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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 24 maggio 2012

permacultural_mente

cominciare a fare il contadino di sana pianta è difficile, molto difficile.
che si tratti di un orto domestico o di un'attività agricola su larga scala occorrono anni di esperienza sul campo e studi da mettere in pratica.
tuttavia la terra risponde bene se la si sa prendere dal suo verso e in molti stanno pensando che data la fatica e il costo, tanto vale approcciare l'argomento secondo metodi il più possibile naturali, così che almeno si evitino i danni che l'agricoltura intensiva ha prodotto come ben dimostrano le intolleranze e le allergie alimentari.
Tra i tanti che stanno avviando il biologico c'è una cerchia di persone, ancora piuttosto ristretta, che va oltre e ritiene che l'idea più funzionale e rispettosa dell'ambiente sia quella dell'orto di dimensioni commisurate ai bisogni della comunità che se ne prende cura.
Più all'estero che in Italia (dove al più si regala qualche metro di terra ai pensionati per tenerli occupati) stanno nascendo foreste commestibili nelle periferie delle città e, come dicevo, c'è un ristretto manipolo di visionari che si è trovato per scelta, passione o necessità a riconvertirsi in campagnolo ponendosi l'obiettivo di migliorare, invece di sfruttare, il suolo.
Tra i diversi modelli, la permacultura.

Lentezza e sensibilità sono le doti necessarie per provare a essere un buon contadino.

12 i principi su cui fonda la sua pratica.
Sono apparentemente semplici e a mio modo di vedere convincenti oltre a offrire interessanti punti di vista da cui partire prima di avventurarsi nell'impresa, fosse anche solo allestire un balcone.

1 – Osserva e interagisci
La bellezza è negli occhi di chi guarda
Prendendoci il tempo di osservare l’ambiente che ci circonda possiamo trovare soluzioni per una progettazione che si adatta perfettamente alla nostra situazione e alle nostre esigenze.
Aggiungerei che è inutile sperare di ottenere banane o frutti esotici se il clima è inadatto.
Anche per questo osservare e sperimentare, ascoltare le esperienze di chi da anni coltiva nei pressi è fondamentale per inquadrare le migliori potenzialità dell'area in cui intendiamo intervenire.

2 – Cattura e conserva le energie
Fai fieno mentre il sole splende
Sviluppando sistemi che raccolgono risorse quando esse sono abbondanti, possiamo renderle utilizzabili nel momento del bisogno anche se non sono presenti.
Ciò può valere per l'acqua piovana o di sorgente da raccogliere in invasi, per il concime autoprodotto, per i semi delle nuove piantagioni, per la raccolta dei frutti nel momento in cui hanno raggiunto la migliore condizione, per la conservazione del raccolto e così via.

3 – Ottieni un raccolto
Non si lavora bene a stomaco vuoto
Assicurati di ricevere premi veramente utili come parte e ricompensa del lavoro che stai facendo.
E qui il discorso si complica un po', perchè si è più abituati a intendere come proficuo ciò che rende materialmente, ma può anche essere che i vantaggi siano intangibili: attività fisica, qualità del cibo, affinamento della sensibilità, aumento delle competenze, vicinanza ed empatia col suolo, acquisizione di nuovi punti di vista e modi di intendere la vita, e così via.

4 – Accetta l’autoregolazione e accetta il feedback
Le colpe dei padri sono comprese dai figli dopo sette generazioni
Dobbiamo scoraggiare attività non appropriate per assicurarci che il sistema funzioni in modo corretto.
Qui sono poco d'accordo perchè anche se si compie qualche sbaglio per inesperienza di solito c'è modo di rimediare, anzi in verità è la stessa natura che rimedia. Basta sapersi fermare, osservare, comprendere l'errore ed evitare di ripeterlo.

5 – Usa e valorizza risorse rinnovabili e servizi
Lasciate che la natura faccia il suo corso
Facciamo il miglior uso delle abbondanti risorse naturali per ridurre il nostro atteggiamento di consumismo e dipendenza da risorse non rinnovabili.
E' difficile evitare di cedere alla comodità di estirpare le erbacce e i rovi con i prodotti chimici, impestare l'orto di materiali plastici, abusare dei mezzi meccanici inquinanti per facilitare il lavoro e quant'altro viene di norma usato nell'agricoltura industriale, ma è bene resistere, piuttosto lasciar andare, prendersi una pausa anche lunga, riflettere e ripianificare le attività per ripianare gli errori.

