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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 4 novembre 2010

La donna tantrica -1 -












































shiva_e_shakti

Raffigurata come una dea, una fanciulla stupenda che, danza ebbra d'amore, sciogliendo i capelli e spargendo i mondi nell'universo per poi raccoglierli portando i mondi alla fine___ la donna è centrale nell'immaginario tantrico tanto che il maschio può fare dei progressi solo grazie alla sua cooperazione e il continuo soddisfarsi e completarsi a vicenda.
Allo stesso modo, l'amorosa dea della Creazione, la donna, ha però un'altra faccia: mentre porta l'uomo dentro il tempo e il suo mondo, lo rimuove dal tempo e dal mondo diventando anche la distruttrice dell'uomo.
Tutte le cose che mutilano, storpiano ed uccidono sono parte della sua attività.
Nessuno può dirsi tantrista se non ha affrontato la necessità della distruzione, se non l'ha assimilata nella sua concezione della natura della dea_donna che mette l'adepto di fronte alla dissoluzione di tutto ciò che gli è caro e che le icone tantriche mostrano come la terribile Kali dal volto nero, la lingua penzolante dalla bocca zannuta e sanguinante.


Nel sesso tantrico quando la coppia è strettamente abbracciata nessuno dei due è pienamente consapevole dell'altro come distinto da sè, in quanto il principio del sè e dell'indentità è completo. Si dice allora che Shakti abbia ancora gli occhi chiusi, in una cecità totale, perchè non si è ancora resa conto dello stato di separatezza, mentre nella fase successiva gli occhi di Shakti sono aperti, benchè la coppia sia ancora unita.

I due sono faccia a faccia: ma di fatto la separazione e quelle che seguiranno sono opera di Shakti, che è stata proiettata espressamente per questo scopo.
Nello stadio successivo la coppia esce dall'unione e forma due parti distinte.

Solo la reciproca attrazione sessuale ricorda loro che si appartengono a vicenda, che il sè e il mondo sono solo aspetti complementari della stessa realtà.

Ora Shakti può davvero cominciare la sua funzione diventando come una splendida femmina danzante che intreccia i fili del mondo. I suoi movimenti non sono pure illusioni e neppure 'reali'. Il sè è così affascinato dalla danza che crede di vedere, nei gesti di lei, ogni sorta di cose diverse, comincia a pensare, grazie alla stupefacente attività della danzatrice, che lui stesso non è uno, ma molti, maschi e femmine, uno spiegamento sbalorditivo di un'infinità di fatti separati che compongono l'universo oggettivo cui noi ci aggrappiamo, si presenta al nostro sè attraverso ciò che chiamiamo 'mente e corpo', il meccanismo psicosomatico in cui ciascuno dei nostri sè separati sembra essere isolato ed imprigionato.

Questo fa parte dell'attività della dea che può essere simboleggiata dal suo stesso grembo fertile. Tutte le cose che immaginiamo di sperimentare nel tempo sono generate per noi da quella danza, o attraverso quel grembo che, se solo lo conoscessimo, scopriremmo non essere diverso da noi stessi. Le facoltà mentali e gli organi di senso, dunque le proprietà di percepire e coordinare, sono canali per quell'energia, impersonata da Shakti, che tende alla distinzione e alla separazione.

L'intero universo è contenuto nel corpo umano ed è comprensibile solo grazie ad un particolare lampo d'intuizione, non a caso nella tradizione indiana si trovano spesso divinità che mostrano ai loro fedeli di contenere in se stesse, all'interno del proprio corpo, tutte le stelle, gli universi, i mondi e le creature, fino alle più piccole.

La tradizione indiana ha sempre visualizzato il corpo umano come una pianta che cresce dal 'suolo' dell'Aldilà, il Brahman supremo, la Verità. E proprio come i succhi vitali di una pianta vengono trasportati verso l'alto e verso l'esterno da canali e vene, le energie creative si diffondono nel corpo umano oltre il culmine del cranio sopra la spina dorsale: da qui l'energia scorre dentro di noi venendo dall'Aldilà, attraversa i canali del corpo, raggiunge i punti più esterni dei sensi e va ancora oltre, proiettando lo spazio che ogni corpo crede di abitare.

