algeria, venezuela, libia, ma anche turchia e israele, a diverso titolo, stanno approfittando del vento sovranista che tira in europa e in generale sul pianeta per spadroneggiare in beffa e a danno delle popolazioni residenti e non.
chi può tenta di dare svolte dittatoriali e feroci ai propri governi facendo così irrefrenabilmente crescere il numero di coloro che si vedranno costretti a cercare rifugio altrove.
altrove sì, ma dove?
forse su un atollo artificiale in puro pvc sperduto nei mari e sui nevai dove ricostruirsi un'esistenza a prescindere dal dato di realtà che sottintende, con sempre maggiore prepotenza, che le vite degli ultimi sono inutili fardelli da scaricare, insieme ai borbottii di una coscienza ostinatamente buonista, in mare o in qualche lager purché lontano dai propri occhi e orecchie.
ogni nazione si è chiusa nel suo fortino pronta a buttare olio bollente su chi bussa per entrare e così il singolo essere umano che risponde alle supposte invasioni altrui reagendo con violenza smisurata e incontrollata.
neanche più una piccola ipocrita lamentela o reazione, pochi ne parlano ancora, con stanchezza, con sfinimento, con rassegnazione.
prevale in loro (e in me) il senso dell'ineluttabile e temuta fine del mondo e si affaccia l'idea che a contribuire all'accelerazione siano, più dei fattori climatici, il clima sociale di ingiustizia e cieca ottusità.
tutto fa presupporre che, lasciando fare pensando che si tratti di un 'fattore locale', prima o poi ci finirà dentro anche chi ritiene di essere al sicuro.
più di qualcosa si intravede negli usa come anche qui sebbene ben nascosto sotto le fette dell'italico prosciutto di incerta provenienza.
le alte sfere giocano di bassa lega senza rendere neanche l'illusione che a guidarli sia competenza, lungimiranza o buon senso.
sfidano l'avversario inventando o cambiando le regole del gioco, diciamo pure senza applicarne più nessuna.
così è facile vincere; chi dissente ha torto a prescindere.
il criterio è unico: stai con me e sei dentro, stai contro e sei fuori.
ma fuori dove?
fuori dal recinto contornato da un altro?
allora son dentro.
e come vivo?
ti arrangi, noi ti passiamo un pò di botte e umiliazioni quotidiane oppure scappi e ti vai a cercare quel che vuoi rubandolo a chi ancora lo ha, così ti sparano e il problema è risolto.
giusto alcuni giorni fa scorrevo un preoccupante articolo che conferma in pieno queste tue paure
RispondiEliminac'è un grande e preoccupante silenzio intorno alla libia... si può solo sperare che le intelligence ci stiano pensando, ma il dubbio che invece siano con la testa nella sabbia è forte.
Eliminastrano che nessuno abbia ancora pensato a costruirgli intorno un muro così che si scannino tra loro senza disturbare le menti occupate a passare tra una fiera e un salone in allegria col solo intento di fare le scarpe al rivale alleato delle prossime elezioni...