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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 4 novembre 2010

La donna tantrica -2



Il rito sessuale di re-integrazione più efficace prevede l'unione con una donna durante il suo periodo mestruale, quando la sua energia sessuale è alla massima potenza. Il rito andrebbe svolto, per aumentare l'efficacia, su terreno di cremazione, tra cadaveri e pire in fiamme.

Alcune tradizioni tantriche, quelle che rappresentano il filone più antico, ritengono che il seme maschile debba essere eiaculato nella yoni della donna come se fosse un'offerta di olio consacrato che si versa in un altare di fuoco in un autentico orgasmo fisico di entrambi i partners che si consuma e si trasforma in un'estasi ancor più grande.
Altre tradizioni, legate all'ortodossia indiana, sostengono che l'orgasmo debba essere totalmente inibito, affinchè l'energia trattenuta possa venire sublimata totalmente in radiosa gioia interiore. Mentrei riti tantrici più famosi consistono in varianti del chakrapuja, una specie di Comunione prolungata che si pratica di notte tra un certo numero di coppie, non importa se sposate o no, che si concedono le cinque gioie normalmente proibite nella società delle caste superiori: carne, alcool, pesci, cereali e sesso.

Il Tantra è l'unico filone della tradizione indiana che coltivi l'esperienza estetica in se stessa ritenendo che, tutte le risposte del corpo, sensuali, emotive e intellettuali suscitate dall'arte, alimentino e arricchiscano il fuoco tantrico.
Così tutta l'arte indiana è profondamente sensuale, la poesia, la canzone, la scultura e la pittura indiana insistono sempre con amore sui dettagli fisici e i colori della loro passione per trasmettere un riflesso dell'estasi cosmica a chi segue la via dell'amore positivo.


Il tantrista ha un interesse profondo per l'astronomia e l'astrologia e studia sempre i diagrammi temporali che riguardano gli eventi significativi della sua vita, identifica la colonna centrale interna della sua spina dorsale (chiamata Sushumna) con l'asse centrale del Monte Meru, divenendo egli stesso il centro intorno a cui si muove l'intero circuito del suo mondo. Armato di altri diagrammi il tantrista si prepara ad analizzare il mondo e a scoprire che tutte le energie che lo compongono e vi fluiscono provengono dalla sua stessa struttura sensuale e mentale. Può così farle convergere nel punto più basso delle 'ruote' (chakra) o "fiori di loto" del suo corpo sottile.

Un'intera serie di questi fiori di loto, o loti, è disposta verticalmente sul filamento luminoso del Sushumna centrale. Sono tutti mandala di vario tipo e di solito sono sei, più un settimo posto al culmine del cranio, alla radice critica dell'esistenza. Alcune tradizioni ne visualizzano altri, che si librano oltre la sommità del corpo nei diversi livelli dell'Aldilà. Coppie di canali sottili, maschio e femmina, 'sole' e 'luna', bianco e rosso, si avvolgono a spirale intorno ai loti, facendo circolare l'energia, vengono controllati attraverso il respiro.

Il loto più basso (con quattro petali) è alla base della pelvi, nel perineo e localizza in questo punto (Kundalini), il serpente sottile che rappresenta in ciascun uomo la funzione della dea generatrice del mondo.


Ella dorme avvolta intorno a un lingam interiore, che le copre la bocca con la sua.
La bocca del lingam è l'ingresso dell'estremità inferiore di Sushumna, e le spire della dea serpente son la fonte del mondo dell'esperienza.

Con l'aiuto delle posizioni dello yoga e dei rituali sessuali, tenendo il suo disco del mondo all'interno del cerchio di questo loto, il tantrista "risveglia" Kundalini, che si drizza e penetra l'estremità inferiore di Sushumna per cominciare la sua ascesa.
La sensazione iniziale è violenta e indescrivibile. Poi Kundalini penetra via via nei loti più alti, man mano che il tantrista concentra la sua mente sulla struttura e il significato di ciascuno di essi.

Il tantrista indù mira a ottenere che il suo Kundalini ascenda Sushumna il più spesso possibile; la meta suprema è l'ascensione permanente. Il tantrista seguace di Buddha, anche se la sua religione gli impone di rifiutare immagini sensuali che potrebbero essere troppo dirette e intriganti, visualizza tuttavia una "fanciulla interna" che sale lungo la sua spina dorsale.
Nell'arte tantrica buddhista è rappresentata da figure femminili come la rossa Dakini.