L'insieme di vene e canali che compone questo sistema è chiamato 'corpo sottile' ed è alla base del culto tantrico.

Il rapporto sessuale è usato per rovesciare il processo della creazione: una coppia che condivide le stesse intenzioni spirituali può sviluppare una serie di riti accurati che trasformano l'uomo e la donna comuni in personificazioni di Shiva e Shakti; allora l'unione si consuma.

L'esperienza sessuale, prolungata al massimo, è condotta attraverso stadi successivi fino al punto in cui l'identità dell'uno si mescola con quella dell'altro, ed entrambi sperimentano la condizione che precede la separatezza.

L'immagine della coppia seduta in posizione yoga durante il rapporto sessuale è usata nell'arte tantrica buddhista del Tibet come simbolo universale della realizzazione spirituale.

Nel corso di un lungo rituale il tantrista a volte predispone un'intera serie di immagini diverse ma connesse fra loro, una delle quali può essere una ragazza in carne ed ossa: in lei discenderà la 'totalità' originaria della dea. Alcune immagini sono statue di materiale duraturo, altre, di fango o carta, vengono distrutte dopo l'uso per prevenire qualsiasi travisamento sulla loro reale, ma non oggettiva natura.
Dal punto di vista tantrico seguire l'Hatha yoga senza fare nessun lavoro interiore sul corpo sottile è un esercizio vano, anche se può essere utile per la salute e la resistenza del corpo 'esterno'. La dimensione in più dello yoga tantrico è dovuta alle posizioni che il corpo assume durante il rapporto sessuale. Queste sono intese sia ad intensificare le sensazioni fisiche sia a trasformarle in un veicolo che conduce a intuizioni meravigliose.

Sono posizioni che si possono imparare conquistando i favori di una donna "che detiene il potere" in quanto uno degli elementi più antichi del Tantra è l'idea che non solo l'iniziazione, ma la capacità stessa di raggiungere la meta finale possa essere trasmessa solo in linea femminile, tanto che i Santi tantrici, poeti e filosofi, avevano rapporti sessuali con un tipo particolare di donna il cui fascino li colpiva in modo straordinario, e che essi consideravano l'agente primario della loro illuminazione.

Di solito queste donne appartenevano ad una casta inferiore e spesso praticavano una doppia attività: danzatrici del tempio nei riti sessuali e prostitute tanto da relegare il tantrista al di fuori della società rispettabile. Del resto è vero che il Tantra esige che ogni legame con le ordinarie convenzioni mondane venga rotto, se si vuole ottenere l'illuminazione, e l'immagine di se stessi come "cittadini buoni e rispettabili" è tra i legami più pericolosamente insidiosi.

Praticare il Tantra significa esiliarsi dalla società non tantrica.

liberamente tratto da qui

To be continued___ seconda parte

6 commenti:

  1. ...ma dai? mi prendi come adepto? :) ciaooo lasciati.guardare

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  2. ciao___ intanto vedo che ti sei convertito a blogspot anche tu___ cominciamo a essere un bel po'___ :))
    poi che dire___? chissà___ ? dipende da quanto tempo hai___ la cosa è un po' lunghetta da svolgere___ :) ___ vediamo come evolve nelle prossime puntate___ se riesci a non addormentarti :))

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  3. ...dipende,ma scusa non hai detto che la donna deve danzare? :)))

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  4. eh__ anche___ sì___ appunto___ ma si parte da un minimo di tre giorni :))
    sempre che si riesca a partire:)

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  5. ...partire? cosa intendi per partire? delucidami...please....
    ...ma avvinghiati tre giorni,dici che si fanno gli stessi sogni,nel caso fortuito che ci si addormentasse? :)

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  6. mazza che interesse che hai! ti ha preso bene sta cosa :)
    comunque tranquillo:)) si mangia si beve e si dorme__ tutto normale :))

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