quest'anno la mostra del cinema al lido trovo abbia avuto una verve insolita che fa ben sperare per il futuro.
se a maggio cannes farà il suo com'è stato in passato forse, almeno il cinema, torna ad avere qualcosa che assomigli al ruolo che ha avuto in altri tempi e cioè quando era capace di attraversare il presente, svelare i diversi futuri che, a seconda del genere di appartenenza, si potevano immaginare o alle volte superare.
quello che indagava e denunciava le verità occultate, sapeva esprimere l'impegno sociale, proporre il divertimento intelligente, insomma un po' di quella cultura che negli ultimi decenni ha latitato nell'oblio.
dall'altra parte dell'oceano, invece, le cose sono sempre state un po' diverse, più frivole, e fatico a immaginare che agli oscar si potrà mai assistere al massimo dello sforzo culturale della settima arte.
o, più probabilmente sono io che ho dei gusti difficili.
comunque, dai, a venezia quest'anno il cinema sembra aver trovato un bandolo percorribile, una sorta di risveglio artistico del suo linguaggio che fa ben sperare.
essì perché a volte può accadere che qualcosa di bello, di nuovo e di intelligente si smuova per un piccolo particolare: un paesaggio, una foto, un'emozione, un viaggio, un incontro, un libro, oppure, appunto, un film (e c'è tanto bisogno di smuoversi quando si è finiti in un pantano).
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