Il Tantra buddhista da poca importanza al loto più basso, ignora il Kundalini e preferisce omettere il loto posto dietro i genitali, identificando l'energia ascendente della consapevolezza di sè con la vitalità sessuale, simbolizzata dal seme maschile nato dalla figura femminile.
Questo rituale tantrico si sofferma dapprima sul loto del fuoco a livello dell'ombelico, considerandolo, come già il Tantra indù, il luogo critico della trasformazione dove si trova un altare circondato da guardiani divini fiammeggianti in cui il sé viene immolato, come il corpo del morto sulla pira funebre.
Per quanto riguarda il loto del cuore, il Tantra buddhista immagina il più completo e caratteristico insieme di campi di energie, in modo molto più elaborato di quello presentato dalla scuola indù. L'insieme è strutturato in cinque cerchi all'interno di un grande disco piatto: quattro sono collocati ai punti cardinali, il quinto è al centro. All'interno di ogni cerchio è dipinta, in un colore simbolico, un'immagine serena del Buddha che medita in unione sessuale con la sua Saggezza, insieme con alcune figure sussidiarie.
Ogni Buddha rappresenta la condizione in cui si è consapevoli di tutti i punti di vista errati prodotti da una particolare emozione o da un inganno della mente evitando però di fissare la propria mente su "cose superiori" come divinità o astrazioni e imparando invece a vivere per sempre in uno stato che implica la rinuncia a tutte le cose, anche "superiori", considerate come illusioni, dissolte in un tessuto immenso e ininterotto di relazioni al di fuori dello spazio e del tempo.

Il buddhista medita su tutti i cerchi seguendo un ordine a spirale (Sud, Est, Nord, Ovest), fino a comprendere a fondo il significato di ognuno, che deve poi essere assorbito in quello successivo.
Il cerchio a Est, il regno della collera, è particolarmente importante, perchè questa "emozione" rappresenta in qualche modo la radice dell'energia che fa progredire la meditazione; l'immagine adirata, Vajapani, incarna l'energia del meditatore che vuole riuscire a comprendere.

Il più famoso mantra del buddhismo è "Om mani padme Hum", dove Om è il suono che rappresenta l'illuminazione centrale; mani padme significa "gioiello del loto" o "maschio nell'organo della femmina" e rappresenta lo stato di completezza, l'energia che infonde saggezza; Hum è il suono del potere, che spinge il mantra a funzionare.

Questa energia spesso è simboleggiata da un utensile chiamato vajra, provvisto di denti ornati ricurvi che racchiudono un dente centrale diritto. Tutti i buddhisti seguaci del Tantra ne possiedono uno, che serve come serbatoio del proprio potere personale. Vajarapani significa infatti "colui che tiene il vajra".

Per intensificare la sua meditazione il monaco tantrista a volte usa un campanello, che fa suonare in continuazione sfiorandone l'orlo con un bastoncino, in modo da produrre un ronzio prolungato, dolce e incantevole. Questo suono è il simbolo che esprime la verità più remota e sottile del Tantra. E' la forma udibile del mantra indiano e antico più potente: Om. Perchè il Tantra, come ogni scienza positiva, riconosce che la struttura di tutte le cose, anche quelle apparentemente più dense, è connessa a un ordine di vibrazioni che per l'intelletto umano è simboleggiato dal suono.



E le funzioni ritmiche (il battito del cuore, il respiro, il ricambio cellulare) strutturano la vita e il senso del tempo di ogni essere animale. Le differenze e le interiezioni tra le cose materiali come noi le sperimentiamo hanno le loro radici nei tipi di interferenze prodotte tra le frequenze combinate delle vibrazioni.
Om è il suono che, se usato correttamente, può unire e armonizzare tutti quei campi d'azione della dea generatrice. Con esso il seguace del Tantra giunge al compimento della sua meditazione e devozione. Finalmente può imparare come trasmettere l'armonizzante Om facendolo risuonare fino alla cavità cristallina della sua spina dorsale sottile, e aprire l'intero suo corpo a quell'energia originaria che, allora, scorrerà dentro di lui passando per la sommità del suo capo.



nelle foto riproduzioni della dea Dakini

liberamente tratto da qui

2 commenti:

  1. E non lo sapevo che per fare del buon sesso occorresse portare in camera anche l'enciclopedia :-)

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  2. ___ eh___ io invece vorrei sapere chi sei :)) lascia almeno un indizio :(

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