.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 30 dicembre 2012

Il contrario di uno

Quindici racconti brevi di Erri De Luca pubblicati nel 2003 e a metà del libro altri cinque, uno per ogni senso, apparentemente estranei agli altri ma accomunati dalla sua poetica e dai riferimenti autobiografici lungo tutto l'arco della sua vita.
Dal primo, Mamm'Emilia "Sono sgusciato dalla tua pienezza / senza lasciarti vuota perché il vuoto / l'ho portato con me", a Vino "Ci parlavamo a due centimetri tra bocca e faccia, ogni parola era un mezzo bacio (...) se ci scappava un bacio era per concludere un discorso"; "Solo i baci sono buoni come le guance del pesce. Noi due avevamo l'esca sulle labbra, abboccavamo insieme" (La camicia al muro), in ciascuno c'è, o almeno io l'ho trovato, tutto lo scaffale di una libreria come se ognuna delle tre, quattro pagine diventassero o potessero diventare un libro intero di quelli che ti danno da pensare per giorni  e che ti restano addosso anche se hai scordato quando e da dove siano arrivati, il titolo, l'autore.
"Me so' miso scuorno 'e fuì, mi son vergognato di fuggire, sarebbe preciso, ma in italiano suona strana l'intimità di una vergogna". (Vento in faccia) 
Dell'importanza del dialetto e della sua capacità di rendere l'idea e il concetto condivido quello che dice De Luca CLICK, ma fatico a spiegare meglio che estraendone delle frasi, le tracce e gli spunti che sono contenuti in questo suo libro.
"Morivo di una morte antica che sbatteva i corpi nel tremito come si scuote un panno dalla polvere". (Febbri di febbraio)
"Per fargli piacere gli dissi che la sua stanza era venuta più pulita di quella sul libro. Questo gli piacque, mi poggiò la mano sulla nuca e poi: Ho dimenticato di dipingere la polvere". (Il pollice arlecchino)
Il meno corto quello in cui racconta di un incontro che diventa una scalata tra due sconosciuti che giocando a provocarsi e sfidarsi, insieme vincono il disagio di lei. Aiuto inizia cinico poi si snoda lungo i canali dell'energia di entrambi, del loro sudore, dei loro passi e apprensioni fino alla cima e dopo "E' l'ora del tallone, osso del ritorno, a lui spetta di appoggiare il passo che riporta indietro. E questo è togliersi"
"Ma tu non vuoi essere per una volta il prossimo per qualcuno?" (La gonna blu)
"Oggi so che anche da vecchio sono rimasto cattivo. Sono ancora agile ma non ho voglia di sembrare arzillo, preferisco l'adagio che mi fa leggero. (...) la prudenza non fa storpio nessuno". (Una cattiva storia
"Chiamavamo quelle cose comunismo, ma tiravamo a indovinare, quella era soprattutto una felicità, aspra e affumicata". (Annuncio mai spedito)
"Saltavamo un giorno, le lasciavo una lettera in cucina. Era bello scriverle da vicino, imbucare la posta sotto il tovagliolo" (Il conto).
Il pilastro di Rozes è un'altra storia a sfondo sentimentale e ancora c'è quel senso che ho trovato anche in altri libri di De Luca, dell'uomo "senza" e cioè dell'individuo che non conosce il significato del contrario di uno o preferisce scegliere diversamente dall'essere due "Tutti i nostri passi hanno seguito un desiderio. Per esaudirlo abbiamo dovuto metterci i piedi sopra e calpestarlo" o per dirla in altro modo "Fravecammo 'a casa all'ate, sulo 'a nosta sta 'n prugetto" (La fabbrica dei voli).
In nomine ha in qualche modo a che fare con il Gusto: un brodo di pollo, entrambi parlano di malattia, delirio febbrile e guarigione che in La congiunzione e dispiega gli aspetti più sublimati o mistici dell'autore attraverso la trasposizione nel tempo di episodi del passato che rivivono nel ricordo della mente e dei luoghi.
Un libro ovviamente inconcluso per via che immagino ci saranno nuove storie su cui adattare e basare il pensare all'uno.


Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.


Due è tratta da “Solo andata – righe che vanno troppo spesso a capo” di Erri De Luca, Feltrinelli (pag 76)

4 commenti:

  1. ma dai ... proprio ieri stavo guradando qquesto suo ultimo libro (click)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. va già ben che i suoi libri costano meno:)
      strano personaggio De Luca, lunga vita perchè ne ha sempre tante da dire come avesse vissuto la vita seguendone le sfumature che demarcano i fatti salienti.
      a me piace assaje!
      ma anch'io ho avuto la mia coincidenza!
      ho mollato un attimo il codice, che tanto non ci capisco niente, e ho pensato di vedere un film, ma l'unico vedibile sai cos'era? BABYLON A.D.!
      insomma, spero , con questa iniezione di fantascienza, di venire a capo del codice!

      Elimina
  2. Risposte
    1. a ma allora ci sei! ti pensavo in fuga nell'oblio dell'al dì là che fugge all'al di qua!

      Elimina