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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 3 luglio 2011

BENE



Il mio epitaffio potrebbe essere quel passaggio di Sade: mi ostino a vivere perché "Anche da morto io continui a essere la causa di un disordine qualsiasi".

Il pensiero è un risultato del linguaggio.

È ora di cominciare a capire, a prendere confidenza con le parole. Non dico con la Parola, non col Verbo, ma con le parole; invece il linguaggio vi fotte. Vi trafora. Vi trapassa e voi non ve ne accorgete. Voi sputate su Einstein, voi sputate sul miglior Freud, sull'aldilà dei principi di piacere; voi impugnate e applaudite l'ovvio, ne avete fatto una minchia di questo ovvio, in cambio della vostra. Ma io non vi sfido: non vi vedo!

Bisogna fare di sé dei capolavori.

Andiamoci piano con questa storia che un bel giorno si nasce. Non è così scontato. In quegli anni [Anni '30] venire al mondo e farla franca era come scampare ad Auschwitz. La gestante era una signora a rischio, destinata quasi sempre a perire. Lei o il bambino. Qualche volta entrambi.

Io sono già dimenticato, meglio ancora ignorato, in vita. Mi hanno promesso a Otranto i funerali da vivo. Non c'è bisogno di consegnare un cadavere in pubblico per meritare la dimenticanza.

Me ne fotto di quel che mi riguarda. Malati gravi si è per definizione.

È tutta la vita che tolgo di scena il burattino, l'incubo di un pezzo di legno che ci si ostina a voler farcire con carne marcia. Precipitare nell'umano - che parola schifosa - questa è la disavventura. Gli anatomisti gridano al miracolo quando parlano del corpo umano. Ma quale miracolo?! Un'accozzaglia orrenda, inutilmente complicata, piena di imperfezioni e di cose che si guastano.

Il corpo implora il ritorno all'inorganico. Nel frattempo non si nega nulla.

Si nasce e si muore soli, che è già un eccesso di compagnia.

8 commenti:

  1. ...Vedi, questa di “morire” è una cosa che vorrei evitare. Mi piace molto di più l'espressione indiana, che conosci come me, “lasciare il corpo”. Infatti, il mio sogno è di scomparire come se non esistesse questo momento del distacco. L'ultimo atto della vita,che è quello che si chiama morte, non mi preoccupa perché mi ci sono preparato. Ci ho pensato.Ora, non dico che sarebbe la stessa cosa alla tua età. Ma alla mia! Ho sessantasei anni, ho fatto tutto quel che volevo fare, ho vissuto intensissimamente, per cui non ho alcun rimpianto.Non ho da dire “Ah, mi ci vorrebbe ancora tempo per fare questo!” E poi non mi preoccupo grazie alle due o tre cose, secondo me fondamentali, che tutti i grandi e i saggi del passato avevano ben capito.Che cos'è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura,che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione. Tu pensa: uno cresce con questo corpo, ci si identifica. Guarda te, sei giovane, sei forte, pieno di muscoli. Oh, ero così anch'io! Ogni giorno correvo dei chilometri per tenermi in forma, facevo ginnastica, avevo delle gambe dritte, avevo i baffi e la testa piena di capelli corvini. Ero un bel ragazzo. Uno dice“TIZIANO Terzani” e pensa a quel corpo lì.Tutto da ridere! Guardami ora. Pelle e ossa, magrissimo, le gambe gonfie, la pancia come un pallone. Mi si è rovesciata la geometria del corpo. Prima uno ha le spalle larghe e la vita stretta; ora ho delle spalline strette strette e una vita enorme. Allora non posso essere attaccato a questo corpo. E poi, quale corpo? Un corpo che cambia tutti i giorni,che perde i capelli, che si azzoppa, che si acciacca, che viene tagliato a pezzi dal chirurgo? Il corpo non siamo noi. Allora cosa siamo?Crediamo di essere tutte le cose che ci preoccupa di perdere morendo...Tiziano Terzani da "La fine è il mio inizio".

