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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 11 novembre 2013

la notte bianca di san martino

Cine teatro, ultimo atto.
Personaggi e interpreti: A, e una 'bagascia'.
(in corsivo i pensieri della seconda)

Il vento sospinge le protagoniste verso la notte anche se sono solo le 21.
Giungono così le 23,30 e A comincia la nottata.
(minchia!)
Giù dal letto, su dal letto e le fatidiche domande:
"ma è sveglia?"
(eccerto, son qui apposta!"
"piove?"
(che cazzo ne so? dormivo!)
"che ora è?"
(cosa te ne frega che tanto te lo scordi?)
Stesso rituale tutte le altre diciannove volte che si alza, con la variante che verso le quattro alla terza domanda, quando le viene risposto "non lo so" ribatte con un "brutta bagascia, domandare è lecito, rispondere è scortesia, vai a ramengo, mangiasoldi"
(adesso la soffoco)
tre secondi dopo altro balletto, giù dal letto, su dal letto,
(eccheccazzo, è passato neanche un minuto!)
con la variante che quando le si fanno indossare le ciabatte entra nel letto e quando le si tolgono pretende di scendere per andare in un fantomatico giaciglio situato non si sa bene dove dato che c'è dentro.
"A, mi guardi... è sveglia? E' appena scesa... si metta giù che fa freddo..."
(risposta): "Maledetta, bagascia figlia di una gran bagascia, domani te lo faccio vedere io"
(resto a casa domattina, disdico l'appuntamento della visita, che se vado muoio d'infarto per la strada)
Finalmente le 6.
La smemorata (a dire dei parenti, ma in verità i cazzi degli altri se li ricorda benissimo) si alza per la diciottesima volta e imbosca le chiavi di casa (nel caso la bagascia volesse aprire la porta e andare alla visita o anche solo scappare).
E siamo alle 7.
A apre la porta ed esce in mutande.
"Ma cosa fa? Entri che si prende un accidente!"
(magari!)
"Ho caldo io, e non prendo ordini da nessuno."
(ci vuole una sigaretta)
Approfittando dell'apertura della porta la bagascia esce lasciando socchiuso...
"Chiuda che ho freddo io!"
(ma favvanculo!)
E siamo all'epilogo.
La bagascia rientra e viene nuovamente aggredita con epiteti vari, dal ché decide che è il momento di chiamare la figlia di A a cui ribadisce che va bene tutto ma gli insulti no.
Risposta all'unisono di figlia e genero di A: "Ahhh, ma a quelli non bisogna farci caso!"
(Cosaaaa????)

Insomma che dire? Uno spettacolo che fa pensare... Soprattutto mi convince ancora una volta che senza sinergia famiglia/badante si fa poca strada.
Son situazioni in cui bisogna trovarsi per poterle giudicare, chi sta fuori ovvio che si fa una propria idea o trova proprie soluzioni solitamente ritenute impraticabili.
C'è poi la domanda: "Che faccio? Entro nel meccanismo per poterne poi dire?"
Ovvio che no.
Il punto di vista esterno (o meta posizione) è fondamentale per mantenere l'equilibrio necessario a intraprendere cose che siano utili e tengano conto di tutti gli interessati.
Il carattere originario emerge per quello che sostanzialmente è stata una persona per tutta la vita e disvela totale insofferenza verso il genere umano (parentale e non), al contempo l'individuo ha perso al sua autosufficienza dunque dipende dal prossimo.
Come conciliare le due verità?
Ho in mente un'unica soluzione: eutanasia.
E non mi si dica che è immorale e inumana perché di umano in una vita dove si è mal sopportati per l'accanimento al disprezzo verso chi si prende cura francamente vedo poco.
Se il tutto è poi aggravato dal fatto che delle proprie azioni manca anche solo un minimo barlume di consapevolezza e, invece di tracce di gratitudine, si ottengono solo improperi, beh... 
Lascio agli altri il piacere di godersi altre notti come quella di san martino del 2013 perché io ho già dato.

2 commenti:

  1. sonnifero .. lo avevo già consigliato mi pare ... praticabile, innocuo, poco costoso .. :P

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    1. e lo so... purtroppo non è contemplabile... ma tanto prima o poi finirà così...
      in ogni caso cazzi loro.
      io ci torno giovedì con la clausola che al primo insulto me ne esco.
      (ergo: la durata dell'incarico sarà di 30 minuti max, poi decado)

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