.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 18 novembre 2010

Corsi e ricorsi



Da un punto ideale di osservazione e in movimento di volute nelle dimensioni dello spazio e del tempo come, immaginando, appare la vita e tutte le cose a nessuno sia parte di quanto osservato.

Animale acutissimo in tutti i propri sensi, l’aquila sa riconoscere i passi e le orme come nessuno che stia camminando sa dove e quando lo porteranno.

Destino, deità, libero arbitrio, astrazioni che, alternativamente, a priori o a posteriori offrono giustificazione o motivazione alle strade percorse che l’aquila, concretamente, scruta, interpreta e presagisce.

In un attimo è presente, la vedi davanti a te e subito dopo no. Ti gira intorno per anni e non sai perchè o pensi che sia per quello che deve o che vuole o che le piace fare e le si dà poca importanza, come alle distrazioni inutili.

Sono io la distrazione dell’aquila a meno che il suo interesse per me sia altro da quanto si conosce del suo comportamento.
Se non sono preda, cosa le interessa così tanto di me da tornare e ritornare a farsi notare e seguire con lo sguardo e con il pensiero per più di un attimo e a volte cercarla e accontentarsi del suo richiamo vocale quando il cielo è cieco e la montagna ha colori uguali alle piume?

Sia come sia, quello che ha potuto vedere è qualcosa di più di quello che a mente o a parole descrive lo svolgersi degli anni non tanto nei fatti quanto nel clima, nelle tendenze, nel non motivato e conseguente.

Il giorno che vedrò in un momento tutto il tempo finito, forse, sarà meno oscuro il ruolo e il significato di quella presenza sporadica ma sempre più assidua.
Parlare con un’aquila o farla parlare in vece di apparire come un delirio e nel dubbio mi astengo, ma immaginare un personaggio come potrebbe lui stesso descriversi dal punto di osservazione privilegiato di un rapace, perchè no.

Basta spazzar via il pregiudizio che consegue all’appartenenza alla categoria dei rapaci e un pò di antipatia per un volatile solitario e crudele per non parlare di un’aspetto e un’espressione poco affabile, corrucciata, altera.

E tanto basta per assolvermi perchè lo stesso può dire l’aquila della scrivente.

E allora mettiamo da parte anche la banalità, vera o falsa che sia, sull’attrazione dei simili, c’è poi anche da dire che aquila e personaggio sono accumunate dall’appartenenza almeno linguistica al genere femminile, perchè non importa e non è affatto determinante alla storia.
Sesso e genere sono dati confusi e relativi al pari di tutto il resto di cui cercherò di non dire per raccontare altro, cioè quanto resta.

Resta ciò che è meno banale dei ricordi e delle interpretazioni del proprio punto di vista e di osservazione, appunto quello che difficilmente sfugge a un’ossevatrice di ampie vedute e panorami.


Vedo foto in cui l’immagine fissa di me è circondata da un mondo che gira. Ho ricordi di sensazioni ed emozioni stridenti o comuni rispetto a quelle dei compagni di classe o dei soggetti immortalati e altrettanto immobili su uno sfondo a volte piatto o agitato.

Della vita porto con me quello che mi serve per rimuovere quanto da evitare del passato e nel futuro.

Che si sia bambini o adulti si cammina e ci si muove indipendentemente inconsapevoli delle volute che lambiscono i nostri percorsi così che, come avviene quando ci si urta su un tram o quando il vento crea una forte corrente d’aria, avvengano spostamenti e deviazioni impercettibili anche se spesso determinanti.

Da piccola piccola zanzaravo intorno a diversi vecchietti tra cui uno zio colonnello degli alpini che vedevo raramente per via del fatto che sia prima che poi abitavo lontano. Negli stessi anni, ma allora io non lo sapevo, c’era un altro bambino che zanzarava da quelle parti, anche lui raramente per le stesse ragioni.
I due bambini abitavano in città diverse fino a quando la mia famiglia si trasferì proprio in quella di quel bambino.

Qualche anno dopo un pomeriggio due coppie di teenagers sono in una casa, anzi ciascuna in una camera, anzi in un letto e una delle due coppie compie, finalmente almeno per una delle due componenti, diciamo corona il desiderio di conoscere le gioie del sesso.
La casa è quella di quel bambino, una delle due signorine è quella bambina.
Le coppie si sciolgono, ma tra i due ex bambini nasce qualcosa e iniziano una storia che si protrae per qualche anno.
Nasce qualcosa e nasce anche mia nipote.

Nel bene e nel male passano gli anni e ciascuno di loro prende vie opposte una all’altra. Lui spesso in viaggio, io cambio città per lavoro e sua madre gli regala una casa esattamente di fronte a quella dove avevo abitato e ancora abitano i miei famigliari.

