si apre un portone, recita il detto.
ebbene sì! è una festa.
in fondo quell'appartamento piaceva a nessuno e da tempo dava fastidiosi grattacapi a chi aveva l'onere di prendersene cura compresi i fantasmi che soli erano rimasti ad abitarlo.
eppure un po' di shock emotivo s'è avvertito.
una sorta di rivalsa dei poco amati muri che, al momento dell'abbandono, hanno saputo regalare quell'attimo di felicità di cui erano sempre stati avari.
un sollievo tanto lieve quanto greve è stato abitarli.
delle cose appese e gli arredi sono rimaste le ombre, le tracce, le impronte intorno a cui si sono addensate per decenni le liti, i rancori, le miserie di una vita insulsa incorniciata dai luccichii dell'ipocrisia e del perbenismo borghese.
felice io di dare per l'ultima volta le mandate alla porta di casa prima di uscire e felice lei di vedermi andar via, ma prima mi strizza un occhio perché sa già che presto prenderà una nuova forma, verrà scarnificata e riattrezzata per i nuovi inquilini e farà tutto il suo meglio per sopravvivere anche a quelli.
che poi quei barometri di cui è rimasta la sindone erano precisi ma nessuno se li filava, arredavano!
RispondiEliminati ho scritto per dei consigli e poi vedremo se restano tracce sui muri anche nel mio caso ti mando le foto :) che è meglio che leggere nei fondi del caffè
... ti ho risposto subito... da come scrivi sembra che non sia arrivata l'email...
Eliminacerto, le antiche stanze in cui si è vissuto fanno parte di noi, anche se odiate
RispondiEliminamassimolegnani
a me succede di sognare le case che ho lasciato e mai quella in cui abito.
Eliminanel caso di questa casa , dove sono stati i miei dal 1974, l'ho abitata giusto il tempo di organizzarmi per andar via e ci sono tornata per sgombrarla.
ritrovarmici in sogno... sarebbe un incubo!