"Avvezzatevi a mangiare d’ogni cosa se non volete divenire incresciosi alla famiglia. Chi fa delle esclusioni parecchie offende gli altri e il capo di casa, costretti a seguirlo per non raddoppiar le pietanze".
(sento una voce___), vabbhè, due giorni fa, il 30 marzo, tornando verso casa vedo un signore anziano sulle rive del Bisagno prosciugato che coglieva erbette alimurgiche, forse ispirato dal post precedente? O era un fantasma dei bei tempi andati?
"Non si dovrebbe ritornare al cibo altro che quando lo stomaco chiama con insistenza soccorso, e questo bisogno tanto più presto si farà imperioso se lo provocate con una passeggiata all’aria libera oppure con qualche esercizio temperato e piacevole".
(ma cos'è sta voce?), comunque mi ha messo un tristezza infinita soprattutto per via che sicuramente le sponde del ruscello in secca tutto sono tranne che sane e pure come invece immagino fossero più o meno un secolo fa.
"Non vi fate schiavi del vostro stomaco: questo viscere capriccioso, che si sdegna per poco, pare si diletti di tormentare specialmente coloro che mangiano più del bisogno, vizio comune di chi non è costretto dalla necessità al vitto frugale".
Ancora???
"Non vorrei che per essermi occupato di culinaria mi gabellaste per un ghiottone o per un gran pappatore; protesto, se mai, contro questa taccia poco onorevole, perché non sono né l’una né l’altra cosa".
Ma chi siete?
"Sono Pellegrino. Ve l’offro dunque da semplice dilettante qual sono, una ricetta, sicuro di non ingannarvi, avendo provati e riprovati più volte questi piatti da me medesimo; se poi voi non vi riuscirete alla prima, non vi sgomentate; buona volontà ed insistenza vuol essere, e vi garantisco che giungerete a farli bene e potrete anche migliorarli, imperocché io non presumo di aver toccato l’apice della perfezione".
E così con buona pace delle oche e del portafoglio, mi lascia la sua ricetta del patè di fegatini di pollo (ma volendo si può fare anche con quelli del coniglio).
"Sapete già che ai fegatini va levata la vescichetta del fiele senza romperla, operazione questa che eseguirete meglio operando dentro ad una catinella di acqua.
Mettere i fegatini al fuoco insieme con un battutino composto con uno scalogno, o in mancanza di questo, di uno spicchio di cipollina bianca, un pezzetto di grasso di prosciutto, alcune foglie di prezzemolo, sedano e carote, un poco d’olio e di burro, sale e pepe; ma ogni cosa in poca quantità per non rendere il composto piccante e nauseante. A mezza cottura levate i fegatini asciutti e, con due o tre pezzi di funghi secchi rammolliti, tritateli fini colla lunetta.
Rimetteteli al fuoco nell’intinto rimasto della mezza cottura e con un poco di brodo finite di cuocerli, ma prima di servirvene legateli con un pizzico di pangrattato fine e uniteci un po’ di agro di limone.
Vi avverto che questo crostini devono essere teneri e però fate il composto alquanto liquido, oppure intingete prima, appena appena, le fettine di pane nel brodo".
al limite potrei tentare coi fegati(ni) di gatto... (mentre scrivo c'e' la mia compagna al pc di fianco che guarda foto di un negozio parigino. in vetrina, veleno per topi con ratti appesi, imbalsamati. il cartello dice... "catturati nel 1925" quasi cento anni di successi!!!! Parigi, che citta' romantica!)
RispondiEliminaottima variante! me ne ricorderò quando l'indigenza e l'impazienza mi porteranno a passare al forno la mia grassa micia!
Eliminanel frattempo potrei addestrarla a portarmi quelli di topo, di ragno, di salamandra, di lucertola, di scorpioni, di passerotti e di ogni ben di buddha che mi riporta cadavere in casa.
il gatto di casa e' gentile, lo so. qui invece siamo assediati da gatti randagi... loro asportano solamente.
Elimina:)
Eliminache poi, pensavo che l'importante è evitare di divorare il proprio (fegato)