6 – Produci ZERO rifiuti
Una cucitura fatta in tempo salva il calzino. Zero spreco, Zero voglie
Dando valore e utilizzando tutte le risorse che sono disponibili, niente va sprecato.
Sacrosanto!
Ogni legnetto, ogni pietra fa il suo ciclo. I rami con gli anni diventano ottima torba e concime, le pietre aiutano le piccole riparazioni ai muretti o vengono bene in altri casi.
Molti hanno la mania di bruciare: erba, legno, piante esaurite e "dare la cera nell'orto", benchè anche la cenere sia utile meglio restituire al suolo ciò che ha prodotto.

7 – Progetta da modelli a dettagli
Non distingui la foresta dall’albero
Facendo un passo indietro, possiamo osservare i modelli della società e della natura. Essi possono formare l’ossatura dei nostri progetti, colmandoli di dettagli mentre procediamo.
In questo campo sono bravissima!
Scherzi a parte, dicevo dei legnetti, beh, le cataste prima di tornare a essere terra sono ottimi rifugi per nidi di insetti utili all'ecosistema e così ogni azione se ben progettata assolve più di una funzione contribuendo a creare quella catena che farà si che, negli anni, l'orto abbia sempre meno necessità di manutenzione.

8 – integrare invece che separare
Molte mani rendono il lavoro facile
Mettendo le cose giuste al posto giusto, le relazioni si sviluppano tra di esse, e lavorano insieme per supportarsi l’un l’altra.
Qui credo ci si riferisca alle consociazioni e cioè all'abbinamento di diverse colture che per diversi aspetti si aiutano vicendevolmente ed è vero.
Alcune volte gli insuccessi derivano dall'accostamento di specie incompatibili o addirittura dannose una per l'altra.

9 – Usa soluzioni piccole e lente
Più sono i alto, più male fa la caduta
Lento e stabile vince la gara
Sistemi piccoli e lenti sono più facili da mantenere che sistemi grandi, facendo un migliore uso delle risorse locali e producendo risultati più sostenibili.
E' quello che dicevo all'inizio, per esempio io ho troppa terra per me sola.
Ecco allora che a turno una parte lavora e le altre riposano anche se sto tentando di tenere tutto a uguale livello di ordine (si fa per dire) ed estetica.

10 – Usa e valorizza la diversità
Non mettere tutte le tue uova nello stesso posto
La diversità riduce la vulnerabilità verso minacce di varia natura e si avvantaggia della natura unica dell’ambiente in cui si risiede.
E' uno dei motivi per cui sono stati inventati i pesticidi e i concimi (chimici anch'essi). Le monocolture impoveriscono il suolo, alimentano l'insorgenza di malattie e parassiti e in caso di condizioni atmosferiche sfavorevoli distruggono l'intero raccolto con l'evidente danno economico conseguente.
Ogni pianta poi, agisce un'azione che è utile a ciò che ha intorno, quindi anche all'interno di un orto è possibile e preferibile seminare in più punti così che se in un sito va male, l'altro va a frutto.

11 – Usa e valorizza i margini
Non pensare di essere sulla buona strada solo perché è la strada più battuta
L’interfaccia tra le cose è laddove gli eventi più interessanti hanno luogo, essi sono in generale gli elementi con il maggior valore, diversità e produttività di tutto il sistema.
Anche perchè ciò che si legge è solo una parte di ciò che si impara in questo difficile mestiere o passatempo.
La soluzione giusta è quella che si trova per caso o per tenacia ed è relativa al contesto in cui è applicata.
Tagli un l'albero e l'anno dopo già cambia tutto, aggiungi una pianta e l'orto "gira" in un modo diverso.

12 – Usa creativamente e rispondi al cambiamento
Visione non è vedere le cose come sono ma immaginare le cose come saranno in futuro
Possiamo avere un impatto positivo su cambiamenti inevitabili tramite l’osservazione attenta e l’intervenire al momento giusto.
Serve sensibilità, se si tralascia di osservare come "gira" l'orto, sei tu che giri a vuoto fin tanto che sai cogliere i segnali.
Progetti tanti, e altrettanti abbandonati.
La pietra che avrei voluto con i sassi intorno come in un giardino zen su tutti.
Ogni luogo ha la sua "mission" e lottare per cambiarla è una battaglia persa.
Molto meglio assecondare ciò che il luogo ti dice, fai meno fatica e hai maggiori soddisfazioni.
(però accidenti mi sarebbe piaciuta una zona zen!)


