momentaneamente: nè santa nè martire

domenica 16 ottobre 2011

nè santa nè martire

ieri onomastico (santa teresa d'avila, quella dell'estasi) giornata di vento a loano e finale, grazie a BIMBOVERDE per le foto, a PIER per lo spunto della foto qui sopra, a GUCHI per il vino e al vento che ha spazzato un po' di pensieri assenti e quindi perchè tenerli a occupare la mente?

7 commenti:

Pier16 ottobre 2011 alle ore 14:05
ahaha che fuori... :)
cmq pare che il secondo nome del custode coi baffi tinti fosse Ildefonso.
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teti90016 ottobre 2011 alle ore 14:09
PIER
è perchè sono una persona concretamente idealista (o idealmente concreta? ) forse a causa del secondo nome assente:))
ho guardato se erano tinti ma ci ha sgamato e ha messo la bocca sotto la mano:(
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teti90016 ottobre 2011 alle ore 20:24
BIMBOVERDE
torniamo in bolla, posa il fiasco! ^__^
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Guchi chan16 ottobre 2011 alle ore 21:14
ho scoperto che la Carolina tiene anche i 110 km/h senza perdere i pezzi.
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teti90016 ottobre 2011 alle ore 21:38
GUCHI
bentornata!
a domani, buona serata!
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Amoon17 ottobre 2011 alle ore 09:15
c'è stata una convention vedo...ma eravate alticci?
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teti90017 ottobre 2011 alle ore 09:21
AMOON
abbiamo bevuto cedrata e un tè alle 17, ma si vede che l'unione fa la forza:))
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silenziosamente

La società contemporanea teme il silenzio, sente la necessità di coprirlo, annullarlo, negarlo creando città rumorose, luoghi di ritrovo frastornanti, momenti di solitudine anch’essi fitti di suoni (il cellulare che squilla, la musica dell’iPod nelle orecchie...).

Forse perché spesso silenzio diventa sinonimo di solitudine, isolamento, vertigine di vuoto. Eppure una lunga tradizione, che affonda le sue radici in un tempo lontano, dice che è ricchezza e non mancanza, pienezza anziché vuoto, gioia piuttosto che tristezza, nascita invece di morte.

Oppure accidia (ovvero: indolenza, inerzia, negligenza, tedio, ansietà del cuore) una forma di torpore o, secondo la traduzione della parola greca da cui origina, uno stato di noncuranza (a=non e kedos=cura), una mancanza di affezione, un senso opprimente di vacuità accompagnato da una strana noia irrequieta e insoddisfatta che prende di mira in particolar modo le persone solitarie e le assale specialmente nelle ore del mezzogiorno… continua a leggere

Henry Miller su Anais Nin

Sei così pronta, così intelligente.
Ma non mi fido della tua intelligenza.
Tu crei uno schema meraviglioso, tutto è al suo posto, e sembra chiaro in un modo assolutamente convincente, troppo chiaro.
E intanto, dove sei tu?
Non sulla chiara superficie delle tue idee, no, tu ti sei già tuffata più a fondo, in regioni più oscure, così uno pensa che tu gli abbia dato tutti i tuoi pensieri, ma lo immagina soltanto che tu ti sia svuotata in quella chiarezza.
Invece ci sono strati e strati - sei senza fondo, insondabile.
La tua chiarezza è ingannevole.
Sei la pensatrice che suscita in me più dubbi, più confusione, più turbamento.

epicuro

La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.