ognuno ha la sua unità di misura.
l'indigente guarda al più povero di lui per consolarsi, l'agiato invidia il ricco ambendo a superarlo in averi, per il dilettante è un successo vincere sulla massa mentre il campione vive per il primato mondiale; per chi è obeso un chilo in più fa poca differenza, ma chi è smunto fatica a prendere un etto.
quelli belli temono che lo scorrere degli anni porti via la loro virtù e quelli brutti sperano che le rughe mitighino i loro difetti e restituiscano loro una tardiva avvenenza; poi c'è chi sa ridere delle sventure (e rischia grosso perché se ne preannunciano tante da far morire, anche se dal ridere) e chi invece sa solo vedere tutto nero e rischia l'esaurimento nervoso per la fatica di trovare letture più negative della mera e buia realtà.
chi è malato esulta per qualche ora di benessere e chi è sano pensa di fare testamento al primo raffreddore; messo alle strette, chi è conscio dei suoi limiti tace mentre l'altro blatera e inveisce; c'è poi chi viola le regole e chissà come e perché c'è sempre chi la fa franca e chi no.
tutti vogliono spezzare le catene: di una relazione, di un governo, della schiavitù e sentirsi liberi: di delinquere, di dire e fare quel gli pare senza impedimenti e doveri e poi ci sono quelli che farebbero di tutto anche solo per campare un giorno in più.
chi trova nella famiglia e nelle tradizioni rifugio e valori oppure chi privilegia viaggiare controcorrente col vento in faccia nella bufera tutta la vita.
ognuno a suo modo e con diversa intensità tocca e arriva a ogni tipo di emozione: paura, gioia, dolore, felicità, amore, odio, cattiveria, generosità, successo, fallimento, frustrazione, soddisfazione, ecc,ecc anche se alla nascita decidesse di stare seduto sulla riva di un fiume ad aspettarli senza muovere un dito.
quasi quasi invidio i sassi...
mah sarò fuori tempo massimo per condividere un pensiero di 'sinistra' però...
RispondiElimina"Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi."
e siamo almeno in tre a pensarla uguale:)
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