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  2. PAOLA
    all'inizio non avevo capito che citassi Terzani e pensavo che tu avessi 66 anni!
    beh, Bene si sa che non è un gran ottimista:)
    sono anche due modi diversi di parlarne, uno per aforismi e l'altro per estensione di vita come nel caso di terzani.
    anche due fini diverse. entrambi affascinanti per me (non la fine, ma le teorie)
    di mio sono più vicina a terzani ma se devo dirla a qualcuno la dico come la dice bene.
    sarà che sono sempre tanto schiva quando si tratta di visioni personali, tempo sempre di scadere nel mieloso o nel semplicistico filosofeggiare alla new age.
    e poi mi piace provocare con la faccia da cattiva:)

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  3. TETI
    ieri ho passato quattro splendide ore con LA mia amica. Mentre andavo a prenderla ridevo da sola per la contentezza e ho persino detto ad alta voce e ridendo "amoreee..."!
    Siamo arrivate al cinema, ma siccome non c'erano altri spettatori oltre noi a vedere il film, hanno deciso di non farlo girare. Ci hanno detto "riprovate più tardi, al prossimo spettacolo, se arriva qualcuno allora lo mandiamo". Lo so, purtroppo nelle piccole città dove c'è un solo cinema e in pochi, penso, si interessano di Tiziano Terzani, si corre anche questo rischio...di non poter vedere il film!
    Ci siamo sedute in bar, abbiamo preso un prosecco sedute a tavolino e abbiamo brindato a noi. Un evento! Giuro, era la prima volta che uscivamo noi due da sole! Abbiamo parlato, riso, scherzato, poi siamo tornate al cinema. Che fortuna! C'erano altre due persone, così siamo entrate. Erano due ragazze. Durante il primo tempo non hanno fatto altro che ridacchiare e prima che iniziasse il secondo se ne sono andate! Insomma...la mia amica ed io, sole in tutta la sala, abbracciate e a piangere come bambine. Bello il film. Leggerò anche il libro.
    Teti...per molte cose anch'io sono molto più vicina a Terzani e forse dovremo imparare a pensare come lui...per capire che cosa è veramente importante nella vita.

    " Una mattina, su quel crinale mi ha colpito un maggiolino. Mi sentivo quel maggiolino, Folco, non un elefante, quel maggiolino. L'ho seguito, camminava avanti e indietro e poi è arrivato in cima al filo d'erba e ha aperto le sue piccole ali vellutate,trasparenti, ed è schizzato via. Ma non su un altro filo d'erba vicino, verso l'infinito! Sotto c'era un precipizio di centinaia di metri e quel bischerello,stupendo, lucido, con quei puntini, è partito verso le montagne. Ed ecco,lì davvero, Folco, credimi, ho sentito che la mia vita era parte di questo.E poi fai un piccolo salto e senti che tu sei il vento, che tu sei il maggiolino, che questo corpo insomma... E con questo vivi, vivi bene, ti prepari. Niente diventa più terribile. Non mi interessava più, questo cancro. Allora, schiacciato da una cosa, mi restava però tutto quello che c'era intorno, questi alberi di deodar, da secoli lì, sotto le intemperie, e io seduto ai loro piedi. Era come se la loro linfa, il mio sangue, il mio respiro fossero tutti la stessa cosa, e io fossi parte di quella. Se hai per un attimo questa sensazione, ma che torni a fare il giornalista, a cena con il signor R? Quella notte sono andato a letto in trance. Sono così, non sono nient'altro. Non sono un intellettuale, non sono un costruttore d'imperi, non sono un profeta, sono uno che alla fine della vita ha goduto anche della sua fisicità. E attraverso di quella, stranamente,a un certo momento, grazie indubbiamente prima di tutto al Vecchio, sono arrivato al di là della materialità. Ho potuto sentire un senso più grande, che era legato al tutto e che è la mia grande consolazione di ora.Perché non mi si toglie. Non mi si toglie"...

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  4. PAOLA
    se magari ti decidessi a fare un blog!
    ma scusa perchè non apri su libero????
    basta che stai attenta ai marpioni, nel caso ti dico io come starne alla larga, cioè, no, meglio di no, non è che io ci sia riuscita tanto bene:( ho dovuto andar via e a volte mi inseguono anche qui:( vabbhè comunque sia, dai!!!!!
    non capisco cosa aspetti!
    se prendessi i vari commenti e li mettessi in fila avresti metà lavoro già fatto!

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  5. ..."corpo, ludibrio grigio
    con le tue scarlatte voglie,
    fino a quando mi imprigionerai?
    Anima circonflessa,
    circonfusa e incapace,
    anima circoncisa,
    che fai distesa nel mio corpo?".

    Alda Merini

    Leggendola mi è venuto in mente questo post.
    Buon pranzo.

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  6. PAOLA
    sei come una mina vagante:))
    ma mi fa piacere che ti ricordi di teti e passi a trovarmi:)
    però, bevi meno, eh? che fa caldo:))
    pranzo?
    è già l'ora del pranzo?

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