.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 8 aprile 2016

calata a mare

vero è che a valle delle colline alle spalle della città si arriva presto al mare perché il tragitto è breve, scosceso, ripido, velocizzato dall'asfalto e dal cemento dunque l'approdo è diretto sul bagnasciuga; ognuno ha il suo, il mio è cambiato ma il primo lo incontro spesso.
sotto a quel fico c'è una piccola, minuscola, impercettibile baia nascosta dietro alla roccia che la separa dal tipico e scomodo lido di sassi e di scogli.
mi piaceva trovare il mio posto proprio lì, come se fossi sola e anche se intorno qualcuno c'era se ci ripenso adesso sono sicura che come me era qualcuno che la preferiva per l'illusione che fosse disabitata.
tra parentesi quell'accenno di ringhiera alla destra della foto ha a che fare con l'abitazione dell'allora custode di quella spiaggia comunale, della moglie e dei due figli.
una femmina e un biondo niente male anche se da sempre preferisco i mori, tanto che ancora mi chiedo come mai qualche anno dopo siamo finiti a letto insieme dopo esserci casualmente incontrati in piscina e avendo in testa ciascuno un'altra metà ideale e il problema di avvincerla a sé.
l'unica spiegazione è che entrambi avevamo voglia di aggirare uno scoglio, scaricare dall'animo il peso della nostra verginità (parliamo dei mitici anni '70) senza complicazioni di sorta e garantirci così la sicurezza di evitare ogni forma di delusione reciproca.
infatti il meglio è venuto subito dopo e di biondo è rimasto solo quello.

stavo per andar via quando mi accorgo che adesso a quel mondo, così piccolo rispetto al ricordo consumato negli anni e nei viaggi di andata e ritorno che transitano per quello, se n'è accostato uno gemello.
hanno costruito uno sproporzionato scalone che porta dietro al confine che allora sembrava finire nel mare aperto appena oltre la diga e che oggi va a sfumare su un fazzoletto di pietre masticate da un gigante così da poterci appoggiare le chiappe.
idea bizzarra e costosa rispetto al vantaggio che offre.
tornerò a spiare dall'alto della scogliera chi siano gli habitué attuali e magari fotografare un altro scorcio di quella sponda particolarmente evocativa e ricorrente nei sogni quando prendono il sentore salato del mare e del tiepido della pelle scoperta in una notte appena appena fresca, quel tanto che basta a far rinvenire i sensi soffocati tra una giornata torrida e l'altra afosa.

4 commenti:

  1. ieri l'orto che sembrava di mezza montagna, oggi il frammento di costa che sembra mare solitario. stai tra due estremi distanti pochi passi, in un posto niente male.
    massimolegnani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in realtà i due luoghi distano tra loro di circa quaranta chilometri (in linea d'aria meno della metà), ma a genova e dintorni si può passare da uno all'altro in pochi minuti... tipo san desiderio a 834 di altitudine distante da sturla più o meno sei o sette, eppure per me passare da uno all'altro è come se le distanze fossero molto di più... sono mondi totalmente diversi, ma di recente mi tocca fare avanti e indietro spesso e prima o poi dovrò tornare a vivere sul mare per qualche tempo.
      aspetto solo che mia madre si decida e smetta di voler stare da sola.

      Elimina
  2. le pietre salse da cui spiavo l'arrivo dei saraceni e poi vi salutai i mille in partenza per una delle loro bravate ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. quasi... hai sbagliato di 300 metri:) è priaruggia... (ma le sai tutte, mannaggia!:)

      Elimina