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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 25 gennaio 2014

Attila, chi?

18 luglio 452 è la data in cui la città, nodo strategico per il commercio e la politica del tempo, viene rasa al suolo nella prima tappa del viaggio distruttivo che il 'flagello di dio' compie entro i confini dell'attuale Italia.
dunque, nei miei ricordi scolastici, Aquileia (patrimonio unesco dal 1998) è fortemente annodata alla figura di Attila e alle leggende che si narrano sugli Unni.
Ad esempio quella che le madri bendassero i volti dei neonati per far sì che il naso, crescendo, restasse, una volta adulti, entro l'elmo e poi che, per impedire la crescita della barba, si tagliassero le gote, che vivessero e morissero a cavallo, tanto da reggersi a stento in piedi e che mangiassero di tutto, erba compresa.
La Basilica e il suo pavimento
di oltre 750 metri quadrati
(uno dei più grandi d'Europa)
Anche Aquileia ha la sua leggenda che narra come, mentre venivano tracciati i confini e posta la prima pietra per la fondazione della città, apparve un'aquila bianca che prese a sorvolare in volo concentrico. 
E sempre ad un volatile vennero attribuiti significati di diverso segno quando una cicogna, che aveva fatto il nido sulle sue mura, in quei giorni di luglio, raccolse i suoi piccoli e fuggì. 
La stranezza di quell'episodio fu vista con spavento dagli abitanti e bene augurante da Attila che si predispose all'assedio.
Il suo arrivo fu accompagnato da un vento così forte da scoperchiare le case, sradicare le piante e intimorire ancor di più i nativi che una notte, ne abbandonarono le case per via fluviale.

A presidio, sulle torri, delle sagome che, all'albeggiare quando fu chiaro che fossero fantocci, fecero infuriare il condottiero che ordinò di radere al suolo ogni costruzione.


ATTILA, Prologo, Scena I

Piazza di Aquileia.
La notte, vicina al termine,
è rischiarata
da una grande quantità di
torce.
Tutto all'intorno è un
miserando cumulo di
rovine.
Qua e là vedesi ancora
tratto tratto sollevarsi
qualche fiamma,
residuo di un orribile
incendio di quattro giorni.
La scena è ingombra di
Unni, Eruli, Ostrogoti, ecc. 


Libretto dell'opera verdiana  


Casa delle bestie ferite in corso di restauro
una delle mie famose iperboli mi porta a riflettere...
sarà mica il momento di rivedere il giudizio sul feroce Attila?
alla luce dell'oggi, si trovano numerosissimi esempi di scempi 'culturali' per motivi più o meno analoghi a quelli di allora.
magari al posto del cavallo ci sono le auto blu, la rinoplastica è dovuta a ragioni di diversa natura, oltre ai visi imberbi abbiamo diversi casi di teste rasate, invece della spada si brandisce lo spread o si fa ricorso alle armi chimiche, ma il saccheggio è altrettanto cruento e gli effetti distruttivi stile 'erba bruciata' sono già in atto nella pratica come nel mentale.
piuttosto di differenziazione sul piano umano, si può dire che ci accomuna ad allora il senso di disumanità.
e se le spoglie del crudele guerriero giacciono, in luogo ignoto e cariche di ori in tre bare di diverso prezioso metallo, dei barbari odierni resteranno solo le scorie.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. consapevole di 'picchiare' sempre sugli stessi tasti, almeno mi ingegno per trovare pretesti e metafore per evitare di annoiarmi da sola:)

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  2. A come Atrocità.
    doppia T come Terremoto e Tragedia.
    I come Ir de Dio
    L come Lago de Sangue
    A come Adesso vengo e ti sfacio le corna

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  3. lattai
    (anagramma di attila)
    f.

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