nella foto c'è un intruso, dov'è e cos'è?
quel giorno, l'ultimo, quello senza il successivo, ci penso spesso. all'inizio per rispondere alla domanda poi per definirne lo stato in cui trascorre.
continuare a vivere può avvenire anche senza un perché mentre scegliere la morte ha sempre più di un motivo ben preciso e insormontabile.
spesso, ne sono certa, si pensa che sia arrivato quell'ultimo istante, poi succede qualcosa e il giorno dopo ci si ripensa daccapo senza trovare altro che buone ragioni per farsi finire, perdersi definitivamente sperando di evitare di reincontrarsi in un improbabile aldilà.
passano i giorni nella fatica della ricerca di un intruso nascosto nella mente che sia capace di trovare un senso alla presenza dell'invisibilità e inutilità della persona che si sente spenta e sola, finita.
per vivere bene e allegramente spesso basta il pensiero, una religione, un ideale, insomma il pensiero astratto può aiutare a risolvere le problematiche della vita e ad alleggerirla.
purtroppo per morire occorre un atto volontario.
anche se ti impegni mentalmente e fai ricorso alle pratiche zen nessuno, che io sappia, è mai riuscito a suicidarsi con la mente.
l'ultimo giorno, l'ultimo sforzo, immane.
rialzarsi per cadere definitivamente.
ho camminato a lungo, rispetto alle mie poche energie, in realtà pochi chilometri, pensando e osservando particolari da interpretare come vaticinio dell'istante di quel passaggio.
piccoli stupori e rumori, rari passaggi di auto e leggeri piovaschi poi l'occhio cade in una piccola nicchia e scorge distintamente qualcosa di noto come si trovasse sotto una lente di ingrandimento.
visione o suggestione?
mi avvicino... qualcuno è arrivato fino a quel punto della strada con un secchio, un sacchetto di cemento, dell'acqua, una cazzuola e una piccola statua.
l'ha appoggiata, ha preparato l'impasto e l'ha sistemata con cura.
forse torna ogni tanto a ripulirla dalle erbacce altrimenti sarebbe già stata inghiottita.
comunque qualcuno che se ne prende cura c'è e immagino siano parecchi quelli che l'hanno notata e sono rimasti coinvolti dal suo sguardo insieme calmo e severo che sembra dire che il giorno del buio può anche trascorrere semplicemente (anche se dolorosamente) aspettando e lasciandolo andare.