Non ho mai capito come sia stato per lui, ma per me è stato un’amore difficile da digerire anche per via di ragioni e quando c’è di mezzo la ragione è, probabilmente, un segno di non senso. Comunque sia nell’anno X lui perde tragicamente l’ex fidanzata e fa abortire quella di turno, io faccio un figlio per amore ma mi sbagliavo e resto sola come mi piaceva tanto immaginare quando da bambina per un po’ giocavo con le compagne, ma non vedevo l’ora che il gioco finisse.

Anno Y i due ex bambini, ciascuno nel suo mondo, incontra l’anima gemella e più o meno in simultanea l’uno si sposa, l’altra si lascia.

Sono passati trent’anni giusti giusti.

L’ho detto, due vite apparentemente diverse e distanti nei luoghi, nei destini, nella fortuna, diciamo nella buona e nella cattiva sorte estranei.
Le onde prodotte dal libero arbitrio, favorite dalla curiosità o da che so io fanno accadere che in pochi giorni quegli anni spariscano e che le vite si intreccino nuovamente. Si viene così a sapere del vecchio zio, della concomitanza di date, delle occasioni di incontro sfiorate o evitate grazie o per colpa di non si sa che.
Si viene a scoprire che il più vecchio amico di lui (l'ex bambino) sta con la ex moglie dell'ex amante di lei (la ex bambina) e tante tante altre affinità, similitudini, vicinanze, empatie, ricorrenze.

Accadono fatti a cui si danno significati particolari così che tutta la storia finisce per apparire come un segno di coronamento e di significato per quanto non si era riusciti a definire e incorniciare.
Rinasce qualcosa di meglio e più sostanzioso perchè i vent’anni di allora sono i cinquanta di poi e, altro caso, da quella nipote nata allora arriva una pronipote.

Allo stesso modo, prima come dopo improvvisamente la storia si interrompe altrettanto velocemente di come è ripresa e torna lo stesso dolore solo invecchiato e più stanco.
Le due vite schizzano nuovamente in orbite opposte e divergenti, ciascuna impegnata a costruire una nuova casa, sperandola quella definitiva.
Lui, ricchissimo, in una villa di un quartiere residenziale.
Lei, poverissima, in una microcasa su un monte con un orto immenso in cui sfogare l’amarezza e la rabbia per le ingiustizie e da cui ricavare le gioie che accidenti anche una vita grama ha il dovere di offrire se non altro per rendere ancora più spiacevole il dolore.

Seconda parte Caleidoscopio
Terza parte Della famiglia
Quarta parte Pro_creazione
Quinta parte Nobiltà senza lavoro
Sesta parte Come il Caso vuole
Settima parte Sette di Sette

10 commenti:

  1. buon giorno :) stavo appunto leggendo_ti su libero :))

    RispondiElimina
  2. A volte cerco un filo conduttore..un senso...per certi avvenimenti che legano passato..presente..tentando di intrecciare un futuro...che non c'è..molto bello Teti..ma devo rileggerlo con tranquillità...

    RispondiElimina
  3. purtroppo o per fortuna (non mi è dato di saperlo) non vediamo altro che a posteriori il senso del presente__ a meno di vivere costantemente in quell'attimo :)
    ciò non toglie però, o non esclude, che a posteriori o alzandosi a volo d'aquila sulle strade che abbiamo percorso non si trovino connessioni che in caso di dubbio ci possano tornare utili a scegliere a un eventuale bivio che dovessimo incontrare__ chissà!
    ma ne sono quasi certa__ e in ogni modo adoro pensare che il passaggio delle nostre vite possa propagarsi oltre i confini del tempo e degli spazi che abitiamo, anche e soprattutto perchè nel mio caso non li trovo nè comodi nè appropriati a me :(

    RispondiElimina
  4. Che giornata bestiale, è piovuto tutto il giorno...ho la testa che mi scoppia.

    RispondiElimina
  5. ...una volta ho conosciuto un tizio in un bar a brera,era ubriaco,è entrato s'è guardato un po' in giro,poi mi ha chiesto una cosa ed abbiamo cominciato a parlare. lui aveva una teoria,se ti rivolgi ad un estraneo,se scavi se scavi qualche cosa in comune che vi unisca l'avete. intrecci della vita....abbiamo scavato scavato siamo rissaliti ad adamo ed eva...vedi che aveva ragione? :) ciao buona serata..a me le aquile piacciono ^_^

    RispondiElimina
  6. cara amica__ non parliamone__ oggi è un incubo!

    RispondiElimina
  7. giò___ tu ad adamo ed eva gira che ti rigira____ arrivi sempre!!! buona serata :))

    RispondiElimina
  8. Ahhh che penna!! O meglio dire tastiera?? :))) Bellissimo!!!! Abbraccio Teresa. :)

    RispondiElimina
  9. Buona sera Randy___ o per meglio dire buona notte!! __ oggi ho latitato lo so___ domani mi rifaccio viva :)

    RispondiElimina