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lunedì 30 luglio 2018

30°

d'estate stille

e cadenti stelle

(_ _) in stallo

manca una parola di due sillabe per completare l'haiku estivo.

potrebbe essere 'mente'... ma ciascuno ci metta quel che vuole.

una cosa apprezzabile, l'unica che ho trovato, è quel tempo che destino al mini orto, maxi pascolo di cui dispongo.

qualche ora malamente abbigliata che passo a sudare tra le piante di pomodori a trastullare con invitanti bocconcini il branco sempre affamato e annoiato per l'aver ormai sradicato anche le pietre in cerca di un rametto d'edera di cui va ghiotto.

ogni tanto sbuffo forte all'insù per scostare una ciocca che scende incollata alla fronte e il sudore che cola lungo il naso diventa come una goccia di pioggia che mi torna sulla faccia come fosse una nuvola di goccioline...

dopo mezz'ora son zuppa e sporca, per età è improbabile la partecipazione al titolo di miss maglietta bagnata, nemmeno l'ombra ferma una sudorazione continua e incessante.

la doccia porta via i pochi liquidi rimasti, il modo migliore per reidratarsi è il bagno.

un giorno provo a misurare quanta acqua assorbe un corpo immerso dopo una forte sudorazione.

6 commenti:

carlo49calati31 luglio 2018 alle ore 00:10
è più una sensazione di benessere, stare nell'acqua, ma in realtà la pelle ne assorbe pochina, i pori sono fatti per espellere non per assorbire.
massimolegnani
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Pier31 luglio 2018 alle ore 13:17
d'estate stille
e cadenti stelle
governo in stallo

poi ho scoperto che se bevi più di due litri di acqua può essere pericoloso... secondo me è meglio bere birra... :P

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silenziosamente

La società contemporanea teme il silenzio, sente la necessità di coprirlo, annullarlo, negarlo creando città rumorose, luoghi di ritrovo frastornanti, momenti di solitudine anch’essi fitti di suoni (il cellulare che squilla, la musica dell’iPod nelle orecchie...).

Forse perché spesso silenzio diventa sinonimo di solitudine, isolamento, vertigine di vuoto. Eppure una lunga tradizione, che affonda le sue radici in un tempo lontano, dice che è ricchezza e non mancanza, pienezza anziché vuoto, gioia piuttosto che tristezza, nascita invece di morte.

Oppure accidia (ovvero: indolenza, inerzia, negligenza, tedio, ansietà del cuore) una forma di torpore o, secondo la traduzione della parola greca da cui origina, uno stato di noncuranza (a=non e kedos=cura), una mancanza di affezione, un senso opprimente di vacuità accompagnato da una strana noia irrequieta e insoddisfatta che prende di mira in particolar modo le persone solitarie e le assale specialmente nelle ore del mezzogiorno… continua a leggere

Henry Miller su Anais Nin

Sei così pronta, così intelligente.
Ma non mi fido della tua intelligenza.
Tu crei uno schema meraviglioso, tutto è al suo posto, e sembra chiaro in un modo assolutamente convincente, troppo chiaro.
E intanto, dove sei tu?
Non sulla chiara superficie delle tue idee, no, tu ti sei già tuffata più a fondo, in regioni più oscure, così uno pensa che tu gli abbia dato tutti i tuoi pensieri, ma lo immagina soltanto che tu ti sia svuotata in quella chiarezza.
Invece ci sono strati e strati - sei senza fondo, insondabile.
La tua chiarezza è ingannevole.
Sei la pensatrice che suscita in me più dubbi, più confusione, più turbamento.

epicuro

La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.