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parte il giro d'italia, la prima grande corsa a prendere il via fuori dai confini europei e lo fa da israele rendendo omaggio a un Grandissimo.
alla fine ho deciso, tra lui e il rivale coppi, lo preferisco.
rude, schivo, schietto, umile, ironico e generoso.
sarà il sole, sarà il vento ma oggi mi sento addirittura un po' orgogliosa per l'appartenenza a una etnia che tra innumerevoli difetti è capace di incarnare il peggio del peggio del genere umano ma anche di slanci di rara umanità.
penso alla storia del bambino incurabile a cui è stata agevolata in ogni modo la possibilità di un tentativo di salvezza, agli sbarchi che contro tutto e contro tutti trovano comunque mani pronte ad accogliere tra i flutti, ai tanti che tra infinite difficoltà e controcorrente lavorano per un ideale positivo.
capita spesso che solo una volta morti si ricevano encomi per quanto fatto in vita, a Gino ci sono voluti ulteriori diciotto anni ed è poco perché quel che ha fatto sembra ancora poca cosa.
un po' per via che mai se ne è vantato, un po' perché era un ciclista.
e invece è proprio questo che rende ancor più epica la sua impresa.
un personaggio che avrebbe potuto accontentarsi della propria carriera con in più l'alibi che la categoria allora, più di adesso, certo non brillava in quanto a cultura e ideali politici e invece, nel silenzio, nell'anonimato e nella segretezza ha compiuto un gesto di una nobiltà assoluta.
che poi chiamarlo gesto è riduttivo.
ha macinato centinaia di chilometri in ogni stagione in bicicletta su strade polverose e impervie senza scorta, né supporter, col cuore in gola, ne sono certa, a ogni pedalata per la fatica e per la paura di non riuscire ad arrivare in tempo, di una imboscata, di una pattuglia, di un arresto che poi c'è stato ma è andata bene perché i documenti erano ben nascosti nella canna della bici.
un grande di altri tempi che ha vinto tanto e qualcosa in più che ha preferito tenersi per sè invece di gloriarsene, insomma uno strano uomo che sembra schernischi dall'oltre tomba quando gli rendono tardivamente merito...
Si', forse Coppi gli e' stato superiore in ambito sportivo, ma sul piano umano Bartali e' stato di un'altra statura.
RispondiEliminamassimolegnani
in effetti diversissimi... toscanaccio l'uno e piemuntes l'altro quando ancora si distinguevano le indoli locali...
Eliminacoppi la star elegante e fragile piglia tutto e bartali che si danna per arrivare e quando vince sembra più divertito che orgoglioso... in effetti fatico a immaginarli a ruoli scambiati e dopo (ciclisticamente parlando), qualche coppi è arrivato forse anche più bravo, mentre di bartoli non me ne ricordo altri...
io mi ricordo lo 'scandalo' della Dama Bianca... e quella morte assurda, dovuta ad un errore medico...
RispondiEliminastavo meditando un post su Karl Marx... ma mi è venuto da piangere... vediamo se ritrovo l'ispirazione...
EliminaMa ti è venuto da piangere perché la statua sembra fatta col pongo, oppure perché arrivando dalla Cina, durerà quanto le cineserie che si prendono nei loro store?
Eliminadai la statua non è poi tanto pessima... diciamo che è parecchio statuaria...
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