12 commenti:

  1. addirittura anche nell'insospettabile Pescara e' nato un orto urbano... vediamo, va. e teniamoci per ottime le 12 indicazioni di cui sopra. (a barcellona, nel trentasei, due giorni dopo la cacciata delle autorita' governative, tutte le strutture cominciarono a vivere di autogestione. dalle fabbriche ai tram. forse il concetto di far vivere quel che vive per la comunita' che se ne occupa, a livello civile, funziona eccome e non solo per gli orti e l'agricoltura. resta il piccolo problema dei barbari invasori, alias i megalomani accumulatori e costruttori di eserciti... ma oh... mica possiamo pensare a tutto subito :) )

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    1. e ma anche in argentina più di recente alcuni si sono salvati il futuro con l'autogestione!
      per i barbari, no problem!
      ghe pensi mì!
      mi metto al confine e gli faccio gli occhiacci, vedrai come scappano! :)

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    2. se ti porti un randello sono piu' tranquillo

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    3. ehehheh, semmai una clava, la chiedo in prestito a Cassandra:)

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  2. lavorare la terra stanca. Sto cercando di togliere dal terreno il biancospino che mi si infila in tutti i cespugli e poi sto dissotterrando tulipani, narcisi, giacinti gigli ecc. perchè sono cresciuti a dismisura e non si vede più nulla. il concetto della terra bassa (sempre troppo bassa) mi vede sposare tutte le teorie di chi fa le aiuole alte (molto alte).
    però non è solo un fatto di presenza e anche un concetto etico che dalle mie parti non c'è. Qui tutti passeggiano con il cane, eppure siamo in campagna mica devi partecipare alla Premium della Kit&Kat.
    La cosa che essenzialmente mi fa centrifugare i corbezzoli è che più passa gente e più gente chiede e se ti azzardi a dare a uno il giorno dopo devi mettere il rotolino con i numeri perchè altrimenti litigano davanti a casa.
    Prima promuoviamo una coscienza sociale e poi chiniamoci sulla Terra.
    Non so se noi si possa migliorare la terra, perchè in tal caso dovremmo prendere e rendere il superfluo sulla stessa aiuola.
    Qui da noi fregano di tutto, dalle zampe di gallina con attaccato il resto ai pomodori marci per farci la passata ... tanto con le cipolle si ricondiziona lo stesso.

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    1. migliorare nel senso di riportarla a una veste naturale:) magari più confusa e meno geometrica.
      capisco i tuoi problemi anche se fortunatamente li patisco in modo molto relativo dato che sto in cima a un monte con pochi abitanti e per la maggior parte assolutamente disinteressati all'argomento:)
      su 53 residenti c'è un contadino di nome e di fatto, un altro che va e viene da genova e poi ci sono io, di cui molti apprezzano il coraggio e la tenacia pur crdendo molto poco nei risultati:)
      lavora la terra eccome se stanca! sfinisce!
      infatti può diventare una malattia soprattutto quanto è tanta di più delle proprie forze.
      ma a tutto c'è rimedio, tranne per i lunga mano, quello fa davvero rabbia, avendo i mezzi e ammesso che si possa con la scusa delle intrusioni animali, forse solo la scossa potrebbe "insegnare" un po' di buone maniere.
      la fame è brutta ma se fosse quello il motivo, magari potrebbero ingegnarsi offrendosi per qualche lavoretto o coltivando loro stessi, invece non è quello il motivo, ma il fatto di sentirsi furbi e allora ben venga una punizione!

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  3. mi sembra di capire che son gli stessi principi di mio nonno e mio padre e, ora, anche miei! :) interesssssante, riscoprirli! ;)

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    1. vero!
      pare che a recuperare il buon senso antico si faccia la parte dei rivoluzionari invece di quella dei "conservatori":)

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  4. uhm ... non so perchè ma se una vicina campesina, mi sciorinasse tutti questi papiri e sospiri sulla coltivazione dell'orto minimo penserei che sia bislacca.
    -.-

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  5. come massimo penserebbe che sia una che è nata a Meco, in quella casa là (indica col dito la casa sopra la fermata della corriera) e che deve prendere dei limoni per farci il limoncello, e che quella villa che c'è giù a Prato era tutta uno stucco etc etc per un'oretta buona ... :)

    Saluti dalla vecchia della corriera

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    1. brutto posto in effetti, girano tipe strane davvero ^_^

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