pensare avanti.
otto centimetri.
le prime scarpette, in verità messe davvero poco e poi tenute appese sempre vicino alla poltrona preferita, quella che negli anni ha perso il suo smalto per via che è anche la prescelta della micia che ha sempre sfogato le frenesie e i suoi artigli a sfilacciarne le fodere fino ad arrivare 'all'osso'...
lavate e asciugate son tornate come nuove e presto passeranno di piede.
dal padre alla figlia (fortunatamente avevo scelto un modello unisex).
reggeranno il trascorrere delle mode e del tempo?
perché sarei curiosa di rivederle tra altri trentatrè anni, ben sapendo che per me sarà impossibile, quindi diciamo immaginarle ai piedi del nipote del padre dell'attuale proprietaria.
poco alla volta stanno 'passando' di casa piccole cose a cui ho sempre tenuto nonostante credessi poco all'eventualità che potessero rivivere una seconda occasione.
oggetti emblematici di quanto io creda fortemente nei simboli capaci di rendere i significati immateriali che trasmettiamo con le azioni 'meditate' che si spera produrranno effetti positivi, senza sapere né come né quando.
raramente arriva il momento della verifica ed è una soddisfazione piena e rotonda, dolce e soffice come una torta di pasticceria ben riuscita e golosa da festeggiare davanti alla finestra che si affaccia al futuro con un buon bicchiere di vino in mano e due lacrimucce timide e pudiche che, appena umettate le cornee, corrono a nascondersi ributtandosi indietro.
esperienze che arrivano da lontano, curate come un vino invecchiato in barrique da assaporare con gusto in tempi in cui azione e reazione sono separate e consumate nell'attimo fuggente e distratto, nell'antiromanticismo per antonomasia, qualcosa tipo: 'guarda... una rondine, l'hai vista?'
'no'.
il riutilizzo, la seconda vita che a volte offriamo alle cose, già di per sè è una conquista.
RispondiEliminamassimolegnani
io sono per un riciclo veloce, appena non serve più la passo a qualcuno o la trasformo in qualche altra cosa... sono pochissimi gli oggetti che 'trattengo', quasi sempre senza un preciso perché... o con un perché che si svela dopo decenni...
Eliminabei scarpini... anche mia madre provò a riciclare qualcosa, ma per fortuna prima c'erano i miei fratelli e relativi nipoti, quindi mi sono rimasti solo dei bavaglini che penso riuserò in geriatria
RispondiEliminain effetti le cose per bambini sono quelle che da sempre se ne vanno presto... io avevo tenuto le scarpine e una salopette che ha usato un paio d'anni a partire dai primi passi ed è talmente lisa e stracciata da essere assolutamente di moda sopratutto adesso che si usano i jeans a pezzi...
Eliminae poi c'è il cimelio di famiglia, un porta enfant battesimale che quest'anno compie 70 anni e che è destinato a fare solo bella vista dato che vedo difficile un uso specifico... ma sai com'è, anzi forse non lo sai e nemmeno io immaginavo mi cogliesse il virus, avrò cura di tramandarlo come si conviene a una matriarca:)
ps e lo sgombero?