui farsi forza per sopravvivere.
ha ragione Luciana, quando il prossimo venti marzo i tg ricorderanno sua figlia e il suo operatore, sarà l'ennesima umiliazione e coltellata al cuore, un'ipocrita messinscena di finto sdegno e rammarico per i cosiddetti ritardi che sarebbe meglio chiamare efficienti manovre di occultamento.
ormai si sa, fin da subito, in quali casi scatta automatica la rincorsa alla bugia e agli alibi, vedi il caso del giovane Regeni, ma quanti sono nel lontano e nel recente passato i crimini fatti passare come avvenuti per mano divina senza alcuna responsabilità umana?
allora potremmo fare che dopo tre anni dall'evento criminoso sia garantita l'assunzione di responsabilità dello Stato di appartenenza della vittima a prescindere dall'individuazione dei reali colpevoli.
perché se è vero che lo Stato è incapace di rintracciarli, allora sarebbe giusto che si assumesse l'onere, il giusto riconoscimento e il risarcimento della colpa.
tre anni sono pochi? facciamo pure cinquanta.
l'importante è ammettere l'orrore di un atto deliberato o di un errore scellerato di ignoti invece di prodigarsi in sceneggiate vergognose in cui far passare la vittima in fautore della propria rovina.
ma se questo assioma vale per il singolo soggetto, pare inattuabile per lo Stato che, benché formato da singole entità, sembra avulso dall'incorrere in reati e, quindi, dall'essere perseguito.
vero è che c'è sempre la corte europea e, in futuro, chissà quale altra paraculata, ma sappiamo benissimo che il risultato resta immutato, salvo una multina che finirà a carico dei malcapitati pronipoti della generazione coeva del crimine.
e così via nei secoli dei secoli...
ho recentemente visto Piazza delle Cinque Lune... ecco se avevo qualche dubbio su certe faccende me lo sono tolto.
RispondiEliminaahhh, ecco, dici che fanno tutto per favorire delle sceneggiature originali...?
Eliminapoi si dice del sud america ecc, come se qui si fosse dilettanti, quando invece siamo espertissimi di insabbiamenti e segreti di di stato tali e quali a quelli di pulcinella.
uno schifo senza manco vergogna.