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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 31 gennaio 2013

vegetativa_mente

che poi da fare ce ne sarebbe, un po' a tutti i livelli.

camminavo sui solchi dei miei passi, in pratica lungo i soliti itinerari su cui, a parte le deiezioni canine, saprei correre a occhi chiusi dopo anni e anni di frequentazione e mi accorgo che nei vari anfratti spuntano ciuffi d'erba e piccole piantine.
addirittura vicinissimo al mare ci sono posti dove invece della sabbia cresce un green da far invidia a un campo da golf.

mi sono data due spiegazioni: la prima è che l'incuria, o la mancanza di risorse economiche (fa uguale), comportando la diminuzione della pulizia stradale, contribuisca al fiorire di muschi e semini di varia natura.
la seconda è che posidonia e detriti marini, che sempre più spesso spiaggiano in gran quantità, stiano costituendosi quale humus su cui attecchisce e rigoglia un verde urbano assai insolito.
da qui è sorto un senso concreto di Stato d'abbandono con la esse maiuscola perché mi riferisco esattamente a quello lì.
e ripensando a blade runner ho considerato che quel degrado sarà invece cosa diversa, almeno qui dove il clima è temperato tendente al tropico.
la natura sa quel che fa e quel giorno chissà che tutto, o buona parte di esso, sarà ricoperto da piante e vegetazione.

sì, credo che quel giorno, la giungla cittadina potrà chiamarsi tale a buon titolo.
e se penso ai casermoni e agli scheletri abusivi (anche quelli a posto col catasto è lo stesso), alle discariche e a tutto quanto violenta e insulta la vista (per non dire altro) ricoperto dal verde, mi rincuoro.
bisognerebbe rifare blade runner, quel grigiore dentro all'animo, ma fuori un grande e intricato rigoglio vegetale, mica male.

potremmo a buon titolo vegetare in ambienti appropriati, strappando un pomodoro nato per scherzo sulla parete di casa, torneremmo a vestirci con le foglie di fico, resteremmo per settimane davanti a uno schermo piazzato davanti a un vaso a guardar crescere una pianta carnivora, conviveremmo con le specie aliene e mutanti che stiamo contribuendo a creare e nessuno romperà più i coglioni con la pretesa di voler lavorare perché ne avrà abbastanza di dover farsi strada ogni giorno con il machete per spostarsi da una stanza all'altra.


le città restituirebbero agli ufo che ci sorvolano l'idea del nulla, nascondendo la nostra presenza sotto spesse coltri di verde come da anni teorizzano illuminati e inascoltati architetti.


veduta aerea di Beirut 


la stessa veduta una volta realizzato il progetto di StudioInvisibile


il bosco verticale di Stefano Boeri


La visione urbana di Friedensreich Hundertwasser




7 commenti:

  1. ciao, io sono un ufo. c'e' nessuno?

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    1. ti avevo avvistato altrove in effetti, ma qui meno perchè sei verde e ti mimetizzi:)

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  2. la natura riesce a riappropriarsi dei suoi spazi, anche dopo i peggiori disastri (Click)

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    1. bene, allora ben vengano i segnali avvertiti, segno che è solo questione di tempo per essere ricoperti di foglie e avvinghiati alle liane:)

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  3. Non potrei mai salire (neanche scendere) da quella scala. Intendo quella della prima foto...tremo al solo pensiero immaginando quante cimici si possano annidare in tutto quel verde!
    Teti, ma del bosco verticale cosa ne pensi?
    Paola

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    1. sinceramente mi piace di più l'idea dei tetti verdi, ma come hai visto alcuni boschi verticali vengono bene e le pareti verdi sono ottime per il risparmio energetico

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