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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

martedì 28 febbraio 2012

Imperituri amori



"Amati defunti", come lo spiego?
Ci provo, ma neanche io so come.

"Per lui, il tempo è diverso dagli altri compositori.
Per un uomo normale, il tempo è quello che viene dopo l'inizio, per Anton Bruckner, il tempo è quello che viene dopo la fine.
Tutti suoi finali sono l'apoteosi della speranza per un altro mondo, la speranza di essere salvati di essere di nuovo battezzati da una luce che non esiste altrove.

E scoprire se sia o non è compatibile: per avere speranze diunicità, per essere il più grande o per fare musica.
Questa è la scelta.Fare quello che ti piace!
Se mi chiedete se mi sembra di capire Bruckner, risponderò sì, Ma cosa devo fare?
Un buco nell'acqua.
Il mondo non vive per i miei criteri.
Al contrario!
Va appassionatamente contro tutto ciò che apprezzo della musica."






Così Sergiu Celibidache spiega, nei video, l'opera del compositore che intorno all'adolescenza ebbi modo di ascoltare come fosse l'eco del mio sentire di allora e a cui sono rimasta fortemente legata benchè torni raramente ad ascoltarlo.
A volte capita che si incorporino le anime lontane e chiudendo gli occhi sia come uscissero da noi così che le possiamo rivedere.  
Sono ovviamente entrambi morti, altrimenti sarebbero in altra sezione del blog, invece di quella degli amori defunti in cui cercherò di ricostruire alcune cose sul tema a cui avevo già accennato nei commenti del post su Andrea Pazienza.
E qui mi fermo, credo che ad averne voglia la visione e l'ascolto dei video racconti meglio di quanto potrei fare sia il punto di vista dell'autore e sia quello del suo interprete.
La traduzione l'ho fatta al mio meglio, ma so che si poteva far meglio.





"Io sono felice di essere in grado oggi di leggere le righe che ci ha lasciato.
Più felice di quanto possa esprimere.
Dal momento che penso non ci sia niente di peggio che l'imitazione di se stessi prodotto dalla routine.
Creo la relazione spontanea al pezzo leggendo la sua punteggiatura che so a memoria. Che avrei potuto riscrivere a memoria!

Così leggo, come se non l'avessi mai visto prima e mi dico: i corni adesso, perché i corni?
Reagisco come un bambino.
E spesso riesco a eliminare questa stratificazione dell'esperienza indotta e mi riesce di creare una relazione spontanea con questo grande uomo sconosciuto".



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