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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 24 novembre 2018

invisibil_mente

è la foto tratta dallo sketch della sempre fantastica angela finocchiaro per la riedizione della tv delle ragazze dopo trent'anni giusti giusti dalla prima serie televisiva.
racconta un'evidenza invisibile e sottile assolutamente comprovata e proposta anche nel monologo di lella costa, ma l'attenzione si è concentrata solo sul contestatissimo finale che in effetti avrei evitato pure io come pure abolirei volentieri i sermoni quotidiani conditi di volgarità, aggressività, violenza, amoralità e parolacce di gran parte della tv a cominciare da quelli dei politici.
ma tornando agli stati generali della tv delle ragazze certo fa piacere, a chi come me si ricorda le puntate di allora, ritrovarne i personaggi e scoprire quelli di adesso anche se la sensazione (amara) è che la satira fatichi a fare il suo mestiere e cioè leggere nuove tendenze su cui ironizzare divertendo.
sicuramente sarò cambiata io, ma allora, pur intravedendo un fondo di possibile futura tragedia si avvertiva una certa distanza tra la finzione e la realtà mentre adesso i due aspetti sembrano fondersi per tentare di scongiurare l'inevitabile paura di un domani molto prossimo.
si ride ancora, ma a denti stretti, giusto per non piangere.
the pills, sbratz, la rivista star male, le performances mirabolanti di sabina guzzanti e delle esordienti annagaia marchioro e rita pelusio, i tutorial, la sempre eterna signorina vaccaroni (cinzia leone) e la sua pizza di fango del camerun, basta digitare il titolo della trasmissione su youtube e compaiono i vari spezzoni da scegliere così, tanto per farsi le ultime risate prima che il divertimento venga abolito d'ufficio in un tramonto definitivo del buon umore.



come appartenente alla categoria sto un po' confusa.
cerco un modo di rileggere un presente totalmente opposto a quello che mi sarei aspettata e che stento a comprendere, che mi scivola via dalle mani come una saponetta bagnata e senza nessuno che, almeno in apparenza, mi dia l'impressione di saperlo spiegare.
a me sembra che, parlando da donna,  parlare di donne sia oggi parlare di ognuna delle problematiche moderne: violenza (di genere, ma non solo), sicurezza (fino ad oggi sono quasi novecento i morti sul lavoro di quest'anno in italia), accoglienza (non se parla quasi più ma la tragedia continua), politica ed economia, educazione giovanile, ecc, ecc, e, soprattutto, diritti civili che apparentemente riguardano solo il sesso femminile, nel senso che sono pochi i rappresentanti dell'altro sesso che li condividono nonostante alcuni di questi temi li riguardi allo stesso modo e nella stessa misura (penso alla abominevole proposta pillon).
parlare da donne (invece che solo tra donne) potrebbe essere un modo efficace, anche attraverso l'ironia, per ripartire da un linguaggio comune, perché largamente condiviso, che rimpiazzi il bailamme confuso, campanilistico e ottuso che ci assorda ogni giorno di più.
invece purtroppo e ad ogni occasione, passata la 'festa', l'ordine delle cose torna nelle stesse mani di sempre.
destino delle donne e di qualsiasi nascente alternativa è che ogni volta si cancella la lavagna e si riparte dal via.
le poche che riescono a sfondare il muro arrivano tanto stanche che il più delle volte finiscono con l'adeguarsi anche perché le regole restano le stesse.
vivere mantenendo la propria identità e integrità è faticoso, ma soprattutto alienante.
è un vivere emarginato, salvo che per gli aspetti che vorremmo cambiare per primi e che sopravvivono anche grazie a frotte di donne compiacenti e determinate a raggiungere l'emancipazione grazie agli antichi strumenti della seduzione.
sfiorita la giovinezza svanisci, al più torni utile a badare ai nipoti e ai vecchi più anziani di te.
in qualche rara occasione è capitato che arrivasse un contentino... questi tempi mi dicono che a questo giro ne dovremo fare a meno.

2 commenti:

  1. il fatto che se ne parli (anche da molti anni) ma non si arrivi mai ad una soluzione o anche solo ad un miglioramento (pratico o culturale) mi fa sospettare che sia un blaterare vacuo e fine a se stesso. Temo voluto, anche se non saprei per quale motivo.
    Personalmente ho accertato che spesso la maggior parte delle persone si accontenta appunto di parlarne, e quando si stratta di rimboccarsi le maniche per cambiare qualcosa... hanno sempre altro di meglio da fare.
    Di questa tendenza il web con i suoi like ne è la prova provata.

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    1. gli anni '70 avevano iniziato a cambiare le cose e per qualche decennio si è creduto di essere sulla strada giusta... ora come ora mi sembra che invece si stia tornando velocemente al medioevo.

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