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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 15 settembre 2016

abili e arruolati

tutto sommato vincere il senso di oppressione che mi ha sempre dato l'idea di seguire le gesta degli atleti paralimpici è stata una buona idea.
peccato solo siano così evidenti i grandi problemi che affliggono la categoria.
gli stessi delle olimpiadi e dello sport in generale più le discriminazioni date dall'insieme di regole applicate per la classificazione dei diversi handicap.
ciò detto la differenza più sostanziale è che in ciascuno c'è una storia che li avvicina alle vite di ognuno di noi e allo stesso tempo fa da esempio a chi si scoraggia al primo ostacolo o per futili motivi.
se i mostri sacri dello sport per normodotati ti fanno sentire ancora più alieno e incapace, i più o meno giovani campioni disabili stimolano anche i più rinunciatari a pensare che tutto è possibile.
e poi lo sguardo del podio, che al netto del colore della medaglia, più del sentimento di felicità o leggera delusione per il risultato, racconta le incancellabili sofferenze patite anche in chi apparentemente sembra aver trovato la sua dimensione e realizzazione, pur sapendo che una volta spenti i riflettori tornerà a essere accompagnato da espressioni di ribrezzo o curioso imbarazzo.
sembrano essersi sciolti nel liquido della piscina, lasciando solo qualche brandello di quelli che si appellano arti; sembrano portati via dal vento eppure volavano veloci e in alto in una corsa sospesa a un metro da terra oppure radente ad essa a seconda della tecnica in gara; sembrano spingere a vista qualcosa che il corpo lancia in un nero totale o appena rischiarato da qualche bagliore.
c'è ancora qualche giorno e più di una medaglia da raccogliere anche per l'italia che potrebbe superare il bottino racimolato dai cugini dello sport olimpico sebbene i partecipanti siano meno di un terzo.
per tutti, la sfida futura è abbattere la barriera tra le due categorie e in generale raggiungere un'equiparazione che oggi appare del tutto utopica così come si è subito chiuso lo spiraglio aperto dall'atleta su un tema che inevitabilmente tocca in primis i disabili, ma che riguarda un po' tutti.
se rio 2016 è stata l'olimpiade che ha visto lo sdoganamento del tabù sessuale, la sua versione dedicata a chi pratica sport, appunto per sport, continua a promuovere il preconcetto che si debba tendere a somigliare ai modelli canonici dell'essere umano più vicino alla perfezione, mentre tutto sembra propendere verso una versione robotizzata dell'individuo, ma questo è già un altro discorso.

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