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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

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mercoledì 8 giugno 2016

diseducazione

son un bel po' delusa dal presidente della nostra repubblica, anche se aspettarsi chissà che sarebbe stato eccessivo, date le occasioni che ha avuto per mostrare quel carattere che sembrava ben celato da modi garbati le ha avute, senza mai approfittarne.
campione di soporifere banalità elargite in forma di narcotico, parole stanche e spente, concetti sebbene giusti, stantii e incapaci di raggiungere la comunità politica e sociale del paese.
le ultime sul ruolo rieducativo del carcere mi hanno fanno subito pensare che a giudicare dai fatti di cronaca sarebbe consono occuparsi anche della rieducazione di chi sta fuori dalle patrie galere, magari per evitare di finirci dentro, ma soprattutto per ridurre l'inciviltà in atto su ogni livello: da quelli più alti e nobili (come dovrebbero essere ad esempio le istituzioni) fino ad arrivare a quelli terra terra, passando (magari) per l'organo maggiormente preposto al ruolo educativo: la scuola tutta dall'asilo all'università.
e da quest'ultima arriva, da oltre manica, la seconda incazzata delusione.
inattesa e per questo ancor più letale.
mai avrei potuto immaginare che l'omertà, la paura, forse l'opportunità o chissà cosa, potessero far chiudere la bocca su aspetti relativi all'incarico svolto da Regeni in egitto, proprio ai suoi datori lavoro inglesi.
una cosa che se è vera per come la racconta l'espresso, dovrebbe indurre i ricercatori di quell'ateneo a stracciare il mandato e recarsi altrove oltre a meritare due parole di commento da parte delle nostre autorità, mentre mi pare che la cosa stia passando del tutto in sordina sui media e di conseguenza tra un'opinione pubblica assordata e rincretinita dai dati elettorali e dai delitti 'comuni' sempre più frutto della maleducazione; da quella sentimentale e di genere a quella relativa alla dignità umana e ai valori che dovrebbero sorreggere la vita e le azioni dell'essere umano.





giovedì 31 marzo 2016

Sola fra i Numi è buona all'uom Speranza

la speranza è l'ultima a morire, o come direbbe Foscolo riprendendo Teognide*: 'Tutti  i numi salendo all’Olimpo gli infelici mortali abbandonano: la Speranza sola rimane buona dea'.
dunque è dal VI secolo a.C. che si usa la metafora della speme come appiglio contro il destino che spegne uno ad uno gli altri sentimenti, sempre partendo dai più nobili.


*La sola dea rimasta quaggiù fra i mortali, è Speranza: ci hanno lasciati gli altri, sono ascesi all'Olimpo.

Partì la Buona Fede, gran Diva: partì la Saggezza

il Giuramento fido fra gli uomini più non si trova,
né più venera alcuno gl'immortali celesti.

Spenta è la razza degli uomini pii: né più alcuno rispetta
né le leggi degli uomini, né i decreti divini.

Ma sinché vive, sinché vede ognuno la luce del sole,
verso gli dei si mostri poi, la Speranza onori,

e, preci offrendo ai numi, bruciando a lor femori pingui,
sacrifichi a Speranza, prima ed ultima Diva.

E dagli obliqui discorsi degli uomini iniqui si guardi,
che, senza avere mai riguardo agli Immortali,

ai beni l'un dell'altro rivolgono sempre le brame,
coprendo opere turpi con apparenza bella.

e per i tanti altri uniti dalla stessa sorte infame.
*Ti ho dato ali per volare sul mare sconfinato
e su tutta la terra, in alto librandoti
facilmente. Nei conviti e in tutti i banchetti sarai presente,
adagiato sulla bocca di molti.
Accompagnati da flauti dal suono acuto, uomini giovani
e decorosamente amabili canteranno te, con voce bella
e chiara. E quando, nei recessi dell'oscura terra,
verrai alle case molto lacrimate dell'Ade,
mai - neppure morto - perderai la fama, ma sarai a cuore
agli uomini, avendo sempre un nome indistruttibile,
Cirno, per la terra dell'Ellade e per le isole
aggirandoti, varcando lo sterile mare pescoso;
e non seduto sul dorso di cavalli, ma ti condurranno
gli splendidi doni delle Muse dalla corona di viole.
E per tutti quelli cui sta a cuore, anche tra i posteri,
tu sarai ugualmente motivo di canto, finché ci saranno la terra e il sole.



La poesia finisce con un verso riferito al soggetto a cui è diretta, lo stacco dal resto perché in questo contesto appare più consono a rappresentare una sorta di risposta di chi giustamente e inutilmente pretende la verità vera e invece riceve solo delle belle parole e tante menzogne:

Ma io da te non ottengo rispetto, neppure poco;
con le parole tu mi inganni, come s'io fossi un bambino.