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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 19 novembre 2010

Caleidoscopio

E chi può dire se andando si va a nord a sinistra incontro sotto dentro avanti in rovina oltre in tondo... L’inizio e il durante verso il dopo hanno strade formate di punti che possono disegnare più forme contemporaneamente.
Mentre barcolliamo su quella stabilita le nostre parti si sfuggono deviando il più lontano possibile, spengono le forze, le consumano per allontanare le altre e soprattutto quella maggiormente decisa e motivata. Tanto che può capitare di ritrovarsi a chiedersi cosa, dove, perchè di quell’arrivo così faticoso e impervio.
Imparare, applicare, ricavare, progredire, migliorare o viceversa e ancora ricominciare e ricominciare anche quando è l’ora di smettere: imparare, applicare, perdere, regredire, peggiorare o viceversa e ancora ricominciare e ricominciare.
Perchè è falso il presupposto che l’esperienza insegna quando difficilmente succede anche solo una seconda occasione identica o anche solo somigliante a una precedente.
Troppe vite da vivere, quella reale quella immaginaria, quella onirica quella sensoriale, quella emotiva quella sociale, quella professionale quella biologica tutte insieme e nello stesso tempo estranee tra loro.
Amore, dolore, lavoro tre esempi di doppia, tripla, quadrupla vita.
Contemporaneamente amore è dolore, dolore è salute, lavoro è croce e delizia.
Dai banchi della prima all’ultimo respiro tutto è doppio, triplo, quando va bene quadruplo ma spesso ancora più sfaccettato di un caleidoscopio.
Ciò che piace o è sgradito lo è in parte, tanto che la ragione ci fa dire che tanto più è il desiderio e la fatica tanto più è valevole l’azione, l’intenzione o il sentimento.
Confusa e afflitta da tanto dolore e da tanta confusione scelgo percorsi piani e mi prefiguro nella mente appena appena in grado di formulare parole le immagini del quadro di cui ho in mano una cornice ancora vuota.
Assordata a tratti dalle vicende tipiche degli anni che seguono quelli innocenti, acciaccata nel corpo e nell’animo procedo senza attardarmi e distrarmi fino al momento che precede il canovaccio.
L’intorno nel frattempo un po’ avanti, un po’ retrogrado ha girato, si è mosso, ha franato, inondato, inverdito, arroventato e in ultimo mandato in fumo le macerie del progetto sognato e agognato.
Letteralmente: la legge del destino. Nel senso proprio di una banale normativa.
Diciotto anni ma quando mancano sei mesi alla realizzazione di un’idea che prefiguri ti porti alla pensione, la delusione e lo sconcerto assomigliano forse alle incognite della mezza età.
La cornice resta vuota. Persino gli abiti sono inadeguati. Le letture, gli amici, le abitudini. Tutto da riadattare a un modello che non si sa cosa sia.
Tornano tutte insieme le parti sparse nel tempo e ognuna perora la propria causa: facevi quello per fare questo dunque fallo attraverso un altro mezzo, te lo avevo detto, me lo sentivo, se quello non si può più fare vuol dire che si può fare l’altro, ma chi se ne frega, meglio così, adesso cosa facciamo. Nel senso di dimmi cosa vuoi fare così noi ce la mettiamo tutta per distrarti, ostacolarti, allontanarci...
Tra i monti mancano le prede e l’aquila deve spostarsi. Lascia cadere la preda per ucciderla ma sotto di lei ora c’è il mare e la perde. Un’esperienza utile soprattutto per evitarla.
Dunque compro diverse tele e abbozzo su ognuna delle tracce.
Dell’amore ho già detto che non è quella la tela che entrerà nella cornice.
Degli studi ho detto e anche quella tela avrà una sua cornice diversa da quella.

Delle famiglie, del lavoro e del resto dirò ora non ho voglia di dire.

Racconto successivo Della famiglia

10 commenti:

  1. ma la vita è questo.
    Se ci guardiamo indietro è spesso un drsi: acc che cretino, poteva fare o non fare.
    Sono un amante di fantascienza e mi consolo pensando agli infiniti universi paralleli dove infiniti me come frattali impazziti hanno preso ognuno una diversa strada e almeno qualcuno avrà preso la giusta.
    Io sono, oggi, uno degli sfigati ed anche per questo mi trovi qui.
    Mera consolazione scrivere di cose che sono tutte ex...
    Tutto quello che è da ora a prima è fu ed io al 99% è di quello che scrivo...
    Gio

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  2. buona sera:) sono passata stamattina su libero e oggi qui__ ma sei di umore nerissimo !
    e così ho tirato dritto :)
    è un testo di 5 o sei anni fa___ in verità sono sette capitoli:)
    il primo era "corsi e ricorsi" gli altri arriveranno___
    il titilo dei sette capitoli è "sette volte forse" perchè in ognuno c'è scritto una sola volta appunto il termine "forse"

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  3. Chissà se si trovano ancora quei bei cilindri con le pietruzze colorate da agitare sottosopra, lo vorrei regalare a mio nipote...:*

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  4. a genova si trovano dai tabacchini ibridi __ nel senso mischiati con le cartolerie__ comunque sì direi che si trovano___ anche nei negozi di giocattoli__ ma non so perchè io li vedo sempre in posti un po' polverosi___ affianco agli jo-jo___

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  5. eddddaiii... hai letto solo il box, di ieri!
    il post di oggi era bellissimo ed anche il violoncello!
    così miei!
    ripassa
    ;-)
    Gio
    (nero poi diciamo grigio-piombo...:-P )
    un abbraccio ed ho sentito il tuo profumo da me, gradevolissimo
    Gio

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  6. L'aquila non ha più un nido tra le vetti sfiorate da sole e neve..e le prede..sono ancorà li..aspettano di vedere quell'aquila..finalmente libera...tornare al nido ritrovato...e loro non essere più prede ma vita..lo so Teti...incomprensesibile..ma è il mio sunto...al tuo post..bacioni..:)

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  7. GIO'__ veramente l'ho visto il violoncello e l'ho letto __ :)) ma sei sicuro di tenerci tanto a una commento?
    :))

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  8. PIEFFY__ va sempre benissimo come dici tu :))

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  9. Teti..ho scritto "vetti" invece di vette:((((((

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