si passeggia per gli insediamenti urbani senza fare molto caso alla struttura generale del posto.
si segue il proprio itinerario, lo si studia per decidere il più conveniente tra quelli che qualcuno ha disegnato e di cui abbiamo nozione solo guardando dall'alto...
forme antropomorfe, ordinate, stellate, assurde, 'astronautiche', geometriche, di tutto un po'.
si passeggia allo stesso modo, incuranti, alla ricerca della propria destinazione, sognando un obiettivo più generale o semplicemente per fare un po' di moto.
quello che riusciamo a vedere a volte ci piace, a volte no e sembra conti poco rispetto alla realizzazione di quel che desideriamo.
nasce così una nuova urbanistica minimalista in cui le persone, intese come massa generica, possano meglio identificarsi con la condizione umana del terzo millennio.
si abbandona l'idea dell'edificio come vestigia, si rinuncia agli orpelli decorativi e a tutto quanto costituirà un problema di conservazione e mantenimento preferendo strutture capaci di autodistruggersi senza lasciare traccia e un bassissimo impatto ambientale.
niente scavi, niente tubi o cavi, solo leggerissime strutture autoportanti facilmente collocabili ovunque. meglio se in mezzo al nulla.
* Eise Osman
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